amianto nelle rocce liguri a rischio tutti i riempimenti



da repubblica.it
MARTEDÌ 15 FEBBRAIO 2005

IL CASO
L´allarme lanciato da Arpal e Asl in un convegno in Regione
Amianto nelle rocce liguri a rischio tutti i riempimenti

Secondo le analisi il materiale sarebbe presente in percentuali elevate

ROCCE "ricche" di amianto, monti da scavare e dove realizzare i tunnel
autostradali carichi di fibre cancerogene. È uno dello spaccato che esce
fuori dal convegno tenuto ieri nell´aula verde del Consiglio Regionale sullo
"Stato di Attuazione del Piano Regionale dell´Amianto".
Dopo l´apertura dei lavori da parte del presidente, Francesco Bruzzone
(assenti l´assessore regionale Roberto Levaggi e la responsabile del
Servizio, Speranza Sensi, entrambi a letto con l´influenza), la giornata,
organizzata dal Dipartimento della Salute e Servizi Sociali della Regione,
ha sviluppato il tema degli interventi di bonifica, dando spazio alle
esperienze di una certa complessità o particolarità. Tanto che lo stesso
Bruzzone ha detto che "è ormai conclamato che l´amianto rappresenta nel
nostro Paese un grande problema. Un problema di salute pubblica, umano,
economico ed indiscutibilmente scientifico, evidenziato dalla necessità di
curare i malati, bonificare laddove necessario, tutelare gli operatori e la
popolazione in genere durante gli interventi di bonifica e nelle
lavorazioni".
Infatti, i tecnici e i medici dell´Arpal (Agenzia Regionale per l´Ambiente
della Liguria) e quelli delle Asl hanno ricordato la legge "257" del 1992.
Da oltre dieci anni, oltre alla prevenzione degli infortuni e della salute,
è sancito il divieto all´estrazione, alla lavorazione ed alla
commercializzazione di tutti i manufatti contenenti amianto e, da oltre
dieci anni, sono stati forniti dallo Stato alle Regioni gli indirizzi ed i
riferimenti per la redazione dei Piani Regionali Amianto. La Regione Liguria
ha adottato il proprio Piano nel dicembre del 1996 con atto unanime del
Consiglio Regionale, e in merito Bruno Soracco, direttore dell´Arpal, ha
proposto la creazione di un laboratorio unico con la Asl.
Tra le relazioni presentate ieri, una ha sollevato più di un interesse:
quella di Cristina Plisco, medico del Servizio Igiene e Prevenzione della
Asl Tre, che insieme al Dipartimento di Chimica dell´Università ha compiuto
controlli sul territorio ligure. «Durante gli scavi e le analisi fatte sui
materiali estratti dal microtunnel di Multedo - spiega Plisco - ci siamo
accorti che nella zona a monte, quella più vicina a Fondega Nord, abbiamo
una consistente presenza di rocce verdi, tipiche della zona del Monte
Beigua, contenenti alte percentuali di minerale di amianto».
La ricerca in un secondo tempo estesa più a Nord, ha permesso di rilevare
che il pericoloso materiale sarebbe contenuto in quasi tutti i versanti
"ofiolitici" che rimangono attorno a Genova, appunto nei monti dove nei
prossimi anni dovranno essere realizzate le gallerie del passante
autostradale. Le analisi dei materiali hanno evidenziato che in alcune zone
il materiale sarebbe presente in percentuali elevate: «Si va da un minimo
del cinque ad un massimo anche del quindici per cento», precisano al
Servizio Igiene.
Quali problemi possono sorgere nel momento in cui si dovranno realizzare gli
scavi? Oltre la sorveglianza delle attività di estrazione e di sbancamento,
che dovrà essere fatta con opportune prescrizioni (le opere rischierebbero
di risultare costose), si pone il problema di dove scaricare i materiali di
estrazione. Negli scorsi mesi, durante la presentazione del progetto
preliminare della bretella autostradale da parte dell´Anas e della Società
Autostrade, è stato ipotizzato il cosiddetto "smarino" nei riempimenti
portuali. Stando però a quanto è stato evidenziato durante il convegno, lo
scarico in queste condizioni e con percentuali così alte di amianto sarebbe
fuorilegge.
(g.fil.)