[Ecologia] La sfida petrolio-yuan e la guerra all' Iran



In questo articolo si spiega quanto l' aggressività USA possa dipendere dai rischi per il dollaro che vengono dall' uso del yuan nel commercio del petrolio.

Ma per il dollaro arriveranno rischi enormemente maggiori dalla transizione energetica dall' era fossile alla successiva. Una transizione non immediata ma prevista nel prossimo futuro, nell' arco di 10-20 anni.

Dan Glazebrook

rt.com

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Per gli Stati Uniti, la posta in gioco non potrebbe essere più alta. Nel 2012 l’Iran ha cominciato ad accettare lo yuan per i suoi pagamenti di petrolio e gas, seguita dalla Russia nel 2015. Se questo continuerà, potrebbe letteralmente indicare l’inizio della fine del potere globale statunitense. Il dollaro è la principale moneta di riserva del mondo in primo luogo perché il petrolio è attualmente negoziato con esso. I paesi che cercano riserve di valuta estera come assicurazione contro le crisi delle proprie valute tendono a guardare al dollaro proprio perché è effettivamente “convertibile” in petrolio, la principale commodity mondiale.

Questa sete globale per i dollari è ciò che consente agli Stati Uniti di stamparne quantità infinite, praticamente gratis, poi scambiabili con beni e servizi reali di altri paesi. Questi sono i cosiddetti “privilegi del signoraggio”, ovvero la capacità di assorbire quantità sempre crescenti di beni e servizi da altri paesi senza dover fornire in cambio qualcosa di equivalente valore. A sua volta, è questo privilegio che aiuta a finanziare i clamorosi costi della macchina militare statunitense, che al momento vanno oltre i 600 miliardi di dollari annui.

Tuttavia, tutto questo sistema si sfascierà se anche altri paesi smetteranno di usare il dollaro come principale valuta di riserva. E smetteranno di farlo una volta che le fonti di petrolio non verranno più negoziate in dollari. Questo è uno dei motivi per cui gli Stati Uniti volevano così tanto far fuori Saddam dopo che aveva iniziato a trattare il petrolio iracheno in euro.

Ma pian piano questo cambiamento sta avvenendo. Nel 2012 la Banca Popolare Cinese ha annunciato che non avrebbe più incrementato le proprie dotazioni di dollari statunitensi, e due anni dopo la Nigeria ha aumentato le proprie partecipazioni di yuan nelle sue riserve valutarie estere dal 2% al 7%. Molti altri paesi si stanno muovendo nella stessa direzione.

Allo stesso tempo, la Cina ha fatto shopping d’oro, stabilendo il suo prezzo per l’oro in yuan due volte al giorno nel 2012 come parte di ciò che il presidente dello Shanghai Gold Exchange ha definito l'”internazionalizzazione del renminbi [yuan]”, col fine di rendere il yuan completamente convertibile in oro. Quando questo accadrà, la scelta per i paesi produttori di petrolio, tra il negoziarlo in dollari sempre più inutili o in renminbi convertibili in oro, sarà un problema. Per il Qatar, l’attrazione potrebbe essere irresistibile già da ora.

Da qui l’urgenza di punire in modo preventivo il Qatar per la sua probabile mossa verso un accordo con l’Iran per rifornire l’Asia di LNG a prezzi yuan. L’obiettivo è quello di dimostrare che, per quanto a lungo termine possa essere economicamente suicida infastidire l’Iran e continuare a scambiare in dollari, nel breve sarà politicamente suicida fare qualsiasi altra cosa.

Quanto Trump e i suoi amici arabi siano pronti ad accettarlo, resta da vedere. Ma il presidente ha ripetutamente detto che il precipuo motivo di avere un esercito è quello di usarlo.