beni comuni



Uno dei più grandi inquinamenti idrici di tutti i tempi. Per la prima volta il capo di imputazione è dolo. 38 gli imputati, italiani, francesi, belgi. Decine di avvocati di grido nazionale per la difesa. Centinaia le parti civili fra i lavoratori e gli abitanti.  Processo per l’inquinamento del polo chimico di Spinetta Marengo (Alessandria): avvelenamento doloso e dolosa mancata bonifica. Nell’udienza precedente gli imputati Ausimont si sono dichiarati innocenti perché il dolo sarebbe della subentrante Solvay, dal 2002. Nell’udienza del 13 ottobre gli imputati Solvay si dichiareranno innocenti perché il dolo sarebbe della precedente Ausimont, fino al 2002. Nella prossima udienza del 7 ottobre gli imputati Arkema si dichiareranno innocenti perché il dolo sarebbe di Ausimont e Solvay, prima e dopo il 2002. In subordine, tutti assieme sarebbero contenti che il giudice GUP sentenziasse che non è dolo bensì colpa, reato involontario. Meglio ancora: non è colpa di nessuno. Cioè la colpa è dei cittadini e dei lavoratori  che sono morti o si sono ammalati senza alcun motivo. E pretenderebbero anche i risarcimenti.
Non fa parte di questo procedimento penale, ma Medicina democratica ha denunciato anche l'inquinamento Solvay per PFOA (acido perfluorottanoico, tossico cancerogeno mutageno) nei fiumi Bormida, Tanaro e Po fino alla foce. Nonchè la presenza di PFOA nelle sacche di trasfusione sangue.    
 
Sent: Wednesday, October 05, 2011 7:43 PM
Subject: non ce la date a bere

Il libro di Maurizio Marchi, Medicina democratica,  è disponibile su Internet   al link  http://ilmiolibro.kataweb.it/default.asp   (Gruppo l’Espresso): nel motore di ricerca del sito digitare il titolo “non ce la date a bere”.

 Imputati eccellenti per l'inquinamento delle acque: l'industria pesante di base e la classe dirigente locale.  Ma l’intero saggio si colloca nella riflessione e nella diffusione di conoscenze per il “che fare” dopo lo straordinario   risultato dei referendum nazionali sull’acqua del giugno 2011, un che fare troppo spesso trascurato dai movimenti acqua pubblica. . 

 

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Sulla risorsa acqua di un territorio si scaricano tutte le contraddizioni – ambientali, sociali, culturali ed industriali – di quel territorio.  Ed in questa parte della Toscana, la risorsa acqua è in condizioni molto critiche, se non comatose.

Il primo “imputato” di questa grave situazione è l’industria pesante di base, qui colpevolmente concentrata – del cloro-soda, del petrolio, dell’acciaio, dell’energia – vecchia, inquinante, grande consumatrice d’acqua dolce. Il secondo “imputato”, più o meno consapevole e consenziente, è la classe dirigente locale, dalla regione all’ultimo assessore comunale. Poi ci sono vari altri “imputati minori”, che reclamano il loro pezzo di abuso sull’acqua, come il turismo delle seconde e terze case e dei campi da golf, l’agricoltura chimicizzata, la cavatura di materiali, lo spandimento di rifiuti.

Il saggio esamina l’aspetto delle estrazioni di salgemma dalla Val di Cecina, operato con acqua dolce e convogliato a Rosignano per tubazione, gli enormi consumi d’acqua della raffineria ENI di Livorno, del polo siderurgico di Piombino e del polo geotermico di Larderello. Quest’ultimo, oltre ai forti consumi diretti, è sospettato di enormi  incalcolabili perdite  sotterranee e dell’inquinamento con arsenico, boro e mercurio dei torrenti e delle falde, fino a contaminare addirittura gli acquedotti dell’incolpevole Isola d’Elba.

Prosegue con l’analisi dei problemi “emergenti” del cromo esavalente nell’acqua della Val di Cecina e dei nitrati nella pianura costiera, fino ad arrivare al problema centrale, quello delle deroghe sugli inquinanti nell’acqua potabile, risultato di decenni di scelte devastanti, riassumibili nel ribaltamento dei principi della Legge Galli, che riserva l’acqua migliore ai cittadini anziché all’industria.

L’intero saggio si colloca nella riflessione e nella diffusione di conoscenze per il “che fare” dopo lo straordinario   risultato dei referendum nazionali sull’acqua del giugno 2011.  Ripubblicizzare l’acqua non solo da un  punto di vista economico-burocratico, ma come atto democratico di ripresa in mano del proprio  territorio, delle sue risorse, della salute popolare.

 

 

Allegato Rimosso