CORRIERE DELLA SERA:" SE IL NUCLEARE RESTA ORFANO".






Il provvedimento non e' stato ancora approvato.Il ruolo di ENEL ed ENI.L' opzione delle centrali in Albania.

SE IL NUCLEARE RESTA ORFANO

Tira e molla nel governo sul progetto. Ma Scaloja insiste. Il peso di Edf.

di Dario Di Vico da Corriere Economia (Corriere della Sera).

Il nucleare italiano rischia di restare senza padri.Il governo ha fatto la scelta dell' atomo per ridurre la dipendenza energetica ma i dubbi crescono e le certezze vacillano.Innanzitutto il premier Silvio Berlusconi sembra sempre meno convinto di adottare un provvedimento a consenso differito e a rischio di conflitti immediati. Il disegno di legge "istitutivo" sta completando il suo tormentato iter (e' alla terza lettura a Montecitorio e ne serve una quarta al Senato) e nei successivi sei mesi l' esecutivo dovrebbe formulare i criteri per l' individuazione dei siti. Ma a quel punto saremmo alla vigilia delle regionali del 2010 e come e' gia' accaduto in Sardegna quest' anno il tema della localizzazione del nucleare rischia di diventare una issue centrale nell' orientamento elettorale delle comunita' locali. Da qui la freddezza del premier.
Sull' approvazione del nucleare ha puntato le sue carte il ministro Caudio Scajola e non pare, almeno lui, aver voglia di operare un disconoscimento di paternita'. Anzi nonostante la Roma ministeriale scommetta su un suo trasloco al partito, Scjola insiste. Piu' pragmatico e' l' atteggiamento del ministro Giulio Tremonti: in tempi non sospetti aveva sostenuto l' idea di una via balcanica al nucleare, finanziare la costruzione di centrali in Albania o nel Montenegro per evitare alla maggioranza di governo di Roma di logorarsi in lunghe contese con eventuali movimenti Nimby locali.
Se l' Enel e' il soggetto chiave della politica nucleare italiana, l' Eni non la vede di buon occhio innanzitutto per ragioni di concorrenza nelle fonti energetiche. E' possibile che in un futuro il cane a sei zampe trovi modo di rientrare comunque in gioco, ma non va dimenticato che l' Eni e' inserita in un network geopolitico che passa per la Russia e la Libia mentre l' atomo italiano ha come "sottostante" una fortissima opzione filo-francese.
L' Edf di Pierre Gadonneix avra' infatti un ruolo da pivot legato al trasferimento di tecnologia ma anche alle attivita' di controllo.
E' credibile che un forte calo di entusiasmo e motivazioni politiche porti il governo a rivedere le sue scelte? E' assai difficile dirlo. L' Italia potrebbe decidere di respingere l' Enel ed Edison a investire sul nucleare all' estero e dare a Terna la missione di importare l' energia prodotta fuori, ma per ora si tratta di ipotesi accademiche.Il guaio e' pero' , che il tira e molla ritarda comunque le scelte di accompagnamento. E senza far crescere competenze e cultura la dipendenza dalla francesi sara' pesantissima.