nominations premio attila



Sono arrivate le prime “nominations” per il Premio Attila Alessandria 2012. Anche altre candidature possono ancora essere proposte. Ma già si può procedere al voto: massimo due preferenze.

Il voto dovrà essere espresso, tramite e-mail a alessandriamd at gmail.com

oppure al numero telefonico 3470182679, oppure sul nostro profilo facebook  https://www.facebook.com/profile.php?id=100000679697825  entro e non oltre il 28 febbraio 2013.

Nominations:

 

Stephan Schmidheiny padrone dell’Eternit,

“ condannato dal Tribunale di Torino a 16 anni di reclusione per  migliaia di morti di amianto, che si rifiuta di risarcire, sul sito  World Business Council for Sustainable Development, da lui fondato, si presenta come un filantropo, paladino dell’ecologia industriale e della responsabilità sociale delle imprese”.

Rita Rossa, sindaca di Alessandria,

“dopo aver ammesso chiaramente che il Tav Terzo Valico, anche con le sue discariche di amianto sul territorio alessandrino, sarebbe causa di ‘devastazioni ambientali’,  ha fatto votare un ordine del giorno che si dichiara favorevole alla disastrosa opera purchè arrivino generosi contributi al Comune: la salute dei cittadini è in vendita”.

Roberto Gilardengo, direttore de Il Piccolo,

“sotto la sua direzione il trisettimanale cittadino si è dimostrato, in questi anni, sempre disinteressato ai problemi ambientali e sanitari, occultandoli o addirittura facendosi beccare nelle intercettazioni del tribunale come un ‘addolcito’ dall’’inquinatore Solvay Solexis”.

Carlo Cogliati, amministratore di  Solvay,

“ è il principale imputato nel maxi processo per il maxi inquinamento del polo chimico di Spinetta Marengo: avvelenamento doloso delle acque e dolosa mancata bonifica  di cromo esavalente e altri 20 veleni cancerogeni sotterrati. I cittadini e i lavoratori ammalati e gli eredi dei deceduti lo attendono anche all’apertura del secondo processo per l’inquinamento atmosferico”.  

 Giancarlo Sardi sindaco di Predosa

 “con il  patto scellerato con il progettista Rava e il Rava  assessore Provincia sta inquinando la popolazione con la centrale a biomasse”.

Gian Carlo Borella, Giovanni Alberti, Emilio Toso, Bartolomeo Berello  e Jean Michel Belleux, direttori della Michelin,

“premio ex aequo quali imputati di omicidio colposo per aver cagionato la morte per forme cancerogene a polmoni o vescica e di lesioni personali gravi o gravissime ai dipendenti dello stabilimento di Spinetta Marengo”.

Giorgio Emanuelli di Castelnuovo Scrivia,

 

“imprenditore agricolo che ha dedicato tutta la sua vita a occupare terreni demaniali della Scrivia e del Po, a distruggere qualsiasi forma di vegetazione spontanea, a tagliare boschi naturali, a distruggere lanche e argini, a chiedere (e ottenere) contributi statali e regionali in caso di piene su terreni di pertinenza fluviale”.

 

Paolo Filippi, presidente della Provincia,

 

“per essersi presentato alle elezioni vantando la realizzazione di nuove opere pubbliche quali rotonde, tangenziali e circonvallazioni, e per averne realizzate altre, quasi sempre inutili e devastanti sul piano ambientale, per non aver dedicato alcuna attenzione alla mobilità sostenibile e per non aver mai risposto alle richieste e alle sollecitazioni delle associazioni di cittadini”.

 

Piercarlo Fabbio, ex sindaco di Alessandria,

 

“il voto gli va assolutamente dato: ogni motivazione mi pare superflua”.



 

 

 

Premio Attila Alessandria 2012

Ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori

Medicina democratica, riprendendo la tradizione introdotta da La Rete ambientalista, il coordinamento provinciale dei comitati e delle associazioni alessandrine, istituisce il “Premio Attila Alessandria 2012” da attribuirsi “alla personalità che a livello locale si è particolarmente distinta a danno dell’ambiente e della salute”.

