Re:Chi teme la riduzione della popolazione?




Queste teorie "demografiche", che dribblano la questione centrale del modello di sviluppo e riducono tutto alla neutralità quantitativa (come se un abitante del Ciad signidicasse la stessa cosa, in termini di consumo e di impatto ambientale, di un americano) mi paiono fondamentalmente conservatrici - anche perché la "colpa" della mancata esistenza dell'"eden"  dei pochi è di chi fa un sacco di figli, quindi ancora e sempre del terzo mondo.
in realtà la questione demografica c'entra poco con i guai del pianeta, così come una diminuzione della popolazione non significa affatto maggiore integrazione e minor razzismo - i processi sociali non sono tanto semplici e riducibili a modellistiche da tavolino -, nè tanto meno
distribuzione del potere e della ricchezza: non sembra che il mondo antico, dove la popolazione era nettamente inferiore, conoscesse fulgidi esempi di democrazia. anzi.
Se no l'india, pakistan e cina sarebbero le nazioni più potenti del mondo, magari più della ristretta svizzera, il che non è.
Di pensioni non ne parliamo, si vede gli effetti dell'odierno "allettamento" a restare al lavoro rivolto ai più anziani, e nessuno pare essere molto contento.
Inviterei ad affrontare le questioni strutturali che i problemi del pianeta ci pongono, anziché avventurarci in scorciatoie malthusiane.

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Date      : Tue, 23 Mar 2004 14:05:04 +0100
Subject : Chi teme la riduzione della popolazione?

> CHI TEME LA RIDUZIONE DELLA POPOLAZIONE? 
> di Anthony Browne http://ecquologia.it/sito/pag89.map
> 
> Fonte: New Statesman
> Traduzione a cura di Aldo Carpanelli http://web.tiscali.it/carpanix_main
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> Chi teme la riduzione della popolazione? Solo i politici, ossessionati dal potere e dal prestigio. Gli altri, particolarmente i lavoratori, sarebbero più ricchi. 

> Dopo 200 anni di continua rapida crescita della popolazione, c'è poco che provochi tanto panico tra i dirigenti politici, i grandi affaristi e i populisti di destra, quanto la prospettiva di una riduzione della popolazione - che è imminente, secondo le Nazioni Unite, in oltre 60 Paesi.
> 
>> Però, una popolazione in calo - e questa è la ragione per la quale il mondo degli affari la teme - comporterà una graduale ma significativa ridistribuzione del potere da chi detiene il capitale verso chi detiene il lavoro. Una forza lavoro in via di riduzione mette coloro che lavorano in una posizione più forte - e per i lavoratori marginalizzati, può avere un effetto alquanto importante. Le aziende saranno obbligate a formare i lavoratori
> non specializzati, a mettere in atto politiche a favore della famiglia per non perdere le donne e per allettare i più anziani a restare al lavoro piuttosto che costringerli ad andarsene. La gente che possiede proprietà dovrà affittarle a prezzi minori, mentre coloro che affittano potranno scegliere posti più grandi nei quali vivere.
>> 
> Così, come sarebbe la vita in una Gran Bretagna con meno abitanti? Immaginate la M25 [una strada di grande comunicazione] senza ingorghi del traffico, immaginate treni sui quali potreste sempre trovare un posto per sedervi. Immaginate tutti gli anonomi palazzoni costruiti nel dopoguerra abbattuti e sostituiti da alberi. Immaginate le case grandi, ora divise in appartamenti, che ridivengono case come si deve. Immaginate la gente a basso reddito che scopre le gioie di disporre di stanze da letto, stanze per i giochi e studi.
> 
> I Verdi hanno per molto tempo promosso una minore popolazione in Gran Bretagna, una delle isole più affollate del mondo. 
> Sempre più economisti e demografi sono d'accordo. Bob Rowthorn, docente di economia alla 
>> 
> Ai dirigenti politici piacciono ancora le popolazioni numerose perché rafforzano il loro prestigio e la loro forza negoziale. Ciò non si può notare così bene come a livello locale - per esempio, il Quebec sta promuovendo la crescita della popolazione come forma di guerra demografica contro il Canada anglofono. I dirigenti degli Stati Uniti medioccidentali, con le loro popolazioni in calo, vogliono invertire la tendenza in modo da poter divenire più importanti nel contesto nazionale.
> 
> La stessa cosa vale a livello internazionale. Il Canada ha un programma esplicito di rapida crescita demografica per potere contrastare il suo prepotente vicino. I dirigenti australiani vogliono più cittadini in modo da potere contrastare le vaste popolazioni dell'India, della Cina, dell'Indonesia e della Malesia.
> 
> Una Gran Bretagna con trenta milioni di persone sarà in grado di mantenere il suo posto nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU, o la sua influenza nell'Unione Europea? I politici britannici possono preoccuparsene, ma i loro elettori probabilmente preferirebbero case più ampie, strade libere e più ambienti naturali.
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> Da Hitler a Stalin a Jack McConnell, non dovreste mai fidarvi di un politico che tenta di applicare l'ingegneria demografica alla propria gente. Invece di giacere pensando al proprio Paese, le donne dovrebbero pensare al proprio Paese prendendo la pillola.
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> Anthony Browne è editorialista ambientale del Times.
> Questo articolo è apparso per la prima volta nel New Statesman,
> il 4 novembre 2002
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> 
> Regno Unito:
> superficie 242.910 km2
> popolazione 59.995.000 ab.
> 
> Eire:
> superficie 70.273 km2
> popolazione 3.828.000 ab.
> 
> Regno Unito + Eire:
> superficie 313.183 km2
> popolazione 63.823.000 ab.
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