economia mondiale ripresa vicina



dal corriere.it

 
  
 
   
  
 Martedì 26 Febbraio 2002 
 
Restano le incognite Argentina e Giappone. Il governo di Tokio prepara
nuove misure

«Economia mondiale, ripresa vicina»

Fondo monetario ottimista sulla crescita. «Ma la Bce riduca i tassi di
interesse»


ROMA - Per gli esperti del Fondo monetario internazionale (Fmi), l’economia
mondiale «è vicina al giro di boa». Solo un po’ più cauto Wim Duisenberg,
presidente della Banca centrale europea (Bce): «E’ prevedibile una moderata
ripresa già nel 2002, con un’accelerazione per l’anno prossimo». E segnali
positivi arrivano anche dagli Stati Uniti. Ieri il segretario americano al
Tesoro, Paul O’Neill, ha detto che la ripresa dell’economia Usa comincerà
già dal primo trimestre dell’anno. Le istituzioni sovrannazionali
confermano, quindi, i segnali di rilancio già lanciati lo scorso 8 febbraio
al vertice del G-7 di Ottawa (Canada). Ieri Anne Krueger, numero due del
Fmi (il direttore è Horst Köhler), parlando a Londra non ha fornito cifre,
limitandosi a presentare un’analisi «qualitativa» delle variabili in gioco.
L’economia mondiale, dunque, sembra aver superato il trauma seguito agli
attentati terroristici dell’11 settembre. A Ottawa i Sette grandi avevano
parlato di « turning point », punto di svolta; ora la Krueger usa
l’immagine classica del «giro di boa». Stati Uniti ed Europa sono i due
«motori» della ripresa, più o meno con pari potenza. Ma i vertici del Fmi
avvertono gli europei: finora la Bce ha «reagito in modo adeguato»,
tuttavia se predominerà l’incertezza «potrebbe essere necessario un altro
taglio dei tassi». Il Fmi, in sostanza, sembra condividere un’opinione
largamente diffusa nei governi europei (specie Francia e Germania). Il
tasso di interesse in Europa è pari al 3,25%: in teoria ci sarebbero i
margini per ulteriori limature. Duisenberg, però, come ha scritto
nell’ultimo bollettino diffuso dalla Banca, giudica «adeguato» il livello
dei tassi, proprio perché l’economia dà segnali di risveglio. Lo stesso
presidente della Bce ha ripetuto questo ragionamento nel corso della sua
visita in Cina. «Una leggera ripresa è attesa nel 2002 e dovrebbe
accelerare nel 2003», ha detto Duisenberg, aggiungendo: «Nella zona euro la
crescita sarà vicina al 2-2,5% entro la fine dell’anno». Tra i «fattori»
che daranno slancio alla ripresa Duisenberg ha citato il calo
dell’inflazione («Sotto il 2% entro l’anno») e, appunto, il basso livello
dei tassi di interesse. Duisenberg ha anche escluso fiammate di prezzi
collegate all’introduzione dell’euro: «Non c’è attualmente alcuna prova di
significativi effetti sui dati aggregati dell’inflazione». 
In un quadro di diffuso ottimismo spiccano ancora di più le difficoltà di
Argentina e Giappone. Il Fmi, come era già successo a Ottawa, ha di nuovo
gelato le attese del governo di Buenos Aires. Il prestito di 15- 20
miliardi di dollari non sarà concesso, ha detto il numero due del Fondo,
finché gli argentini non presenteranno un robusto piano di abbattimento dei
debiti accumulati dallo Stato e dalle banche. 
Per il Giappone, che continua ad annaspare nella palude della recessione,
si prospetta invece una settimana decisiva. Il premier Junichiro Koizumi
annuncia domani un nuovo pacchetto di provvedimenti anti-deflazione
(consumi stagnanti, prezzi in ribasso). Il primo ministro giapponese
potrebbe trasferire fondi pubblici al circuito bancario, sommerso da
crediti in sofferenza, ma in cambio chiede al governatore della Banca
centrale, Masaru Hayami, di immettere più liquidità nel sistema economico.
Pare esclusa, invece, una svalutazione dello yen, che è apertamente
contrastata dagli altri Paesi dello scacchiere asiatico. D’altra parte, la
moneta giapponese ha già perso, da settembre a oggi, oltre il 10% rispetto
al dollaro, cioè la valuta del principale mercato per l’economia del Sol
levante. 
 
Giuseppe Sarcina