Francia: EDF ingaggia investigatori per spiare Greenpeace



di Andrea Bertaglio


Accuse di spionaggio in queste ultime settimane per EDF, la compagnia 
francese che dovrebbe esportare il nucleare in Italia e che, assumendo hackers 
ed ex agenti segreti, avrebbe organizzato servizi di sorveglianza su Greenpeace 
ed altri gruppi anti-nucleari non solo in Francia, ma in tutta Europa.
La notizia è stata riportata dal Financial Times. Il quotidiano britannico 
afferma, avvalendosi di testimonianze francesi, che la multinazionale EDF 
avrebbe pagato degli investigatori per infiltrarsi in gruppi opposti al 
nucleare in tutto il Vecchio Continente.
Pierre François, ex responsabile della sicurezza di EDF, avrebbe organizzato 
servizi di sorveglianza su Greenpeace a partire dal 2002. Secondo l'accusa, 
François avrebbe usato degli investigatori per violare il computer di Yannick 
Jadot, a suo tempo direttore delle campagne di Greenpeace in Francia. Mail, 
dati, files copiati e trasmessi. L'operazione sarebbe stata condotta da Thierry 
Lhoro, in precedenza agente segreto.

EDF nega ovviamente di avere tentato di inserirsi nelle “reti private” di 
Greenpeace o altri, anzi, ha cercato di mostrarsi come una vittima della 
situazione. Tentativo fallito poiché respinto dai giudici francesi. 

Anche il signor François nega le accuse contro di lui, in particolare quelle 
che lo vedono coinvolto nell'assunzione di investigatori privati e nelle 
operazioni di pirateria informatica per un illegale accesso ai dati del 
computer di Jadot.

L'indagine in corso in Francia su tale questione sta cercando di fare luce su 
quanto ha dichiarato Thierry Lorho, ex agente dei servizi segreti la cui 
società, Kargus Consultants, fu assunta da EDF per "offrire appoggio operativo 
per sorveglianza strategica". Lorho ha dichiarato ai giudici che gli fu chiesto 
da François di “introdursi” nel computer di Jadot, e che quella sarebbe stata 
una prima prova di un contratto a lungo termine che l'avrebbe portato a 
“pedinare” l'Organizzazione ambientalista nelle sue attività.

Secondo la sua testimonianza, il Sig. Lorho presentò a François un giovane 
esperto di computer, Alain Quiros, il quale ha addirittura affermato di avere 
abbozzato su di un tovagliolo di carta il sistema col quale avrebbe fatto 
irruzione nei dati di Greenpeace. 
Il sistema si avvaleva di un cosiddetto “cavallo di Troia”, tramite il quale 
avrebbero potuto registrare ogni email ed ogni battito di tasto di Jadot.

Pierre François ed il responsabile della sicurezza di EDF Pascal Durieux 
rinnegano tali affermazioni. François afferma che le accuse di Lorho sono solo 
un tentativo di vendetta per non essersi visto rinnovare il contratto di 
collaborazione con l'azienda elettrica. 

Una vicenda che ha a dir poco del grottesco, ma che tratta temi coi quali ci 
sarebbe poco da scherzare. A chi credere?

Un aiuto per farsi un'opinione lo si può forse avere da Jean-Marc Sabathé, 
direttore della sicurezza presso EDF (nonché direttore dei due accusati), che 
ha dichiarato in un'intervista rilasciata al quotidiano francese “Le Monde” che 
sia il Sig. Francois che il Sig. Durieux sono stati sospesi dopo che 
un'indagine interna alla società ha rivelato che i metodi usati per contattare 
la Kargus non avevano rispettato le regole della compagnia, e che i dirigenti 
EDF non sapevano nulla di tali contatti.

Ciò che incuriosisce maggiormente in questa vicenda, oltre allo “scarica 
barile” tipico di queste situazioni e al modo in cui un'azienda pubblica possa 
utilizzare la rete e le tecnologie informatiche, è il coinvolgimento dello 
stato francese e dei suoi servizi di intelligence. La lobby nucleare in Francia 
è particolarmente potente, e vasto è l'appoggio politico e civile all'energia 
nucleare. Ma EDF, oltre alle mire espansionistiche in Italia, ha acquistato 
importanti fette di compagnie produttrici di energia in Gran Bretagna (ecco 
perchè l'interesse da parte del FT), paese in cui il movimento anti-nucleare è 
molto più massiccio che in Francia.

Uno scontro telematico oltre che economico, civile e culturale?


Evidentemente si, perchè ci si attacca a tutto, quando si è in serie 
difficoltà. L’idea che gli obiettivi europei per le fonti rinnovabili e 
l'efficienza energetica al 2020 valgono il triplo del piano nucleare del 
governo italiano e che occuperebbero almeno 200 mila persone, 10-15 volte l’
occupazione indotta dal nucleare, inizia a preoccupare parecchio “poteri forti” 
quali EDF. 
Questi colossi in perdita - che non riuscirebbero a sopravvivere senza 
l'appoggio di presidenti come Sarkozy o Berlusconi - con cantieri sempre (e 
fortunatamente) in numero ridotto e in ritardo rispetto alle previsioni (ne è 
un ottimo esempio il reattore in fase di costruzione in Finlandia), si devono 
ormai attaccare oltre che ai finanziamenti pubblici, anche allo spionaggio on-
line e all'arruolamento di giovani hackers.