Greenpeace: ancora più debiti per Enel se investisse nel nucleare



Mon, 27 Apr 2009 16:13:00 +0000 
Greenpeace: ancora più debiti per Enel se investisse nel nucleare
 
 
 
 
(PRIMAPRESS) MILANO - L’indebitamento di Enel già significativo crescerebbe 
ulteriormente di oltre 30 miliardi di euro, se la società desse seguito alle 
dichiarazioni di nuovi investimenti sul nucleare. È quanto emerge dal rapporto 
finanziario “ENEL: prospettive e rischi degli investimenti in energia nucleare” 
elaborato dal Prof. Stephen Thomas dell’Università di Greenwich e commissionato 
da Greenpeace Italia e Fondazione Culturale Responsabilità Etica. Questo studio 
analizza il rapporto tra il debito finanziario della società e i progetti 
espansionistici nel nucleare. Enel, che questa settimana approverà il bilancio 
dell’esercizio 2008, presenta - com’è noto - debiti finanziari per 50 miliardi 
di euro. Con l’acquisto di un’ulteriore quota di Endesa nel 2009, l’
indebitamento finanziario della società è salito a 61 miliardi di euro, 
quadruplicandosi in meno di due anni. Standard & Poor’s, la principale società 
di rating internazionale, ha annunciato che il debito di ENEL sarebbe tenuto 
sotto osservazione con “implicazioni negative”. Nonostante il forte 
indebitamento, ENEL ha manifestato l’intenzione di espandere il suo impegno nel 
nucleare – in Italia e all’estero – e questo comporterà costosi e rischiosi 
investimenti. Il rapporto commissionato da Greenpeace stima in 31,5 miliardi il 
costo degli ulteriori investimenti di Enel nel nucleare. Solo in Italia, 
infatti, i quattro reattori EPR, che Enel progetta di costruire in seguito all’
accordo di collaborazione con EDF, costeranno circa 25 miliardi di euro. “Come 
emerge dal rapporto, l’attuale debito finanziario dell’Enel, anche a seguito 
delle previste cessioni, rimarrà circa doppio rispetto a quello di EDF, il 
colosso elettrico francese recentemente coinvolto per spionaggio ai danni di 
Greenpeace” afferma Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace “come è 
possibile aumentare di oltre 30 miliardi di euro questo indebitamento con 
ulteriori investimenti nel nucleare?”
“Un chiaro segnale dell’attuale politica di Enel è che, tra gli interventi 
decisi per finanziare i propri piani, Enel abbia deciso di vendere quote di 
Enel Green Power, la divisione specializzata in energie rinnovabili”, sostiene 
Andrea Lepore, campagna Clima di Greenpeace. “Peccato che proprio questo 
comparto presenti una redditività pari a tre volte quella generale del gruppo”. 
“Chiediamo a Enel di rivedere profondamente le sue scelte sul nucleare e di non 
sacrificare quote di Enel Green Power, incrementando gli investimenti nelle 
fonti rinnovabili” conclude Lepore.Il rapporto viene presentato oggi a Milano 
al convegno “La ricetta anticrisi dell’azionariato critico: regole, 
trasparenza, responsabilità sociale e ambientale”, organizzato dall’Università 
Cattolica del Sacro Cuore, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Campagna 
per la Riforma della Banca Mondiale, la rivista Valori e Greenpeace.
(PRIMAPRESS)