Vita Piena per tutti: Sos-teniamo il "No" al ponte sullo stretto di Messina



Ciao,
la Carovana della Pace 2004  "Vita Piena per tutti: adesso non domani!"
(www.giovaniemissione.it ) va suo questo interessante e ben fatto documento
per dire No allo stretto di Messina. Il testo è stato elaborato dai giovani
del Gim che hanno partecipato al campo di lavoro "La terra e la gente" nella
Locride proposto dai missionari comboniani.

Insieme a tutti i programmi e le tappe della Carovana della Pace lo si può
trovare nel sito www.giovaniemissione.it  .

Silvia

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SOS-TENIAMO IL "NO" AL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA

Il gruppo comboniano giovanile (Giovani Impegno Missionario) riunitosi per
il campo di lavoro dal titolo "La terra e la gente" realizzatosi nella
Locride (Calabria) a San Luca, dal 7 al 18 Agosto 2004, dopo aver
sperimentato e vissuto in modo diretto le problematiche di questa terra,
sente l'esigenza di esprimersi in merito alla questione del ponte sullo
stretto di Messina.
Manifestiamo con questo documento la nostra assoluta contrarietà al progetto
di realizzazione di questa opera faraonica.
Le motivazioni del nostro NO, sono riassumibili in sette punti qui di
seguito riportati:

1)      Eccessivo peso economico. Ci risulta chiaro che la somma enorme di
denaro prevista per la realizzazione del ponte potrebbe essere destinata
alternativamente per la risoluzione di problematiche ben più urgenti e più
coincidenti alle reali necessità della gente, quali ad esempio: a)
completamento e miglioramento delle reti stradali ed autostradali già
esistenti (Salerno-ReggioCalabria, Taranto-ReggioCalabria); b) potenziamento
e rinnovamento delle reti ferroviarie ancora prevalentemente sprovviste del
secondo binario ed ancora munite di motrici a gasolio; c) potenziamento e
miglioramento delle reti idriche; d) sviluppo agricoltura biologica e/o
tradizionale; e) sviluppo turismo responsabile; f) sviluppo di politiche
sostenibili ed ecologiche per lo smaltimento e il riciclaggio dei rifiuti;
g) sviluppo di una seria e più democratica politica di accoglienza per gli
immigrati; h) potenziamento e miglioramento apparato scolastico e
professionale.
2)      Eccessiva fiducia nella tecnologia a dispetto dell'imprevedibilità
delle variabili naturalistico-ambientali (alto rischio sismico connesso alla
complessità geologica e tettonica del territorio in questione, vento).
3)      Elevato impatto ecologico ed ambientale: a) uso di enormi
quantitativi di cemento, materiale non smaltibile e di carattere non
sostenibile; b) interferenza con i delicati equilibri costieri; c)
distruzione di ecosistemi originari.
4)      Utilizzo si sfrontate politiche fondate sul miraggio del lavoro per
tutti; pochi infatti sostengono che tali grandi opere offrono soltanto
lavoro temporaneo, arricchiscono pochi impresari locali e prevalentemente
foraggiano solo alcune imprese nazionali e/o internazionali (vere e proprie
multinazionali dell'edilizia).
5)      Effettiva perdita di posti di lavoro in quei settori di trasporto
merci e/o persone già consolidati ed attivi sul territorio.
6)      Certezza di rafforzare il potere degli apparati mafiosi
('ndrangheta, mafia), notoriamente molto influenti sulla vita economica e
sociale delle due regioni interessate.
7)      Mancata consultazione popolare in merito alla realizzazione del
progetto.

Rimaniamo scandalizzati dall'apprendere come questo progetto sia stato e sia
tutt'ora voluto dal Governo Italiano al di là delle appartenenze politiche
susseguitesi al governo in questi anni (centro sinistra prima, centro destra
oggi), tale fatto testimonia come le forze politiche siano cieche in
generale su questioni di questa portata. Altro scandalo ci deriva dalla
mancata consultazione popolare, proponiamo perciò un referendum che
interroghi la gente di tutta l'Italia su questa questione. La determinazione
della nostra denuncia e la convinzione per l'adesione al "NO" al ponte sullo
stretto di Messina, è motivata dalla consapevolezza dei gravi rischi legati
alla prevaricazione degli interessi dei pochi sull'effettivo benessere dei
popoli. La storia è ciclica solo perché non si impara. La memoria è, e
dovrebbe essere, un elemento essenziale per tutelare la tensione verso il
bene comune. Nel 1963, a causa della cecità dell'essere umano (tutt'oggi
dimostrata con il perseguimento del progetto qui contestato), si determinò
la tristemente nota tragedia del Vajont, che causò la morte di circa 2500
persone in pochi minuti. Morti dovuti semplicemente alla volontà dei potenti
dell'epoca di costringere la natura in schemi ingenieristici ed economici di
cui la grandezza del creato non tiene conto. Come giovani rivolti alla terra
e alla gente, non possiamo non ricordare. Non ci sembra possibile che errori
umani di così grave entità già verificatisi quarant'anni fa in nord Italia,
possano essere ora ripercorsi nel nostro sud (terra storicamente sfruttata).
Tuteliamo quindi l'Italia tutta, facendola diventare essa stessa un ponte
ideale fatto di memoria, amore e tensione al bene comune.
Istituti Missionari Comboniani
Giovani Impegno Missionario

http://www.giovaniemissione.it/pub/index.php?option=content&task=view&id=53&;
Itemid=28