SOS Acerra



Appello alla mobilitazione, alla resistenza, alla disobbedienza





agli abitanti di Acerra,
agli attivisti del movimento dei movimenti,

ai disobbedienti sparsi per l'Italia e l'Europa,
ai comitati cittadini di Scanzano, Montecorvino, Termoli, Ariano Irpino
a tutte le donne e gli uomini di buona volontà,
ai sinceramente democratici e agli eterni ribelli,
ai movimenti dei disoccupati e a chiunque lotta per la dignità
a tutto il sud che si ribella


S.O.S. ACERRA

Sono ormai diversi anni che ci provano a iniziare i lavori per il
termodistruttore di Acerra.
Ogni volta migliaia di persone sono scese in piazza per impedire
l'ulteriore scempio di un territorio già martoriato da fabbriche
inquinanti, devastazione ambientale, criminalità organizzata,
disoccupazione, precarietà e lavoro nero.
Hanno stuprato, inquinato e devastato il nostro paesaggio. Hanno avvelenato
le nostre terre, le nostre acque.
Hanno sfruttato nelle fabbriche i nostri padri. Hanno fatto emigrare i
nostri figli.
E ora ci vogliono "regalare" anche un inceneritore.
I poteri forti, i potenti hanno già deciso: il Governo Berlusconi, la
Regione Campania, la multinazionale FIBE, hanno localizzato il sito dove
costruire il termodistruttore, hanno già appaltato, hanno già foraggiato,
hanno studiato tutti i minimi particolari, finanche l'assurdo break-even,
il punto di incontro tra la crescita del profitto economico e la perdita in
termini di sostenibilità ambientale e salute collettiva.
Hanno fatto i loro bei calcoli, ma hanno fatto i conti senza l'oste!
L'oste è chi vive in queste terre, chi lavora queste terre, chi ci cresce i
propri figli, chi le percorre ogni giorno, respira l'aria circostante, si
ciba dei suoi frutti, trascorre la sua esistenza: sono gli abitanti di
Acerra, sono gli abitanti dei paesi limitrofi.
Sono loro che hanno il diritto e il dovere di scegliere il proprio destino,
il proprio futuro e il futuro del territorio in cui vivono, non certo le
multinazionali e le loro sporche logiche del profitto.
I poteri forti hanno deciso dall'alto, a tavolino, senza consultare
nessuno, che qui si deve costruire l'inceneritore, ma la determinazione e
la lotta della popolazione è riuscita fino a questo momento a impedire
l'attuazione di questo atto di prepotenza e prevaricazione.

Ma ora tornano al contrattacco, mostrando il loro volto più becero: lo
fanno a metà agosto, nella speranza che il clima estivo riesca a
disincentivare la partecipazione e l'attenzione intorno a quello che si
preannuncia come un ignobile atto di violenza che le istituzioni si
preparano a sferrare nei confronti della popolazione ribelle di Acerra.
1300 uomini tra polizia e carabinieri, in tenuta anti-sommossa, sono stati
radunati in queste ore intorno ad Acerra, per imporre con l'uso della forza
quanto deciso nei palazzi del potere.
Si troveranno a centinaia in aperta campagna a fare da guardia ad una
lamiera e alcune aste di legno poste come perimetro del cantiere, si
troveranno a dover manganellare donne, vecchi e bambini, perchè nessuno ha
intenzione di abbandonare l'occupazione del sito che per lunghi mesi è
stata portata avanti da centinaia di persone: lì, in località Pantano, al
posto del cantiere in questi mesi gli attivisti del comitato hanno seminato
il terreno, piantato alberi, costruito un parco per bambini, hanno
dimostrato concretamente come sia possibile, e sempre più necessario,
immaginare e costruire un altro modello di sviluppo del territorio che non
sia incentrato sul veleno e la devastazione ambientale.

Intorno a quelle poche centinaia di metri di terra si gioca una partita
importantissima che va anche al di là del futuro del territorio e della
comunità di Acerra. In campo ci sono due alternative: i diritti
dell'umanità contro la barbarie del neoliberismo.
I movimenti dei disoccupati di Acerra in questi anni hanno già dimostrato
come la dignità non può essere calpestata, come i diritti vanno affermati e
rivendicati e non elemosinati come favori. Ora c'è bisogno che quella
determinazione a mobilitarsi e lottare per un futuro dignitoso si estenda:
la battaglia contro il termodistruttore deve diventare il terreno di
mobilitazione per tutti i movimenti che in questi anni, al di là delle
differenze, hanno costruito dinamiche di conflitto e di riappropriazione
dal basso dei diritti negati.
Le lotte di Scanzano, Montecorvino, Termoli, Ariano Irpino hanno mostrato
con i fatti che un "altro meridione è possibile", un meridione che non
china più la testa, che non subisce passivamente e in silenzio l'arroganza
del potere costituito, un Sud che si ribella, che sceglie di
autorganizzarsi come comunità locali insorgenti e rivendica il proprio
diritto all'autodeterminazione e all'autogoverno del territorio, un sud che
costruisce con i picchetti, con i blocchi, con la disobbedienza e la lotta
ad oltranza, un potere costituente in conflitto con gli interessi e le
logiche dominanti del profitto, con le regole e le compatibilità del potere
costituito.
Un Sud che riscopre una partecipazione e un protagonismo sociale diffuso -
fuori dalle secche tradizionali di una rappresentanza politica sempre più
ingabbiata in una miserevole alternanza di affarismo, retorica e tecnicismo
- capace finalmente di dare voce ai senza voce, a quelle molteplicità di
domande sociali inevase, a quei diritti e bisogni fondamentali e
universali, a quei soggetti sociali non garantiti i cui interessi deboli
progressivamente vengono sacrificati per difendere privilegi e solidità
degli interessi forti.

Da qui, da questo sud ribelle, da Acerra, dobbiamo ripartire per
riappropriarci del nostro futuro.
Per questo dobbiamo rincontrarci in tanti domani alle 5 del mattino sul
sito dove vogliono costruire il termodistruttore, e così anche dopodomani e
il giorno seguente pure, con l'obiettivo di far desistere chi pensa di
schiacciare, con la forza e la violenza , la nostra dignità.
Ferragosto è tempo di relax, di vacanze, di divertimento.
Il nostro Ferragosto quest'anno sarà invece un ferragosto di lotta.
Un Ferragosto per la democrazia, per la giustizia sociale, per la dignità.


Movimento dei Disobbedienti






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L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA