Re: [ecologia] Petrolio :Matera capitale delle trivelle e della matematica perduta



ditelo a tutti

Il giorno 05/mar/11, alle ore 09:17, tiziano cardosi ha scritto:

legambiente è il braccio ambientalista del PD, il che significa che fa battaglie solo se gradite al PD
Legambiente non fa difesa dell'ambiente, la mima per dare un'aurea rispettabile al partito di riferimento.
E' un atteggiamento altamente dannoso perché lavora per l'avversario dicendosi amico nostro.
In Toscana averi esempi a iosa sul tema.
T

Il 04/03/2011 21:27, Borghi Franco ha scritto:
 
...non sei forse un po' troppo pessimista ?
Io vedo che Legambiente  delle battaglie ne fa, e anche  Italia Nostra, ecc. ecc.
 
E l' alternativa quale sarebbe ?
 
Franco
 
 
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Franco BORGHI 
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Sent: Friday, March 04, 2011 7:13 PM
Subject: Re: [ecologia] Petrolio :Matera capitale delle trivelle e della matematica perduta

non credo che gli ecologisti di sistema siano interessati a fermare le trivellazioni...
cosi come gli OGM e le altre porrcherie...
Traditori dei Benefattori(Dante 33° Canto Inferno)
Il giorno 04/mar/11, alle ore 16:22, Borghi Franco ha scritto:

Da quanto leggo qui sotto la situazione  a Matera e dintorni sembra drammatica. Allora non sarebbe il caso di coinvolgere le grandi associazione ecologiste italiane per fare un' azione comune contro questo sfruttamento del suolo e impoverimento del territorio.
LEGAMBIENTE  ne è a conoscenza ? E il WWF e ITALIA NOSTRA ?  E GAIA ? d altre ancora ?
 
Saluti, Franco
 
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Sent: Friday, March 04, 2011 2:58 PM
Subject: [ecologia] Petrolio :Matera capitale delle trivelle e della matematica perduta

NOSCORIE TRISAIA
noscorietrisaia at libero.it

04.03.2010

MATERA CAPITALE DELLE TRIVELLE E DELLA MATEMATICA PERDUTA

Matera l’aspirante capitale della cultura si trasforma nella capitale delle compagnie minerarie che vogliono a tutti i costi con la complicità della Regione e dei senatori di governo il greggio e gas del sottosuolo lucano. L’annuncio fatto dal governatore Vito De Filippo nelle pagine dell’allegato di Affari e Finanza di Repubblica di trasformare la Basilicata in un hub energetico, sono state accolte nel convegno Copam 2011 a Matera proprio da chi dovrebbe fare della cultura uno strumento di sviluppo sociale, politico ed economico. Ci riferiamo all’Università della Basilicata. Senza mezzi termini il vice rettore ringrazia per le somme ricevute dal petrolio che a suo dire mantengono in vita l’ ateneo. Ma a cosa serviranno tanti laureati se alla fine dovranno emigrare da una terra che non offre loro occupazione né sviluppo, ma solo sfruttamento e inquinamento?. Sfruttamento del sottosuolo che arricchisce le compagnie minerarie (circa 2 miliardi di euro all'anno è il loro profitto),sfruttamento della precarietà dei giovani con corsi di formazione che non formano, inutili e costosi e clientelari, in una regione che si spopola mentre la sua classe dirigenti continua in un delirio di autocelebrazioni.La storia ci insegna che proprio in questa terra maturarono 

quella cultura di democrazia e di libertà con la quale i nostri contadini trasformarono la propria esistenza in lotta sociale di sviluppo per tutti. Carlo Levi o Rocco Scotellaro si rigireranno nella tomba, nel veder distrutta e svenduta la loro terra. 

Che differenza col passato: i nostri nonni, contadini e analfabeti, riuscirono non solo a dare una cultura e un futuro ai propri figli, ma combatterono per la libertà e la democrazia contro gli oppressori e il fascismo.

Oggi, invece, una classe dirigente apparentemente colta e laureata si sbraca al cospetto delle compagnie minerarie svendendo territorio, salute e cittadini. Sì, perché di una svendita vera e propria si tratta.Le compagnie petrolifere che trivellano in Basilicata guadagnano il 40% in più 
rispetto a quando trivellano in Canada o il 65% in più della Norvegia, ricevendo in cambio anche i ringraziamenti da parte dell'Università di Basilicata e della classe politica compiacente, incapaci evidentemente di fare un po' di conti, semplici addizioni e sottrazioni. Matematica a parte il presidente della Regione ha già esternato il suo pensiero e la sua volontà di trasformare la regione in una gruviera del petrolio e del gas, con annesse centrali e discariche di servizio in cambio delle royalites, ossia la piccola parte del grande guadagno che le compagnie minerarie lasciano alla Basilicata (7 %), giusto per per far quadrare un po' di conti di bilancio regionale e di qualche municipio. Consentendo anche assurde aree di franchigie di gas e greggio che eludono anche la miseria del 7% alle comunità lucane che per giochetti del genere vengono private delle royalites.
Il presidente De Filippo con queste affermazioni forse non si rende conto di ammettere il suo fallimento politico nella gestione di una regione che ha ben alte potenzialità dove la matematica non è più una opinione. E’ giusto allora tenersi questo presidente e distruggere l’acqua, l’agricoltura e il turismo o non sarebbe più logico trovare amministratori lungimiranti e più attenti alla gestione pubblica? I senatori lucani e il presidente De Filippo, forniscano quindi una plausibile spiegazione su questo mare di denaro risparmiato dalle compagnie petrolifere e sul loro operato di svendita della terra lucana per la quale non esiste alcun rogito notarile di loro proprietà



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