LAC: Resoconto Campo Antibracconaggio Valli Bresciane 2006



Si chiude ufficialmente il campo antibracconaggio 2006 della LAC nelle valli
bresciane
Distrutti e consegnati al CFS 2500  archetti,  trappole ad arco che spezzano
le zampe ai piccoli passeriformi, 500 trappoline per topi, dette sep, usate
per catturare piccoli uccelli e soffocarli; e  200 reti lunghe anche oltre
30 metri l’una, fitte a tramaglio, che imprigionano senza scampo i
malcapitati.
Decine gli uccelli prontamente liberati dai volontari sul campo, fringuelli,
tordi, passere scopaiole e  pettirossi la vittima, come sempre, più
frequente.
La presenza dei volontari italiani quest’anno è stata molto scarsa,
purtroppo questo tipo di volontariato considerato troppo faticoso ed estremo
allontana chi non ha una buona resistenza a lunghe e faticose camminate in
montagna  tra rovi e terreni scomodi, in una terra disseminata di cacciatori
e capanni.
Fortunatamente la presenza ormai decennale dei volontari tedeschi del
Komitee ha permesso di coprire le tre settimane dedicate prevalentemente,
alla segnalazione degli arsenali di morte al NOA (Nucleo Operativo
Antibracconaggio) della Forestale e di garantire un ottimo risultato: oltre
15 i bracconieri presi su nostra segnalazione e circa 80 i bracconieri
catturati dai Forestali.
La diminuzione degli archetti è il segnale che il lavoro di tutte le forze
sul campo, deve continuare perché i risultati si incominciano a vedere.
Quello che ora preoccupa è  il costante e grave aumento delle sep e delle
reti, che  sono molto difficili da trovare, tante  reti sono state rimosse
principalmente nelle roccaforti del bracconaggio e troppo spesso, fatto
gravissimo, addirittura nelle immediate vicinanze di capanni da caccia o sui
valichi.
Il rinvenimento di 10 reti lunghe oltre 30 metri su crinali e con richiami
vietati dimostra che il bracconaggio nelle valli bresciane ha sempre più, l’
obbiettivo, di catturare  principalmente uccelli vivi destinati al mercato
clandestino di uccelli da richiamo e per il collezionismo.
A novembre sempre grazie ai volontari della LAC, ad amici del Veneto, della
Toscana, del Piemonte e agli instancabili tedeschi si è potuta effettuare un
’altra settimana di campo antibracconaggio, dedicata solo alla rimozione e
distruzione delle trappole.
Si conferma una teoria: i bracconieri sanno quando finisce il campo della
forestale e si comportano di conseguenza, infatti nella settimana di
novembre sono state trovate oltre 60 reti, 500 archetti e visto il periodo,
il dato è davvero molto alto,
I luoghi sono sempre la Val Trompia e la Val Sabbia, la patria della
passione venatoria più crudele in Italia, la caccia da capanno e del
bracconaggio.
Queste due attività lasciano seriamente il segno, infatti  durante le nostre
lunghe camminate tra montagne meravigliose, boschi dalle mille sfumature,
sono stati proprio pochi  gli avvistamenti di passi consistenti di uccelli.
Le nostre uscite domenicali comunque continueranno fino alle prime nevi, e
ricordo che è molto importante partecipare alle campagne antibracconaggio,
in tutta Italia, perché nulla può appagare quanto può regalare la
meravigliosa sensazione di liberare un uccello imprigionato, che ha tutto il
diritto di  riprendersi la libertà.
Il bracconaggio colpisce principalmente il popolo migratore, ricordiamo che
i nostri campi si svolgono a ponza, da marzo ad aprile, nelle valli
bresciane da settembre a dicembre, e in sardegna la prima settimana di
novembre
Catia Acquaviva, LAC

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