Re: [ecologia] Basta con l'inquinamento acustico e musicale nei luoghi pubblici ...... - Lettera Aperta




 
Caterina,
 
condivido la tua richiesta di  dire basta alla musica nei luighi pubblici. Che poi spesso non è musica ma accozzagli di rumori (non suoni). E spesso roba di importazione dall' America, condita con luci spichedeliche e frasi in iglese altamente stupide e banali.
 
Nell' elenco dei locali pubblici dai quali eliminare la musica  aggiungerei anche le palestre e le piscine, dove troppo spesso il volume è altissimo e la musica (?) sempre  del solito tipo di importazione (pensa a quanti soldi in diritti di autore paghiamo per della robaccia!).
 
E che dire della musica enelle feste paesane ? Qui il livello dei decibel supera grandemente quello stabilito per legge. Ma le autorità preposte non intervengono per non disturbare il popolo bue. Ne è un esempio il Carnevale di Cento: la musica rompe i timpani e fa vibrare il cuore.
 
Franco
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Sent: Tuesday, August 16, 2011 2:37 PM
Subject: [ecologia] Basta con l'inquinamento acustico e musicale nei luoghi pubblici ...... - Lettera Aperta




 

Nonostante sia dotata di una cultura molto modesta, mi considero una persona amante del bello, dell'arte, della letteratura, ed anche della musica. Sono cresciuta negli anni '70 e quindi ho amato i Beatles (molto più dei Rolling Stones), la musica della West Coast, David Bowie, i Pink Floyd, i classici gruppi rock-pop e solo più tardi, alcuni cantautori italiani, De Gregori in primis e poi De Andrè. In seguito mi sono anche appassionata alla musica classica, specie quella da camera. Occasionalemte qualche amico mi ha fatto apprezzare il soul.
 
Oggi, a cinquantanni suonati amo molto il silenzio, non accendo quasi mai lo stereo, nè tanto meno la televisione.
Preferisco ascoltare il fruscio del vento tra le foglie, le onde del mare che si infrangono sulla battigia, la voce del mio compagno Paolo, che mi parla o che canta i suoi canti devozionali (e mi piace tanto che io canto con lui o almeno ci provo).
Mi piace ascoltare le voci delle persone che mi parlano, come quella di mia figlia Viola anche se spesso è solo per brontolarmi, l'abbaiare festoso della mia cagnetta Magò quando torno a casa. Mi piace anche passeggiare specialmente in mezzo alla natura, ma anche tra le strade di un paese o di una città nota o sconosciuta e, a volte, entrare in un bar per un caffè o in un ristorante per un pranzo o una cena. Come tutti poi, anche se il meno possibile, devo frequentare anche qualche supermercato, piccolo o grande che sia, o qualche altro esercizio pubblico.
 
Ma in quanti di questi luoghi ormai si può entrare senza essere investiti da una qualsiasi musichetta ("muzak" la chiamava John Lennon)?
 
Poche sere fa io e Paolo in pizzeria con due amici abbiamo dovuto chiedere se almeno potevano abbassare il volume, dato che tra il suono della musica e le voci degli altri avventori si parlava con difficoltà, il giorno successivo in fila al supermercatino mi sono trovata (e dovevo star lì per non perdere il posto) proprio sotto l'altoparlante che sparava note di musica leggera, al bar dove si fa colazione al mattino, secondo chi c'è dietro il banco si può fare il "toto volume", ma sempre musica c'è, passeggi per la strada e ti passa di fianco un' auto a tutta velocità (rombo del motore) e col finestrino aperto con la radio a palla, arrivi in una qualsiasi spiaggia attrezzata e dall'altoparlante dello stabilimento escono annunci vari e musica (come si fa a sentire il rumore del mare? l'unica è andare alla spiaggia libera, ma lì c'è l'immondizia). L'usanza la ritrovo ovunque vada.
Insomma, ma perchè tutti ci vogliono "allietare" con una musica che nessuno ha chiesto di ascoltare?
Non è una violazione della libertà personale? Non sarà che qualche "scienziato" ha studiato che, come una volta si diceva che le vacche ascoltando la musica, producevano più latte, anche il consumatore produce più reddito? Non è che ci vogliono tutti "felici e contenti" (o contenti e coglionati?) perchè così pensiamo meno alle cose serie, alla crisi, per esempio, ci distraiamo e ci dilunghiamo nei nostri acquisti, al "piacevole" (secondo loro) suono di una musica suadente? Non mi meraviglierebbe sapere che ci
sono studi di marketing al riguardo, anzi ne sono sicura!
 
Perciò io dico BASTA alla musica nei luoghi pubblici!!!
I bar, i ristoranti, i negozi, le spiagge, dovrebbero, potrebbero tornare ad essere semplicemente luoghi di incontro in cui fare  acquisti e parlare, ascoltare e leggere parole. E voi cosa ne pensate?
 
Caterina Regazzi
 
Circolo Vegetariano VV.TT.
Via Sacchette, 15/a - Treia (Macerata)
 
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P.S.
 
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Leggete la carta degli intenti qui: http://retedellereti.blogspot.com/2011/08/no-allinquinamento-acustico-e-musicale.html