Silenziose mosse per il ritorno al nucleare del Governo Berlusconi



da qualenergia.it


Silenziose mosse per il ritorno al nucleare Il Governo Berlusconi, con l’
appoggio della Confindustria e dei grandi gruppi energetici, sta facendo 
passare sotto silenzio l’ipotesi di equiparare l’energia nucleare alle fonti 
rinnovabili. Un orrore giuridico ed energetico. 
Mentre in Italia si è formata la "santa alleanza" tra Confindustria e Governo 
per il ritorno del nucleare con l’ipotesi di un consorzio tra grandi gruppi 
energetici, alla faccia dei cittadini che hanno votato contro l’atomo a 
stragrande maggioranza un referendum nel 1987, potrebbe anche arrivare per 
questi un’ulteriore beffa rappresentata dal disegno di legge AC 1195 che 
prevede, tra l’altro, la delega al Governo in materia di nucleare. 

Nel provvedimento in discussione, che sta passando sotto silenzio, si prevede 
all’articolo 14, comma 4, di equiparare il nucleare alle fonti rinnovabili 
nella priorità di dispacciamento dell'energia elettrica. Si legge: “Al comma 4 
dell’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, dopo le parole: 
«fonti energetiche rinnovabili» sono inserite le seguenti: «, energia nucleare 
prodotta sul territorio nazionale». Un orrore giuridico ed energetico, non in 
sintonia con il dispositivo della Direttiva europea 77 del 2001 che forse punta 
ad indirizzare incentivi anche al nucleare sul modello dei certificati verdi o 
del CIP6. 

Va ricordato che nell’articolo 11 del Decreto legislativo in questione è 
prevista l’incentivazione della produzione di energia da rinnovabili nell’
ambito della riorganizzazione del mercato elettrico. Inoltre, la definizione di 
“Fonti Energetiche Rinnovabili” è stabilita nell’art. 2 della direttiva 
77/2001, e riportata anche nella direttiva 54/2003, e il nucleare non viene 
certamente equiparato alle rinnovabili. A settembre anche la Commissione 
Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento Europeo aveva espresso parere 
contrario sulla possibilità di considerare l’energia nucleare come una fonte 
rinnovabile e utile alla lotta ai cambiamenti climatici. 

La maggioranza, invece, si muove in questa materia senza considerare la 
disciplina europea, quella nazionale e, come detto, la volontà popolare. Dei 
risultati dei sondaggi arruffati da qualche committente coinvolto nel ritorno 
dell’atomo sarebbe meglio soprassedere. Sarà interessante assistere all’euforia 
delle popolazioni quando sapranno che sul loro territorio ci saranno nuove 
centrali nucleari. 

Il Governo spera di licenziare il provvedimento per la metà di febbraio, ma 
sarà difficile visto che il testo, ora in Commissione Industria del Senato, è 
sepolto da circa 700 emendamenti. Allora il Governo, con un altro emendamento, 
ha chiesto tempo facendo slittare al 30 giugno 2009 il termine per la 
presentazione dei criteri per la scelta dei siti nucleari. 
Probabilmente non riuscirà a definire i siti nucleari prima di settembre o 
ottobre, ma sottolineiamo anche il fatto che al comma 2 (lettera a) dell’art. 
14 si legge che la delega al Governo sul nucleare prevederebbe “la possibilità 
di dichiarare i siti aree di interesse strategico nazionale, soggette a 
speciali forme di vigilanza e di protezione”. Quindi esautorando ogni legittima 
competenza regionale e locale. 
L’opposizione alla Camera si era astenuta, ma in Senato il Partito 
Democratico, da solo, sull’articolo 14 e sugli articoli 15 e 16 (tutti sul 
nucleare in Italia) ha depositato circa 300 emendamenti che, in sintesi, 
chiedono la soppressione di queste disposizioni. 

Il direttore regolamentazione e ambiente dell'Enel, Simone Mori, ha 
dichiarato pochi giorni fa che "in Italia sarà possibile avere 8 centrali 
nucleari nell'arco di otto-dieci anni", a patto che si vada avanti con le 
tecnologie disponibili e non si aspetti il nucleare di quarta generazione" (su 
Enel e nucleare vedi anche articolo su Qualenergia.it). 
Sebbene il consorzio di cui sopra sia al momento piuttosto conflittuale per 
gli interessi economici in gioco e le scelte tecnologiche da attuare, tanto che 
l’ad dell’Enel Fulvio Conti lo ha equiparato ad un “Palio di Siena”, si capisce 
però che la celerità è un “must” per questi soggetti. Devono cogliere il clima 
favorevole ora e subito, senza farsi scappare il treno. Altro che pacchetto 
energia e clima 2020! 

LB