keynes non basta serve un piano marshall



dal nuovo di lunedi 19 novembre 2001
  
 
Keynes non basta, ora serve un piano Marshall

 
 di Virgilio Piega 
 
Preoccupa il crollo dei consumi planetari
Una politica fiscale espansiva non basta
Serve un piano Marshall per i paesi emergenti
Godeva  di popolarità  a livello persin delle immaginarie casalinghe di
Voghera, quel modo di dire: “Non beve. Chi? Ma il cavallo, certo”.
Riferito, al tempo, agli investimenti. Ora  torna di moda in ordine ai
consumi. A livelli  planetari, ahimé. Dovunque si consuma troppo poco in
rapporto alle capacità attuali e potenziali dei "sistemi". Nei Paesi più
avanzati come nei più disgraziati. Anche di qui s'originano le  tendenze
recessive pressoché universali sulle quali ogni giorno diverse fonti ci
ammoniscono, dal Fmi ai grandi banchieri, dal G-10 al nostro Governatore.

Twin Towers  e guerra afghana  han solo rovesciato altra pioggia sul
bagnato, aprendo le porte a vere e proprie crisi diffuse. Va saltando
ovunque l'imprescindibile  correlazione di fondo tra produrre, distribuire,
vendere. Il nodo è qui. E quando i mercati recalcitrano, la messa al mondo
delle risorse nuove s'inceppa. L'economia essendo ciclica (si consolano in
molti) passerà anche questa eduardiana "nuttata". Ma il recupero di livelli
già sperimentati di sviluppo, forse ottenibile  più o meno sotto tutte le
latitudini con sgravi fiscali, spese infrastrutturali pubbliche, politiche
keynesiane, probabilmente non basta per quei nuovi assetti del mondo che
tutti dicono di voler propugnare.

Un'impressione diffusa e probabilmente non sbagliata è che tra le svolte
imposte dall'11 settembre ci sia una sorta di riflusso psicologico di lunga
durata, che renderà i modelli di vita dei Paesi più avanzati
tendenzialmente e poi stabilmente più sobri.  Poco inclini perciò, su tempi
e cicli di pari periodo, a ridare deciso fiato a consumi, prima, e sulla
loro scia ad investimenti, poi. Insomma, a rilancio e sviluppo. 

E allora ? Mancan bacchette magiche e s'azzuffano le ricette.  Non si va
lontani dal vero però  immaginando che un tema "forte" dei prossimi decenni
dovrà essere quello di ruscire a rendere disponibili nuovi vasti mercati di
consumo là dove fino ad oggi sono stati di scarsa consistenza per carenza
di risorse proprie. Nei Paesi che vanno emergendo davvero, dunque (Cina
"über alles"). Ma anche in quelli che solo un rispettoso pudore fa già
definire come tali. Già, ma come?  Forse solo con formule di prestiti e
donazioni  mirate tipo  piano Marshall (quale l'Italia suggerisce  per la
futura Palestina). Le economie, per procedere, hanno bisogno, tutte, di
redistribuirsi e "splittarsi". Come non ricordare  lo splendido aneddoto
napoletano deiquattro carcerati di Poggioreale?   Giocavano a poker per
ammazzare il tempo e il pù bravo sistematicamente spogliava i compagni di
cella del poco che  poteva esser messo in palio. Ma ogni sera doveva poi
restituire le vincite fatte. Altrimenti avrebbe smesso di giocare (e di
divertirsi) anche lui.