Ricordiamo che hanno goduto il vanto della più alta onorificenza ambientalista alessandrina  concittadini come Marcellino Gavio e Fabrizio Palenzona, dei quali riportiamo qui sotto le motivazioni.

 Il premio, consistente in una lussuosa pergamena in carta riciclata, insieme a gadgets emblematici che saranno consigliati dai votanti, sarà naturalmente conferito con una cerimonia pubblica e solenne. Il voto dovrà essere espresso tramite e-mail alessandriamd at gmail.com

oppure al numero telefonico 3470182679, oppure sul nostro profilo facebook https://www.facebook.com/#!/lino.balza

entro e non oltre il 28 febbraio 2013.

Ogni votante deve indicare nome&cognome del candidato al premio unitamente alle motivazioni/azioni di merito con le quali si particolarmente distinto a danno dell’ambiente e della salute.

 

Premio Attila Alessandria 2004

Vince Marcellino Gavio

Primo aprile 2005.

Una giuria di 284 persone ha assegnato il “Premio Attila Alessandria 2004” a Marcellino Gavio, l’imprenditore, uno degli uomini più potenti nel panorama italiano, presidente del gruppo omonimo e padrone di un vasto impero economico e finanziario che ha come capitale Rivalta Scrivia, un sobborgo di Tortona, ma che non conosce confini: edilizia, lavori pubblici, logistica, autostrade, petrolio, infrastrutture stradali, meccanica, calcio, trasporti eccetera.

Una vittoria su misura strappata per appena quattro voti su Fabrizio Palenzona, il politico, altro calibro da 90, affermatosi con carriera fulminea nel Gotha bancario mentre è stato per otto anni presidente della provincia di Alessandria: vicepresidente della Confcommercio, ex consigliere di Mediobanca, comitato direttivo ristretto di Unicredito, presidente della Federazione autotrasportatori italiani, presidente dell’Associazione delle società concessionarie di autostrade e trafori, ex consigliere di amministrazione Cassa di risparmio di Torino, consigliere Fondazione cassa di risparmio Alessandria eccetera… e addirittura frequentatore del salotto di Bruno Vespa.

Da soli i due contendenti (contendenti per il premio, perché nell’immaginario collettivo sono accomunati come il gatto e la volpe, culo e camicia,  l’ex braccio e la mente) si sono impadroniti del 60% dei voti, neppure impensieriti dalle performance di Mauro Bressan, assessore all’industria e… all’ambiente  del Comune di Alessandria, e di Ennio Negri, peraltro braccio sinistro dello stesso Palenzona come assessore provinciale all’ambiente.

Alle spalle di questi due ex aequo (34 voti cadauno), solo briciole agli altri candidati, a Mara Scagni sindaco di Alessandria e a due altri imprenditori: Tarcisio Persegona e Francesco Gaetano Caltagirone.

La Rete ambientalista, il coordinamento provinciale delle associazioni e dei comitati alessandrini, ha istituito il Premio Attila Alessandria  “da attribuire alla personalità che a livello locale si è particolarmente distinta a danno dell’ambiente e della salute”. Il premio consiste in una preziosa pergamena in carta riciclata opera del pittore Gianni Torchia.

Per il 2004, ogni votante ha potuto scegliere tra undici “nominations” (bando allegato), a loro volta pervenute tramite concorso pubblico via telematica. Ciascuna nomination era corredata con le motivazioni di merito. Il vincitore correva con due nomination. Nella prima, quella che ha guadagnato il maggior numero di consensi, si legge: “Marcellino Gavio: per essersi particolarmente distinto a danno dell’ambiente e della salute in quanto non c’è iniziativa contestata dagli ambientalisti o vicenda giudiziaria che non gli venga a torto o a ragione attribuita”. Nella seconda candidatura si legge fra l’altro: “Perché non scende in campo nonostante sia più onnipotente di Dio ma addirittura di Berlusconi”.

