"FONDI STRUTTURALI E BIODIVERSITA': FEDERPARCHI, LIPU E W" WF CHIEDONO ALLE REGIONI L'ADEGUAMENTO DEI LORO PROGRAMMI OPERATVI.



Federparchi, LIPU e WWF, in questi giorni hanno promosso un’iniziativa nei
confronti delle Regioni, volta a sollecitare l’adeguamento dei documenti di
programmazione dei fondi comunitari alle priorita’ ed indirizzi strategici
ed operativi contenuti nel QSN in materia di biodiversita’. Le tre
Associazioni,   infatti, attribuiscono grande importanza a questo strumento
d’indirizzo della politica regionale, comunitaria e nazionale, che ha
validita’ per i prossimi sette anni.  E’ noto che il Governo, riunitosi a
Caserta, ha stabilito che il Quadro Strategico Nazionale, appena licenziato
e inviato alla Commissione Europea, e’ l’unica norma di riferimento per lo
sviluppo del Paese: sia il Governo sia gli enti locali dovranno misurarsi
con questo strumento d’indirizzo, in modo da non parcellizzare gli
interventi e studiare obiettivi diversi tra i vari enti.
 
Federparchi, LIPU e WWF sottolineano l’importanza dell’inserimento della
tutela della biodiversita’ all’interno del documento nazionale, che delinea
le strategie per uno sviluppo economico territorialmente omogeneo.
Specificatamente il paragrafo 5.1.1 offre importanti prospettive per
rispondere efficacemente agli impegni internazionali e comunitari di
salvaguardia della biodiversita’, evidenziando il ruolo dei Parchi naturali,
delle Reti ecologiche, e d’altri Istituti per la tutela della Natura.
 
Secondo Matteo Fusilli, presidente di Federparchi “questi sette anni saranno
cruciali per i parchi naturali e per chi ci vive. Nei parchi si concentra la
piu’ grande ricchezza biologica ed ecologica del Paese e sono
necessari investimenti per garantirne il mantenimento e trasmetterle,
integre, alle future generazioni. Investimenti che avrebbero anche la
finalita’ di accrescere l'attrattiva dei territori, producendo così
benessere per le comunita’ locali e contribuendo concretamente all’obiettivo
europeo della convergenza tra Regioni e aree economicamente ricche e quelle
svantaggiate, con redditi pro-capite inferiori alla media.
  
Dichiara Fulco Pratesi, presidente del WWF Italia: “Gia’ dall’inverno del
2005 avevamo avviato un’interlocuzione con il Dipartimento per le Politiche
di Sviluppo e Coesione, preoccupati perche’ il “capitale naturale” del
nostro Paese fosse considerato una risorsa da sfruttare economicamente senza
preoccupazioni per le conseguenze del suo cattivo utilizzo e degli abusi
illegali. E' stato grazie all’attuale Governo che le Associazioni hanno
potuto ottenere che le Regioni abbiano la possibilita’ di investire risorse,
comunitarie e nazionali, per garantire la difesa e la tutela alla
biodiversita’”.
   
Per Giuliano Tallone, presidente della LIPU: “Ora tocca alle Regioni
prevedere, all’interno dei Programmi Operativi, obiettivi coerenti con le
linee strategiche sulla biodiversita’ contenute nel QSN, che dovranno
completare ed integrare quanto gia’ previsto nell’altro fondamentale
documento di programmazione che e’ il Piano Nazionale di Sviluppo rurale, e
relativi Piani regionali. E’ fondamentale, come giustamente sottolineato nel
documento del Governo, che le istituzioni dialoghino e collaborino
orizzontalmente (in primo luogo gli Assessorati regionali) e verticalmente
(con, e tra, Province, Enti Parco, Comunita’ Montane eccetera) perche’
questo e’ inevitabile se si vuole arrestare e far regredire la perdita di
biodiversita’ nel nostro Paese entro i prossimi sette anni”
 
 
 
A beneficiare di questi investimenti  saranno soprattutto i Parchi e Riserve
naturali, la Rete Natura 2000 (la rete ecologica europea composta di Zone di
Protezione Speciale e Siti d’Importanza Comunitaria), e le Reti Ecologiche,
uno strumento di gestione del territorio innovativo, che alcune Regioni
hanno gia’ progettato ed implementato.
 
Ora l’attenzione delle Associazioni si concentra, in particolare, sulle
Regioni del Mezzogiorno, beneficiare dei piu’ ingenti contributi comunitari
(FESR, FSE) e nazionali (FAS), che detengono la dote piu’ consistente e meno
parcellizzata d’aree d’alto valore ambientale ma che sono anche le piu’
deboli in termini di conoscenze e competenze, capacita’ progettuale e
gestionale. Le Associazioni si faranno promotrici d’iniziative di supporto
progettuale e trasferimento di conoscenze, per evitare errori che in passato
hanno portato a risultati deludenti o, addirittura, alla perdita dei
finanziamenti.
 


martedì 23 gennaio 2007
Per comunicazioni  e Informazioni
UFFICIO PROGRAMMA CONSERVAZIONE ECOREGIONALE