Re: R: [pace] Lavorare per vivere e non per morire



concordo
aggiungerei che si potrebbe cominciare a parlare di esproprio dell'Ilva e sua gestione da parte dei lavoratori, magari con la partecipazione della cittadinanza; possibile?
Il massimo del ridicolo, se non fosse tragico, mi pare lo abbia raggiunto Catricalà: "la magistratura ci impedisce di fare politica industriale". Quel signore per anni si è fatto pagare profumatamente come garante della commissione antitrust per non vedere  nulla!
La nostra classe dirigente sta mostrando veramente di essere solo serva del profitto delle grandi imprese.
Auguro di cuore che la manifestazione del 17 riesca bene; è una delle cose più intelligenti che ho visto negli ultimi anni. Taranto sta diventando un luogo importante per tutta Italia.
Un abbraccio ai Tarantini da Firenze.
TC

Il 14/08/2012 18.00, alfonsonavarra at virgilio.it ha scritto:

Il punto, cara Laura, è se la bonifica dell'ILVA deve essere fatta ad impianti accesi (quindi, di fatto, come si dice, solo per fare finta) o spenti (per essere forse - neanche è detto - effettiva).

Per quello che, dall’esterno, ho capito della situazione, l'"eroe" da mettere oggi in evidenza non va cercato tra i soliti noti.

Potrebbe essere sicuramente il nostro amico Alessandro Marescotti, che si è da tempo impegnato contro l’inquinamento a suo rischio e pericolo, quando a parlare di “emergenza sanitaria” rischiavi di essere preso a botte (e non dimentichiamo il via vai dei sommergibili nucleari!).

Ma io mi augurerei di poterlo indicare nell’operaio Cataldo Ranieri, diventato il trascinatore di una protesta contro l'inquinamento industriale che sembra stia finalmente nascendo in termini più massivi ed incisivi. L'operaio si è fatto co-promotore di comitati di cittadini che scendono in piazza per gridare il proprio sostegno al gip Todisco (vedi articolo ANSA sotto riportato).

Cataldo, al presidente Ferrante che nega esista a Taranto una grave questione sanitaria, risponde: ''L'Ilva ha provocato in città malattie e morte e noi non vogliamo barattare il nostro posto di lavoro con la salute dei nostri figli''.

E' chiaro che a Taranto è in corso un gioco politico fuorviante ed aberrante che vede governo, azienda e componenti sindacali dalla stessa parte della barricata: attaccare la magistratura per garantire a Riva di continuare a fare, come sempre, i suoi “porci comodi” sulla pelle della gente.

(Ma non è il caso di confiscare il maltolto alla famiglia Riva affinché possa risarcire almeno in parte il danno ambientale realizzato?)

Il governo Monti invece di tutelare gli interessi generali anche in questo caso sposa acriticamente la posizione aziendale per intero. Ma un forte biasimo – ci ricorda Alessandro Marescotti - andrebbe rivolto anche al “narratore” Vendola, degno erede, a mio parere, di quel “parolaio rosso” che fu Bertinotti.

Al contrario delle arrampicate verbali sugli specchi occorre applicare in modo serio le ordinanze della magistratura: l'ILVA deve tirare fuori i soldi per abbattere la nocività dell'Impianto (e se non ce li ha nazionalizziamola una buona volta procedendo alla sua conversione produttiva!). Il governo dovrebbe essere garante di questo risanamento ambientale invece di supportare l'azienda nei suoi attacchi ad una magistratura che finalmente si sveglia. L'ambiente e l'occupazione vanno difesi insieme, ma la salute dei singoli e della collettività viene prima di tutto.

(A proposito: magari questo post andrebbe meglio indirizazto alla sezione ecologia. Mi scuso in anticipo per la trasgressione...)