Rassegna stampa: Bovini, suini, polli e tacchini allevati con dosi di antibiotici, l'agricoltura insorge



Leggiamo con grande preoccupazione il continuo verificarsi di produzione di
bestiame ingrassato mediante l'uso di sostanze pericolose ed oltretutto
vietate dalla legge, una innarestabile produzione di "cibo malato"  in
spregio alle richieste di sicurezza alimentare ed ai diritti dei
cittadini/consumatori. Questi fatti non sono a nostro avviso semplicemente
attribuibili a singole devianze di alcuni operatori del settore bensì sono
figli di un sistema agroalimentare che come unico valore di riferimento ha
la politica del primo prezzo, politica industriale che di fatto emargina in
un mercato di nicchia, quando va bene, le produzioni di qualità che
garantiscono tracciabilità e trasparenza dei sistemi produttivi e bontà del
prodotto finale.
La Grande Distribuzione Organizzata ha grande responsabilità in queste
politiche distruttive di una agricoltura sana e sotto controllo diretto dal
consumatore; ha una grande responsabilità perchè con i suoi uffici acquisti
determina l'andamento dei mercati, l'affermarsi o no di tipi di produzione,
con i suoi capitolati d'appalto ha la possibilità di esercitare controllo
reale sulla sicurezza della produzione, con le grandi risorse finanziarie e
la pressione dei marchi di cui dispone ha il potere di orientare i gusti e
la cultura alimentare della popolazione, se niente cambia, nonostante i
continui scandali, è segno che i cambiamenti ed i buoni propositi citati
nelle campagne pubblicitarie miliardarie sono solo parole funzionali alle
loro politiche di marketing.
Solo una pressione forte e continua da parte dei cittadini/consumatori
sulla GDO e l'organizzazione di filiere di qualità che garantiscano con
trasparenza tutti i passaggi della produzione di derivati animali e
vegetali può originare una reale inversione di tendenza.
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
----------------------------------------------------------
tartto da Brescia Oggi - 18/02/04

Dalla Bassa al Garda si allarga l'indagine sul traffico di antibiotici e
ormoni pericolosi somministrati anche a conigli e vitelli
Polli gonfiati, l'agricoltura insorge
Upa: «Pene severe per i disonesti». Coldiretti: «Più controlli sui farmaci»
di Pietro Gorlani

