termovalorizzatori in Basilicata



NOSCORIE TRISAIA
Movimento Antinucleare Pacifista
Mail noscorietrisaia at libero.it
map nst  508 11.02.08
 
Nella Regione verde  con il più basso indice di produzione di rsu procapite per abitante 

Chi vuole costruire i Termovalorizzatori in Val Basento ed
in Basilicata?


Con 593.000 abitanti la Basilicata può essere considerata
tra i quartieri di Napoli,come il Vomero.
Stranamente però, come Napoli e la Campania, anche la
Basilicata sta precipitando nell’emergenza rifiuti,
scoprendo, tutto in un colpo, di non sapere dove smaltire i
420 quintali per abitante all'anno, nonostante questa
quantità sia tra le più basse in Italia. Assistiamo alla
frenetica attività degli assessorati all’ambiente che,
dopo l’apertura e l’ampliamento delle discariche di
rifiuti tossici e nocivi a Paterno e Corleto Perticara,
spingono verso la necessità di creare termovalorizzatori
per smaltire i rifiuti prodotti dai comuni, perchè le
discariche  sarebbero quasi sature .
Temovalorizzare è il nuovo “verbo”coniato
mediaticamente per far passare un nuovo concetto di
incenerimento dei rifiuti producendo energia, anziché
diossina (secondo gli stessi assessorati).
Il conferimento in discarica costa attualmente  ai Comuni
circa 100-150 euro a tonnellata. Con l’incenerimento i
costi aumentano: ai costi di incenerimento (mediamente sui
150-200 euro a tonnellata) vanno aggiunti i costi di
smaltimento dei 300 Kg di ceneri a tonnellata che si
producono con l’incenerimento, che diventano
rifiuti tossici, per il cui smaltimento ci vogliono altri 60
euro/tonn. Facendo un pò di conti in tasca ai nostri
amministratori, al costo dello smaltimento in valore
assoluto pari a 100-150 euro/tonnellata vanno aggiunti i 60
euro del costo dello smaltimento in discarica delle ceneri
prodotte da smaltire in discarica del tipo 2B. Per cui,
sempre in valore assoluto, passiamo da 100-150 Euro a quota
200-250 euro/tonnellata. Poi ci sarebbe da computare la
“famosa” energia prodotta dai termovalorizzatori 
(ovviamente,tutta da dimostrare). Ma se nel bilancio
energetico dell’impianto il termovalorizzatore consuma lo
stesso valore per produrla dove sarebbe la convenienza di
costruirli e metterli in esercizio? Forse nei contributi
che lo Stato (cioè noi) paghiamo e che finiscono nelle
tasche di progettisti e produttori di questa tecnologia? 
Resta infine l’inquinamento,ossia la diossina prodotta. 
Lungi dal pensare che tutto l'inquinamento prodotto sia
sotto controllo, come dicono gli stessi amministratori e
fautori dell’incenerimento dei rifiuti, sono proprio i
controlli che non rappresentano la soluzione al problema
della termovalorizzazione. Meglio evitare di produrre
diossina per buona pace degli abitanti della Basilicata e
della Val Basento che di veleni ne hanno già per le future
generazioni!.
E la raccolta differnziata che fine ha fatto? Ed i soldi
investiti in questi anni in materia di rifiuti? I soldi
spesi per le frenetiche attività in tema di tutela
ambientale di Regione, Provincie, Comuni, AATO, Consorzi e
chiunque ha usufruito di soldi pubblici per il bene comune
, dove sono finiti ? 
La differenziata già viene ben studiata dai ragazzi delle
elementari, che hanno ben capito che differenziando i rifiuti
porta a porta, riciclando e riutilizzando riusciamo a
ridurre notevolmente le quantità, recuperando materiali utili fino al 75%.
In questo modo si potrebbe conferire in discarica solamente
il 25% del volume dei rifiuti oggi prodotto. I 100-150 euro
iniziali in valore assoluto del conferimento in discarica 
possono diventare 25-40 con buona pace dei contribuenti a cui
gli enti dovrebbero ridurre drasticamente non meno del 50%
la bolletta pagata per lo smaltimento dei rifiuti solidi
urbani, finanziando così il lavoro di giovani nei comuni
di residenza. Che i rifiuti siano un business lo sanno
tutti. Anche se in Basilicata non ci sono infiltrazioni di
tipo camorristico, le amministrazioni comunali cadono anche 
per colpa della gestione dei rifiuti solidi urbani: il caso
del comune di Policoro è emblematico. Incenerire o
termovalorizzare significa invece produzione e utili nello
smaltimento, tanto i rifiuti con le emergenze campane
possono arrivare da tutte le parti d’Italia, proprio come
già accade in Valbasento con i rifiuti tossici importati da
tutta Italia.
Se a Napoli si cerca di uscire dall’emergenza e non
sprecare denaro dei contribuenti per evitare di ingrassare 
le imprese del settore, in Basilicata vogliamo invece  arrivare
alle emergenze per poi specularci sopra importando rifiuti,
tanto pagano i cittadini?. Chi è interessato a fare
business e speculare sulle emergenze dei rifiuti e sui
termovalorizzatori?