Esmog a Bologna-boicottaggio



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AFFIANCHIAMO AL BOICOTTAGGIO DELLA COCA COLA QUELLO DELLA TIM

ALBERI NON ANTENNE
DOVUNQUE I COMITATI CHIEDONO LA PIANIFICAZIONE 
PROPOSTI  BOICOTTAGGI CONTRO I GESTORI CHE NON ASCOLTANO I CITTADINI
I comitati dissentono, ormai a gran voce. Sul territorio si vogliono vedere attuati progetti di pianificazione che consentano di inserire gli impianti di telefonia cellulare nel rispetto della vivibilità e della dignità umana. Con un articolo inserito nella Legge regionale del 2000, nelle linee di indirizzo provinciali del 2000,  poi nella Legge Quadro del 2001 ed infine nella delibera popolare di Bologna si dettano le competenze ed i criteri localizzativi per una pianificazione che tenga conto anche del cittadino, poche righe scritte in leggi dopo anni di lotta e di richiesta. Alla fine, eccessiva legislazione in elettrosmog, ad ogni articolo ottenuto a fatica dal basso, sono seguite norme massacranti, garantiste per l'economia, un protocollo ANCI che invita i Sindaci ad una interpretazione uniformata al volere delle multinazionali della comunicazione. In questa confusione interviene un verdetto tassativo della Corte Costituzionale: il Sindaco ha potere di gestire il proprio territorio. Tra una sentenza e l'altra diventa chiaro perfino il percorso da seguire. Il Comune che procede alla pianificazione non è più fuorilegge, seguendo gli esempi intrapresi, può sostenere il rapporto di forza con i gestori.
A Bologna cosa si aspetta?! 
Ci sono elementi fondati per procedere, importante è farlo seguendo il principio di precauzione, finora ignorato. Nell'attendere i risultati della ricerca dell'Istituto Ramazzini, previsti per il 2009 per le emissioni prodotte dagli impianti di telefonia mobile, doverosa è una pianificazione attenta alla minimizzazione del rischio attuato conseguendo gli obiettivi di qualità a livello urbanistico (si copre il territorio con le reti per l'attuale tecnologia fino al 2008)..... L'analisi dei tempi parla da sola. 

Il 30-04-04 siamo stati ospiti a Zola Predosa. Assenti i rappresentanti della pubblica amministrazione. Antenne mobili, poste provvisoriamente su ruote, superato l'impatto con i cittadini speranzosi della loro dislocazione, si trasformano in impianti fissi su pali bene ancorati al suolo. Troppi cerchi diversamente colorati vengono evidenziati sulla carta del Comune che distinguono, le poche antenne presenti, dal volume sconvolgente previsto troppo vicino alle case, laddove spazio libero attorno non manca. In situazioni come questa le possibilità di intervento sono facilmente individuabili. Basta decidere che l'elettrosmog non può essere gestito in un rapporto tra due privati (proprietario che di solito abita altrove e gestori), ma ha risvolti pubblici (sanitari ed ambientali) che vanno garantiti e rispettati.
A Bologna, il 04-05-04 in Via Fornasini, presente il presidente di Quartiere e i rappresentanti di diverse organizzazioni locali, in un'assemblea affollata al circolo ARCI, i cittadini hanno espresso rabbia e rammarico per avere visto sorgere dal nulla un'antenna nel cortile dell'officina FIAT locale, servizio che nessuno della zona vuole più utilizzare. Un proprietario del condominio della vicina Via Calzolari, interessato da un nuovo impianto in previsione di montaggio, verbale in mano, ha espresso chiaro dissenso. Senza il suo consenso l'autorizzazione non poteva essere concessa, invece anche questo indirizzo è incluso nella terza tranche del programma annuale 2004. E' possibile che il normale diritto venga rispettato solo dai cittadini?
Il 05-05-04 in Via Zanardi, alla Noce, il disappunto ha vissuto momenti forti quando qualche tempo prima è stata montata l'antenna, un presidio con il gruppo di Antonio ha fatto scoppiare il problema. Anche qui il tetto, da rogito, risulta condominiale, ma ha deciso un solo proprietario. Il coraggioso comitato locale vuole assumere la funzione di "osservatorio" della zona, pronto a tradurre nei fatti la proposta di boicottaggio contro il gestore lanciata da Luca in assemblea. Questa volta non si raccolgono le solite firme, ma cognome e numero telefonico per disdettare i contratti. Una forma collettiva di protesta che toccherà il portafoglio e l'immagine di chi procederà senza rispettare i cittadini.



Alberi non antenne appoggia:
- la protesta di Via Fornasini contro l'officina FIAT che riscuote l'affitto del terreno concesso alla TIM e di sostegno all'applicazione sul territorio della delibera popolare;
- la protesta/boicottaggio della Noce contro un gestore che non ha rispettato il diritto condominiale sancito da un rogito privato e nemmeno la salute pubblica potendo scegliere il terreno libero vicino come già fatto da chi lo ha preceduto per altre due antenne. Un comitato disposto a portare la delibera popolare fino al consenso informato dei cittadini.
 
fatelo anche voi ...........
Angela Donati 11-05-04