rassegna stampa: sequestrate alla Pagnan 1200 tonnellate di soia ogm



a cura di Altragricoltura Nord Est
tratto da "Il Gazzettino" - 17/05/04
INTERPORTO I carabinieri del Noe avevano controllato le quattro spedizioni
precedenti. La chiatta "Serena P." rimane sotto sequestro
Soia Ogm, è il primo carico irregolare
Rovigo
Era il quinto carico in partenza dal porto di Chioggia. I precedenti hanno
regolarmente raggiunto le rispettive destinazioni. Le 1200 tonnellate di
farina di soia geneticamente modificata sequestrate dal Noe dei carabinieri
di Venezia sulla "Serena P.", la chiatta ormeggiata all'Interporto di
Rovigo, non viaggiavano con la documentazione in regola. Nei carichi
transitati in precedenza per il Polesine o diretti ai mangimifici veronesi
venivano riportati sia il luogo di provenienza della merce - l'Argentina -
sia la sigla Ogm. Ecco perché i militari del nucleo operativo ecologico
hanno apposto i sigilli all'imbarcazione sequestrando il carico di proprietà
della ditta Pagnan Spa di Padova, importatrice del cereale. Le indagini
dovranno ora accertare se si sia trattato di un banale errore nella
compilazione dei documenti o se alla base della clamorosa svista vi sia
piuttosto un'attività fraudolenta. Non è escluso che fosse stato
architettato un piano per far sparire in questo modo parte delle 50mila
tonnellate di farina di soia geneticamente modificata scaricate cinque
giorni fa a Chioggia dalla nave coreana Keoyang Majestic.

Per la Pagnan Spa, colosso del settore agroalimentare con un fatturato annuo
di 320 milioni di euro, è un duro colpo non solo economico ma anche
d'immagine. Renato Pagnan, presidente del Gruppo, si dichiara però
tranquillo ed esibisce la calma di chi ritiene di essere nel giusto.
«Premetto che tutto quello che facciamo è legale - risponde - è chiaro però
che siamo in piena campagna elettorale e che c'è qualcuno che ne approfitta.
Credo siano soprattutto queste le motivazioni che hanno spinto Greenpeace e
i Verdi ad inscenare la manifestazione davanti alla nostra sede di Padova.
In ogni caso siamo pronti a tutelare il nostro nome in tutte le sedi
opportune».
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