la LAC chiede il sequestro del Sile.



Comunicato del 25 agosto 2004

TRITURATI DA POTENTI ROTORI MECCANICI CENTINAIA DI ALBERI ED ARBUSTI NEL
CUORE DEL PARCO NATURALE DEL FIUME SILE. LA LAC NOTIFICA UNA DIFFIDA AL GENIO
CIVILE E ALL'ENTE PARCO SILE E CHIEDE AL CORPO FORESTALE DELLO STATO IL
SEQUESTRO DELL'AREA.

Dopo numerose segnalazioni giunte alla LAC da numerosi cittadini indignati
relative ad uno scempio ambientale in atto nell'area di Villa Pendola, nel
cuore  Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, ieri il Presidente della
Sezione Veneta, Andrea Zanoni, ha effettuato un sopralluogo sul posto
rilevando una situazione disastrosa.
Forse nemmeno uno dei più potenti tornado americani avrebbero potuto far
peggio di quello che qualcuno aveva fatto ad una delle aree più tutelate del
fiume Sile, il percorso ciclopedonale di Villa Pendola è considerato dal
Piano Ambientale del Parco come "Riserva naturale orientata", la Comunità
Europa inoltre ha tutelato quest'area addirittura con la Direttiva "Habitat"
ovvero la n.43 del 1992 che la individua come SIC Sito di importanza
Comunitaria, poi con la Direttiva "Uccelli" la n.409 del 1979 che la
individua come ZPS ovvero Zona di protezione speciale per gli uccelli
migratori e stanziali.
Lungo la pista ciclopedonale più bella di tutto il Sile, lunga circa 4
chilometri, si potevano vedere i
resti di quelle che erano piante dell'età di ben 25 anni, maciullate sino
alla base da potenti rotori meccanici installati su altrettante motrici
agricole, tra le quali l'Acero campestre (Acer campestre), il Sanguinello
(Cornus sanguinea), l'Acacia (Robinia pseudoacacia), il Sambuco (Sambucus
nigra), il Fico (Ficus carica), la Catalpa (Catalpa bignonioides).
Sono stati distrutti addirittura degli alberi nati ancora prima del 1991 anno
di istituzione del Parco del Sile.
La brutalità dell'intervento ha fatto tabula rasa di un prezioso habitat nel
quale trovavano rifugio decine di Gallinelle d'acqua dolce, Folaghe,
Tuffetti, Germani reali; sono infatti visibili diverse covate di pulcini di
pochi giorni di Gallinelle d'acqua spaesati ed impauriti da un luogo ormai
irriconoscibile.
Alcuni testimoni che abitano nella zona hanno riferito che, nella giornata di
ieri e lunedì data di inizio dei lavori, passare lungo questa pista
ciclopedonale risultava pericolosissimo perché c'erano schegge di legno
schizzate dai rotori meccanici a fortissime velocità in tutte le direzioni
Più che un parco quello che si puo' vedere adesso sembra una immensa segheria
a cielo aperto dove gli alberi però non sono stati tagliati ma triturati da
potentissimi rotori metallici in grado di disintegrare addirittura alberi di
un quarto di secolo.
Buona parte degli alberi ed arbusti caduti sulle acque del fiume sono stati
abbandonati sul posto con i rischi di costituire gravi ostacoli al normale
deflusso delle acque.
Interessante è stato osservare due individui che ieri sera, con un trattore
ed un carro entrambi senza targa, facevano la raccolta del bottino costituito
dai vari tronchi di alberi.
Il Piano Ambientale del Parco del Sile, approvato l'1/03/2000 dal Consiglio
Regionale del Veneto, all'articolo 22 prevede espressamente che "all'interno
delle aree ricomprese nel perimetro del Parco l'assetto viario interpoderale,
ove abbia conservato le sue caratteristiche tradizionali, è salvaguardato
vietando l'eliminazione della vegetazione arborea ed arbustiva".
All'articolo 32 invece prevede il divieto di "trinciatura della vegetazione
ripariale e di fondo alveo con dischi rotanti o similari" ammettendo solo lo
sfalcio della vegetazione spondale ed in alveo.
Questa situazione disastrosa, di palese, chiara ed inconfutabile violazione
delle leggi, ha portato la LAC, nella persona del suo presidente, Andrea
Zanoni, a stilare una diffida formale, notificata questa mattina di buon'ora
al Responsabile dell'Unità periferica del Genio Civile di Treviso e al
Presidente dell'Ente Parco, affinché vengano immediatamente interrotti gli
interventi in corso per scongiurare il protrarsi del possibile reato di
deturpamento di bellezze naturali.
Contemporaneamente è stata notificata al Responsabile del NIPAF - Nucleo
Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Corpo Forestale dello
Stato, Dott. Gianfranco Munari, con sede a Vittorio Veneto, una richiesta
urgente di intervento per porre fine allo scempio nonché una richiesta
contestale di sequestro dell'area.
La LAC si riserva di effettuare un dettagliato esposto alla Magistratura in
attesa delle decisioni che verranno intraprese dal Genio Civile, dall'Ente
Parco e dal Corpo Forestale dello Stato.
Ha dichiarato Andrea Zanoni, Presidente della LAC del Veneto: "Credo sia
quasi impossibile descrivere lo scempio che ho visto tale è la sua portata e
gravità, sono cose da non credere. Ieri ho visto alcuni cittadini arrabbiati,
affranti, altri dal dispiacere avevano le lacrime agli occhi, io
personalmente ero avvilito e rattristato. Questa mattina ho parlato
direttamente con i responsabili del Genio Civile, Ente Parco e Corpo
Forestale dello Stato invitandoli ad intervenire immediatamente con un
approfondito sopralluogo nell'area interessata per bloccare subito lo
scempio. In anni di vigilanza ambientale in veste di guardia volontaria non
ho mai visto in tutto il territorio della provincia un disastro simile a
questo, nemmeno gli incaricati dei comuni per pulire fossati e siepi li ho
mai visti arrivare a tanto. Credo che chi ha sbagliato ora deve pagare, per
fortuna in Italia c'è ancora il reato relativo alla distruzione e
deturpamento di bellezze naturali. Speravo che dopo l'esposto dei giorni
scorsi qualcosa fosse migliorato, i fatti purtroppo dicono il contrario. Da
questi fatti posso solo fare una constatazione: per il Sile si aggira un
nuovo fantasma, quello dell'Ente Parco."

Fotografie dello scempio:
http://www.lacveneto.it/site/agenda/sile.25-08-2004.1.html
http://www.lacveneto.it/site/agenda/sile.25-08-2004.2.html

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