 In campo politico, tra quelli scesi al posto suo, ha trionfato con due nomination Palenzona: “Per essersi particolarmente distinto per il suo peso (peso politico N.d.R.) esercitato nelle vicende Fabbricazioni nucleari, terzo valico, alta velocità, inceneritore, cementir e in un altro numero infinito di aggressioni ambientali”. Durante la competizione, Palenzona, il politico, “il don Nessuno più potente d’Italia” (La Repubblica),  è sembrato per un momento prevalere sul’imprenditore. E’ successo dopo l’assemblea (una delle tre in cui si è votato) di Pozzolo Formigaro quando i suoi concittadini (in realtà nacque a Novi Ligure “perché mia madre cadde dalle scale”) lo hanno votato in massa. Ma anche Gavio ha stravinto nella sua Rivalta. Dunque la corsa testa a testa,

Minore vantaggio hanno goduto Bressan e Scagni, rispettivamente assessore e sindaco di Alessandria, in quanto è mancata una assemblea nella propria città, oltre all’handicap di non essere mai riusciti, per colpa degli ambientalisti, a portare a termine i loro tentativi di aggressione all’ambiente.

Per concludere, vanno segnalate alcune perle pescate nel corso della votazione (si poteva votare anche con telefono ed e-mail). Un tentativo di… corruzione della giuria: il signore di Pozzolo Formigaro che offriva soldi, “qualunque cifra” per far vincere il proprio compaesano. La sintesi politico culinaria: “Lo voto perché è un ciccione”. La definizione della passionaria di Villa del Foro: “Bressan sta all’ambiente come la volpe alla custodia del pollaio”. L’accorato appello al predetto assessore: “Ci avevi promesso aria nuova in città, ridacci quella vecchia”. Infine il suggello al vincitore del Premio Attila: “Perché la sua capacità devastatrice travalica i confini provinciali e dilaga come un’orda di Unni”.   

 

Premio Attila Alessandria 2005

Ad imperitura memoria dei nostri figli peggiori

Una giuria sul serio popolare, composta da 310 votanti, via internet e soprattutto nelle assemblee della Rete ambientalista, ha attribuito a Fabrizio Palenzona la più alta onorificenza ambientalista della provincia di Alessandria.

Con 190 voti, a furor di popolo ha vinto il “Premio Attila 2005” Fabrizio Palenzona, che già l’anno scorso aveva invano conteso per 4 voti (e senza accuse di brogli) la vittoria a Marcellino Gavio. Quest’anno non c’è stata competizione, anche perché Gavio non può, per regolamento, essere candidato per due anni consecutivi. Alla performance del millepiedi della politica-finanza ha senz’altro pesato la sua recente iscrizione nel registro degli indagati nello scandalo BNL Antonveneta per aver intascato da Fiorani 8 miliardi di lire, un po’ in contanti e un po’ in conti esteri “Chopin” ecc. intestati ai famigliari (conti sequestrati: speriamo che ci restituiscano i nostri soldi). Appena i giornali hanno riportato che era “stato visto assorto in preghiera davanti alla cripta di san Marziano protettore di Tortona e dispensatore di grazie”, è stato immediatamente assolto dal suo delfino Paolo Filippi e dal segretario DS Federico Fornaro, mentre nessun avversario politico ha fatto l’avvoltoio. Naturalmente per noi ambientalisti, assetati di vendetta, “cannibali” secondo Filippi, in questo caso invece vige la “presunzione di colpevolezza” fino a sentenza definitiva (di colpevolezza).

Anche a Palenzona la lussuosa pergamena, accompagnata da un gadget della Procura di Milano, sarà consegnata in cerimonia pubblica e solenne durante la quale verrà letta la motivazione del premio: “Per essersi sempre guardato allo specchio prima di trovare l’ispirazione per definire ‘asini raglianti’ gli ambientalisti No Tav TerzoValico, ‘cani’ gli anti Tav Valle Susa e ‘maiali’ i giudici dell’inchiesta Unipol-BNL”.

 

Breve biografia del nostro illustre cittadino.

