Porto turistico di Imperia: Scajola, Balducci e Caltagirone



Imperia, sul porto l’ombra Balducci-“Sciaboletta”

L’IMPIANTO TURISTICO DA 80 MILIONI E LA NOMINA DEL DIRIGENTE NELLA COMMISSIONE DI CONTROLLO

di Pino Giglioli, “Il Fatto Quotidiano”, 4 mag. 2010

Angelo Balducci ha molti estimatori a Imperia, nel regno di Claudio Scajola. Politici e amministratori vicini al ministro delle Attività produttive lo vollero per presiedere la commissione destinata a esaminare un progetto che a “u ministru”, come lo chiamano da queste parti, sta a cuore.

C’è voluto lo scandalo della casa vista Colosseo comprata da Scajola per far venire fuori una storia che giaceva da anni chiusa in un cassetto. Ma leggendo gli atti sul megaporticciolo turistico di Imperia emerge un episodio che quantomeno traccia un trait d’union tra gli ambienti scajoliani e Balducci, il superdirigente pubblico amico di Anemone

Tutto ruota intorno al porticciolo turistico, un’opera che ha cambiato il volto della città con quei moli – costati 80 milioni di euro – dove troveranno posto 1.400 barche. Un progetto che Scajola ha sempre sponsorizzato e che conosce molto bene. Le cronache locali ricordano che nel 2003 il ministro sorvolò in elicottero la zona del cantiere insieme con l’imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone (il principale costruttore dell’opera), ma anche con Gianpiero Fiorani che in Liguria sperava di reinvestire i soldi delle sue scalate. Scajola, va detto, era poco più che un passeggero, al massimo un sostenitore. Non partecipa all’opera anche se nella società che l’ha realizzata ha seduto per anni Pietro Isnardi, consuocero di Alessandro Scajola, fratello del ministro. Angelo Balducci entra in gioco qualche anno più tardi. Siamo all’inizio del 2008 quando gli enti pubblici devono nominare la Commissione che verificherà la conformità del mega-porticciolo alla concessione demaniale. Bisogna esaminare le opere a mare realizzate, ma soprattutto si devono stabilire   gli oneri che il concessionario dovrà pagare allo Stato. Una verifica amministrativa, ma anche contabile, su cui puntano gli occhi soprattutto Caltagirone Bellavista e Beatrice Cozzi Parodi. Lei da queste parti ormai è soprannominata “Nostra Signora dei Porticcioli”. Proprio intorno ai cantieri è nato l’amore per Caltagirone Bellavista (membro tra l’altro della cordata Alitalia). Insieme hanno realizzato porticcioli in mezza Italia.  

Bene, ogni ente pubblico deve nominare un suo rappresentante. “È prassi che si scelga un membro dell’amministrazione, gente di qui”, raccontano negli uffici comunali. Vengono nominati i quattro membri: la Regione di Claudio Burlando (che, va detto, ha compiuto controlli severi sull’opera) sceglie Roberto Boni, un suo ingegnere. Poi ecco due professionisti locali in rappresentanza anche del Demanio, Pierre Marie Lunghi e l’architetto Riccardo Blanco. La sorpresa arriva quando il comune comunica la sua scelta: tocca ad Angelo Balducci. Nei corridoi della politica imperiese qualcuno spalanca gli occhi: un pezzo grosso nazionale per un’opera tutto sommato locale. Una stranezza. Chi ha voluto Balducci? Il sindaco di Imperia all’epoca era Luigi Sappa (Pdl), un uomo considerato molto vicino a Scajola, e non potrebbe essere diversamente visto che la poltrona in comune è un affare di famiglia: prima toccò a Claudio Scajola, poi al fratello Alessandro. Oggi Marco Scajola, nipote del ministro, alla soglia dei quarant’anni è già vicesindaco e pare pronto per il grande volo. Il Pdl scajoliano ha scelto proprio Sappa come attuale presidente della Provincia di Imperia.

Ma la storia racconta altri dettagli: Balducci viene subito nominato presidente della Commissione. Rimane in carica un paio di mesi, poi si dimette. Restano anche altre domande: la legge prevede che indennità e compensi dei componenti siano a carico dei concessionari. Cioè soprattutto Bellavista Caltagirone. Agli altri tre membri della Commissione sono andati una manciata di euro, soltanto l’indennità di trasferta perché sono dipendenti delle amministrazioni. Balducci ha ricevuto un compenso? Soprattutto, però, chi aveva consigliato a Sappa di scomodare uno dei massimi dirigenti pubblici italiani per un’opera locale?