[Nonviolenti] Fwd: [pace] Appello: Noi nonviolenti siamo il 99%





-------- Messaggio originale --------
Oggetto: 	[pace] Appello: Noi nonviolenti siamo il 99%
Rispedito-Data: 	Wed, 19 Oct 2011 18:07:16 +0200
Rispedito-Da: 	pace at peacelink.it
Data: 	Wed, 19 Oct 2011 17:57:22 +0200
Mittente: 	manu <emanu1812 at gmail.com>
Rispondi-a: 	pace at peacelink.it
A: 	pace at peacelink.it



*Appello: Noi nonviolenti siamo il 99%*

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La protesta del 15 ottobre si è svolta in 82 paesi del mondo in modo
nonviolento, allegro e forte, unendo persone di ogni età e condizione.

Solo in Italia l’enorme manifestazione di Roma è degenerata in violenze
inaudite, scatenate da un’infima minoranza (più o meno l’1% del totale
di partecipanti): per l’ennesima volta un gruppetto di violenti ha
imposto con cinismo e arroganza i propri metodi a una maggioranza che
non li condivideva e si è nascosto dietro un corteo pacifico per
“giocare alla guerra”, incurante delle conseguenze sulle persone e
sulle ragioni della protesta.

E’ vero, si poteva prevedere che finisse così, ma questo rafforza solo
la convinzione che sia giunto il momento di fare chiarezza una volta per
tutte: la violenza è ripugnante dal punto di vista etico e
controproducente dal punto di vista dell’efficacia.

E’ venuto il momento di finirla con un atteggiamento ambiguo e
tollerante verso i violenti e di dire ad alta voce che chi attacca la
polizia, incendia auto, negozi e cassonetti e considera la guerriglia
urbana un sacro esercizio rivoluzionario è lontano anni luce dalla
sensibilità, dalle scelte e dalle convinzioni della stragrande
maggioranza dei manifestanti del 15 ottobre.

Chi insiste nel suo disegno violento, intollerante e legato a schemi
vecchi e superati va isolato con decisione.

E chi invece aspira a costruire un sistema radicalmente diverso da
quello attuale, che abbia l’essere umano come valore centrale e la
nonviolenza come fondamento etico, metodologia d’azione sociale e stile
di vista personale, dovrà ricorrere alla creatività e al coraggio già
mostrati negli ultimi mesi a Madrid, Atene, Tel Aviv, New York e in
tanti altri luoghi.

Ora anche l’Italia dovrà fare la sua parte.

Laboratori di auto-formazione, eventi culturali, di informazione e
sensibilizzazione che diffondano i valori della nonviolenza sono solo
alcune proposte iniziali, da arricchire con idee e contributi nuovi e
diversi.

Non esiste una ricetta facile e già pronta per quello che ci proponiamo:
il cambiamento dipenderà dalle risposte che sapremo dare, sia
individualmente che come insieme sociale.

Mondo Senza Guerre e Senza Violenza

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