      

  1,91 di altezza per due quintali, cinquantatré anni a settembre, Vergine, Fabrizio Palenzona nella vita ha fatto di tutto. E’ stato a destra, al centro, a sinistra, con la finanza laica e con quella cattolica. Nelle didascalie sui quotidiani è definito banchiere ma è cavaliere del lavoro sotto la categoria industria, anche se ha ricoperto cariche in Confcommercio. E’ cresciuto sotto la benigna protezione dei re di Castelnuovo Scrivia, i fratelli Marcellino e Pietro Gavio, di cui è socio, ma ha saputo entrare nelle grazie dei Benetton, concorrenti dei Gavio. Un millepiedi insomma.

Le sue prime vocazioni sono state la politica e… il giornalismo. Ha incominciato a muoversi nell’ambiente delle ACLI e della corrente dc Forze nuove nei primi anni settanta. A Tortona è stato sindaco democristiano per due mandati spesi a sostegno dell’alta velocità Terzo valico insieme al vero padrone dell’Alessandrino, Marcellino. Nel 1995, per puro colpo di culo (rinuncia del candidato Bianchi) è stato eletto alla guida della giunta provinciale di Alessandria. Poi riconfermato per il rotto della cuffia.

In pochi anni il seguace di Donat Cattin ha completato la sua metamorfosi. Prima ha ricevuto l’onore di diventare socio dei Gavio nel consorzio di trasportatori Unitra. Poi si è lanciato nei favolosi salotti della grande finanza. Si è autonominato rappresentante della Provincia di Alessandria nella Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino). Da qui è scattata la diffusione capillare del Palenzona: la Fondazione CRT è azionista di Unicredit e dunque Palenzona è diventato vicepresidente di Unicredit. Ma Unicredit è azionista di Mediobanca. Dunque Palenzona è diventato consigliere del prestigioso istituto. Dove è piaciuto: si presentava in compagnia di Marcellino Gavio. Due provinciali sbarcati nella capitale della finanza, ma umili e rispettosi e con una caratteristica che li rendeva simpatici ad ogni banchiere: il denaro contante delle autostrade.

A quel punto Palenzona ha potuto cominciare a costruirsi la sua rete personale, sempre più larga come prova l’elenco delle sue cariche. Qui si citano le principali. Unicredit e Mediobanca. Presidente FAI (padroni e padroncini TIR). Vicepresidente Confcommercio. Consigliere Amga, munipalizzata di Genova e di Schemaventotto cassaforte dei Benetton. Presidente Aiscat, la confindustria delle concessionarie autostradali. Presidente Slala, Sisal, Cofitral eccetera. Con questo peso, certo, quando cadrà, farà un bel botto.

Ma dal suo primo maestro Gavio, al quale continua a dare del lei, ha imparato a trovare sponde politiche in ogni schieramento. Alla notizia dell’avviso di garanzia nessuno del Polo gli ha riservato il trattamento applicato ai finanzieri “comunisti” di Unipol. Ancor più dell’amicizia con Tremonti, è stato stretto il rapporto con il senatore forzista Luigi Grillo, anch’egli indagato per le elargizioni di Fiorani. Con il nuovo governo, Margherita al potere, Palenzona è ancora più coperto.

A turbare queste serene prospettive può essere solo la melodia, molto notturna, del conto Chopin a Montecarlo. Alla fine è la stessa musica di circa dieci anni fa, quando la sinfonia dei conti esteri era gestita da Pacini Battaglia. Cosa c’entra Palenzona? Bisogna fare un piccolo sforzo di memoria. Pacini Battaglia si occupava anche lui di infrastrutture e grandi lavori pubblici, insieme all’amico Lorenzo Necci. Quando venne arrestato, nell’agenda del banchiere toscano furono trovati appunti che parlavano del consorzio Cociv Alta velocità Terzo valico Milano-Genova. Accanto all’azionista Marcellino Gavio, Pacini si era anche appuntato il nome Pallenzona. Due elle, fece notare Palenzona, dunque certamente non sono io.      

 

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