Rifiuti: siamo ancora in ritardo



Finalmente dopo dieci anni di gestione commissariale la Puglia è uscita da una gestione assolutistica dei rifiuti e Legambiente ne prende atto con soddisfazione, in quanto i poteri ritornano sul territorio.
Ma i problemi non sono finiti, né l’emergenza è stata superata anche perché siamo in notevole ritardo sulle politiche gestionali integrate dei rifiuti, basti pensare alle percentuali bassissime di raccolta differenziata nella Regione ed in particolare nella provincia di Foggia.
Stiamo ancora aspettando iniziative da parte del Comune di Foggia e quindi dell’AMICA per migliorare la percentuale di raccolta differenziata e l’introduzione di una seria politica che porti il cittadino a differenziare i rifiuti.
La gestione consortile dei rifiuti è ancora in grave ritardo nella nostra provincia e sembra che gli amministratori comunali non abbiano alcun interesse né la volontà di affrontare il problema e di individuare soluzioni. E intanto le discariche autorizzate, nonostante l’ampliamento in altezza, si avvicinano al collasso. Dall’altro lato aumentano le discariche abusive ed i sequestri da parte delle forze dell’ordine come aumentano le discariche abusive nelle periferie della città.
Le gare svolte dalla Regione Puglia per gli impianti nella nostra provincia non porteranno termovalizzatori ma un centro di produzione di CDR (combustibile derivato da rifiuti) a servizio della provincia di Foggia (Manfredonia), da parte della TRA.DE.CO. s.r.l. di Massafra (TA), che sarà a servizio dei bacini di utenza FG1, FG3, FG4 e FG5, costituenti l’intera provincia di Foggia. Mentre sono in corso ulteriori gare per impianti di selezione dei rifiuti a Lesina e a Vieste, con relative discariche di soccorso.
Ma a Borgo Mezzanone è in dirittura di arrivo un inceneritore a biomassa, che dovrebbe creare energia pulita, ma siamo convinti che il territorio non offra quantità tali di biomasse da far funzionare l’inceneritore e che molto probabilmente bruceranno il CDR ( combustibile derivato da rifiuti ) che una volta trattato può essere bruciato in questo inceneritore, anche in considerazione che gli impianti già esistenti sono al collasso ( Foggia e Cerignola) , infatti spesso nell’ultimo periodo si sono susseguiti incendi dolosi, che poi tanto dolosi non sono in quanto serve a creare spazio nell’impianto per stoccare le ecoballe.
La continua emergenza è il brodo di cultura della “La Rifiuti S.p.A.”, una ragnatela che sembra quasi avvolgere il nostro Paese, risparmiando soltanto due regioni (Trentino e Valle d’Aosta). Un vero e proprio network dove s’intrecciano interessi e attività criminali che rappresentano una seria minaccia per l’ambiente, la salute e la sicurezza dei cittadini. Lucra progrotti ingentissimi e scarica sulla collettività i costi di bonifica delle aree compromesse dagli smaltimenti illeciti.

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