APPELLO ALLE UNIVERSITA



APPELLO ALLE UNIVERSITA', AGLI ORDINI PROFSSIONALI E ALLA CULTURA:
AIUTATECI A DIFENDERE IL NOSTRO
E IL VOSTRO TERRITORIO DALLA MINACCIA-RIGASSIFICATORE
Tra pochi giorni la Brindisi LNG presenterà lo Studio di Impatto Ambientale
(S.I.A.) sul rigassificatore per avviare la procedura di V. I. A. imposta
dalla vigente normativa anche comunitaria ed elusa sino ad oggi, prima,
attraverso comportamenti penalmente rilevanti e, poi, con arrampicamenti
giuridici miseramente crollati. Sappiamo di tale imminenza non solo perché
sta per scadere il termine di 90 giorni concesso dal Decreto
interministeriale del 20.9.2007 (notificato alle parti a metà ottobre) ma
anche perché sappiamo di professionisti e docenti ai quali la bozza del
S.I.A., elaborata dalla solita D'Appolonia, è stata sottoposta per un
consulto.
Le nostre associazioni, in sintonia con gli Enti Locali, continuano a
chiedere l'annullamento del decreto autorizzativo del 2003, non ottenuto
sino a questo momento per la contrarietà del Ministero dello Sviluppo
Economico e per alcuni comportamenti contraddittori del Ministero
dell'Ambiente e della Regione Puglia. Un decreto autorizzativo
insanabilmente viziato non solo da eclatanti violazioni di legge ma anche
da eccesso di potere che ha provocato lo sviamento della volontà della
Pubblica Amministrazione. Un decreto allo stato insanabile pure rispetto
alla consultazione della popolazione circa i rischi di incidente rilevante
ad oggi non ancora regolamentata dalla normativa nazionale nonostante le
previsioni di quella comunitaria. Aspetto questo da noi già evidenziato e
dall'Amministrazione Provinciale di Brindisi opportunamente esposto alla
Commissione Europea proprio nei giorni scorsi.
Ma comunque ci prepariamo ad affrontare la procedura di V.I.A.!
Ed in quest'ottica intendiamo non solo esercitare il diritto di accesso
all'informazione e di partecipazione a tutte le fasi della vicenda, come
abbiamo già fatto con l'audizione presso il Ministero dello Sviluppo
Economico non appena ci è stata concessa (nel marzo 2007), ma vogliamo
operare affinché tutto il territorio e le più autorevoli espressioni
scientifiche e tecniche dello stesso scendano in campo per appoggiare la
battaglia di civiltà condotta dalla comunità brindisina e dalle sue
istituzioni nonchè sposata dall'intera comunità salentina e pugliese, con
delibere dei Consigli Comunali e Provinciali e di quello Regionale.
Chiediamo innanzitutto all'Università del Salento e all'Università di Bari,
che sono saldamente insediate a Brindisi grazie anche all'importante
investimento di denaro pubblico da parte delle istituzioni locali, di
studiare e dimostrare scientificamente l'insostenibilità ambientale del
rigassificatore e di "smontare" il certamente ben supportato S.I.A. di
parte, costruito sull'arbitrario assunto che un rigassificatore nel porto e
a ridosso del centro abitato in un'area "affollata" di insediamenti
industriali pericolosi possa solo fare bene alla nostra città e al
territorio. Brindisi ha spesso risentito purtroppo delle posizioni di
docenti universitari lontani, quelli - per intenderci - che hanno
certificato caratterizzazioni pulite poi dimostrate inesatte dall'ARPA,
"inallagabilità" di discariche poi allagatesi, e integrità di fondali
marini ritenuti successivamente non idonei (in quanto inquinati) per il
ripascimento delle spiagge.
Ma oggi Brindisi conta sull'Università e sulla ricerca scientifica
insediate sul territorio come parte inscindibile di esso e si aspetta da
queste realtà un validissimo contributo alla battaglia per un nuovo
sviluppo che il rigassificatore renderebbe impossibile. Per rappresentare
queste ragioni le nostre associazioni chiederanno di essere ricevute dai
Magnifici Rettori delle due Università confidando che questa iniziativa
riceva il sostegno delle istituzioni locali. Analogo il discorso relativo
agli ordini professionali della provincia, con i quali peraltro è già da
tempo in piedi una forte comunione d'intenti, testimoniata dall'adesione di
alcuni di essi alle manifestazioni contro il rigassificatore, nonché
all'ASL con il dipartimento di prevenzione e con l'unità di epidemiologia e
statistica. L'appello si estende anche ovviamente a tutti gli ingegneri,
gli architetti, gli urbanisti, i paesaggisti, i medici, i biologi, i
chimici,  i geologi, i giuristi, gli studiosi dell'ambiente, i
professionisti e in generale i cittadini della provincia e del Salento
perché tutti diano il proprio contributo all'impegno rivolto a respingere
il grave e inammissibile attacco alla nostra terra e al nostro porto.
Le associazioni ambientaliste terranno la cittadinanza informata sui tempi
e le scadenze della vicenda. Esse chiedono sin da ora alle Amministrazioni
Locali la pronta pubblicazione sui rispettivi siti internet dello Studio di
Impatto Ambientale in questione in tutte le sue parti, per rendere
effettivo il diritto all'informazione ambientale sancito dalla Convenzione
ONU di Aarhus.
Brindisi, 4 gennaio 2008

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione "Dott.
Antonio Di Giulio", Fondazione "Prof. Franco Rubino", A.I.C.S., ARCI, Forum
ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela
dell'Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino "Mo'
Basta!", Comitato Brindisi Porta d'Oriente.



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