piu' formazione per competere



                   
Il Sole 24 ORE

 Giovedì 06 Dicembre 2001  ore 18:56  
 
 
 Il lavoro che cambia - Cantarella: in pochi anni la Fiat ha rinnovato il
30% del management

Più formazione per competere
Investimenti limitati soprattutto nelle piccole imprese - Baldassarri:
esenzioni fiscali per le aziende 
TORINO - Impresa e Università hanno finalmente abbattuto i muri che le
dividevano e collaborano per la formazione, anche a livello manageriale.
Tutti d'accordo, ieri all'Isvor Fiat di Torino, sull'importanza di questa
alleanza. Ma l'incontro, organizzato per celebrare i 30 anni dell'Asfor
(l'associazione per la formazione alla direzione aziendale), ha evidenziato
che le parole non sono sempre seguite dai fatti. Lo ha sottolineato Claudio
Poli, presidente dell'Asfor e amministratore delegato di Isvor Fiat,
ricordando che in Italia solo l'1,7% degli occupati è coinvolto in attività
formative, contro il 10% europeo. «Ma se ci riferiamo alle piccole e medie
imprese - ha aggiunto - i ritardi italiani sono ancora più clamorosi poiché
quasi il 70% delle aziende minori dichiara di non aver fatto, negli ultimi
due anni, neppure un'ora di formazione per i propri dipendenti. E non
intende farla neppure il prossimo anno». La situazione migliora nelle
grandi aziende che, però, in Italia sono poche e, in media, investono in
formazione solo lo 0,5% del monte retributivo. La formazione rivolta ai
manager assorbe quindi una quota infinitesimale. Paolo Cantarella,
amministratore delegato della Fiat, ha però ricordato il forte impegno del
gruppo torinese proprio nella formazione dei manager e delle altre risorse
umane. Per un investimento pari al 4% del fatturato: 144 milioni di euro lo
scorso anno saliti a 180 alla fine del 2001. E la Fiat, anche attraverso
l'esperienza della laurea in Ingegneria dell'autoveicolo, ha trasformato i
propri manager in docenti. «È importante trascorrere molte ore in aula, sia
come docenti sia come allievi - ha proseguito - anche perché, a contatto
con i giovani, i nostri manager capiscono l'evoluzione della mentalità
dell'azienda». Cantarella ha inoltre ricordato l'iniziativa per la
formazione dei giovani ingegneri che lavorano in diverse aziende del
gruppo, in tre settori diversi e in tre Paesi differenti. Un percorso
magari duro, ma che ha fornito ottimi risultati. E con rare defezioni. Ma
la Fiat sta anche assumendo manager da altre aziende, italiane e straniere.
«Perché Torino offre molto a chi viene a vivere in questa città - ha
sostenuto - e la Fiat è in grado di garantire notevoli prospettive di
crescita». Così, mentre l'associazione industriale torinese lamenta la fuga
di cervelli, la Fiat riesce ad attrarli e, in pochi anni, ha rinnovato
oltre il 30% della propria classe dirigente. «È questa la chiave di volta
della competitività - ha insistito Cantarella - in un mondo che cambia, che
crea rapidamente obsolescenze». Ma se la formazione è importante, occorre
anche individuare i percorsi per renderla più efficace. Così Bob Mountain
(Executive development network) ha ricordato gli effetti positivi legati
all'introduzione delle nuove tecnologie al servizio della formazione
manageriale. Mentre Federico Butera (Assoconsult) ha invitato a coinvolgere
un maggior numero di persone nella formazione, evitando i master super
costosi. Andrea Pininfarina (presidente degli industriali di Torino) ha
sollecitato una maggior attenzione verso i ragazzi più giovani e Luciano
Modica (presidente della Conferenza italiana dei rettori) ha chiesto alle
aziende un atteggiamento più favorevole. Un tema ripreso anche da Mario
Baldassarri, viceministro dell'Economia e delle Finanze. «Le imprese - ha
spiegato - devono capire che la formazione è un fattore di produzione che
non si può, e non si deve, tagliare nei momenti di difficoltà». Baldassarri
ha inoltre sostenuto la necessità di due anni di esenzione totale di tasse
e contributi per le imprese che inseriscono giovani appena usciti dalla
scuola, in modo da favorire il passaggio graduale tra il mondo della scuola
e quello del lavoro. E infine, in linea con quanto richiesto da Poli, il
viceministro ha ribadito la necessità di certificare corsi di laurea e
master, in modo da garantirne l'efficacia. E l'Asfor potrebbe essere
l'organismo di certificazione. Augusto Grandi