Mentre l'inchiesta sul traffico di antibiotici e ormoni vietati per animali
di allevamento si allarga a macchia d'olio in provincia e nel Nord Italia,
il mondo agricolo bresciano prende le distanze dagli imprenditori
zootecnici finiti nel mirino dei Nas di Bologna. L'operazione «Tapiro»
condotta dei carabinieri del Nucleo antisofisticazioni felsineo ha portato
fin'ora all'emissione di 104 ordinanze di custodia cautelare, al sequestro
di principi attivi vietati e alla perquisizione di centinaia di
allevamenti. Gli arresti nella nostra provincia sono stati sei: due per
detenzione di sostanze vietate sul lago di Garda (Desenzano), uno a Collio,
mentre a altre tre persone sono stati concessi gli arresti domiciliari
nella Bassa (uno a Bagnolo Mella e due a Pralboino); ma le indagini stanno
proseguendo in diversi allevamenti della Bassa: Leno, Pralboino, Bagnolo,
Orzinuovi ma anche a Cazzago San Martino. Le analisi sugli animali, mucche,
polli e conigli sequestrati daranno dati certi nei prossimi giorni. Intanto
arriva la dura presa di posizione delle associazioni agricole (Upa,
Coldiretti, Cia) e dell'Aisa (associazione italiana per la salute animale).
Le tre associazioni sostengono che «si tratta di casi isolati, quando nel
bresciano si contano migliaia di allevatori». La carne della nostra
provincia - è la tesi delle associazioni di categoria - è sicura e
sottoposta a rigorosi e continui controlli sanitari.
«Prima di tutto ci complimentiamo con le forze dell'ordine - è il commento
a caldo di Francesco Ferrari, presidente della Coldiretti bresciana -; ben
vengano i controlli a tutela della salute dei consumatori; secondariamente
si rende ancora più urgente la legge sull'etichettatura e sui processi di
filiera di tutti gli alimenti. In terzo luogo è necessario mettere in atto
un sistema di controlli più efficace: è immorale che per colpa di pochi
furbi venga gettato fango sulla maggioranza di aziende oneste».
Tra le aziende «incriminate», due allevano polli; al proposito Gianni
Comati, resposabile del settore avicolo dell'Unione provinciale
agricoltori, mette in guardia dal rischio di pericolose generalizzazioni:
«Innanzi tutto si dovrebbe riuscire a capire in che misura Brescia e
provincia sono colpiti da questo scandalo: si rischia di mettere davvero in
ginnocchio il comparto per colpa di tre - quattro operatori che violano le
norme. L'Upa stigmatizza i toni allarmistici usati dai mass-media e ritiene
siano necessarie verifiche ed esami rigorosi. Serve chiarezza anche sulle
tipologie di allevamenti coinvolti: si tratta di polli, tacchini o conigli?
In questi casi la necessità di tutelare la privacy stride con un interesse
generale». Gianni Comati ricorda la crisi del settore avicolo bresciano che
dopo la psicosi collettiva dell'influenza aviaria scoppiata nel
Sudestasiatico ha subìto pesanti ripercussioni: «non vorrei nascesse una
nuova e ingiustificata fobia della quale le uniche vittime risulterebbero
la stragrande maggioranza degli allevatori onesti - afferma Comati -. Gli
eventuali colpevoli che non oserei nemmeno definire allevatori, dovranno
essere puniti in modo esemplare. Ci auguriamo che a questi soggetti non sia
più permesso gestire nessun tipo di allevamento».
Più cauto l'assessore provinciale all'Agricoltura Gianpaolo Mantelli: «Non
vorrei si gridasse alla grandine quando invece poi si tratta di pioggia
primaverile»; fuor di metafora l'assessore invita a non cadere nella
trappola del facile allarmismo: «vorrei capire se la colpa è degli
allevatori o se qualcuno gli ha fatto prendere un abbaglio. Certo è che una
volta chiusa la vicenda gli eventuali colpevoli andranno eliminati dal
mondo agricolo».
Nel frattempo arriva anche la comunicazione dell'Aisa (associazione
italiana per la salute animale) che rappresenta l'87% del mercato nazionale
di farmaci veterinari: «Le nostre aziende associate lavorano tutte nel
rispetto delle normative comunitarie - ricorda il presidente Giuseppe
Pradella - e sono certificate Iso, Haccpp e Glp. L'Aisa propone la
creazione di un tavolo di concertazione con i vari rappresentanti della
filiera e degli enti preposti».
Le sostanze farmacologiche sequestrate sono grosso modo di due tipi: ormoni
ed antibiotici. Entrambi vengono usati per aumentare il peso e la
resistenza dell'animale permettendo una resa maggiore sulla carne. Gli
stereoidi anabolizzanti aumentano le capacità biosintetiche dell'organismo
e aumentano la massa muscolare; come effetto collaterale provocano
ritenzione di liquidi che determinano un aumento di peso dell'animale. Gli
effetti sull'uomo sono di ritenzione idrica, accumulo di grasso e danni
epatici che facilitano l'insorgenza di tumori al fegato, poichè le sostanze
vengono smaltite a livello epatico. Gli antibiotici oltre ad aumentare la
resistenza alle malattie pèortano anch'essi un aumento di peso
dell'animale. I Nas hanno sequestrato sostanze come il Cloramfenicolo messo
al bando da anni dall'Oms (organizzazione mondiale della sanità), poichè
risultato cancerogeno. La Coldiretti, plaudendo alle indagini dei Nas,
invita «ad andare sino in fondo» sino alle ditte farmaceutiche che ancora
producono queste sostanze o che le importano in Italia.
----------------------------------------------------------


 tratto da La Stampa -  Mercoledì, 18 Febbraio 2004

 BLITZ ALL'ALBA L'inchiesta partita da Rimini travolge anche alcuni
rappresentanti della zootecnia padovana

Mangimi "dopati": 4 arresti dei Nas

Associazione per delinquere contestata a veterinari e allevatori. Sostanze
cancerogene per gli animali



I carabinieri del Nas (Nucleo anti sofisticazioni) di Padova sono usciti
dal comando di via Tommaseo alle tre e mezza di ieri mattina per eseguire
nove ordinanze di custodia cautelare e sette perquisizioni in provincia,
nel Veronese, e Vicentino altra zona di loro competenza. I capi
d'imputazione ruotano tutti attorno al commercio e alla somministrazione di
medicinali guasti o adulterati, oltre che all'uso di sostanze pericolose e
altamente cancerogene nei mangimi di allevamenti avicoli (polli e
tacchini), cunicoli (conigli), ittici, di selvaggina (come quaglie e
fagiani) e anche di animali di taglia superiore come bovini e suini. A
questi si aggiungono reati come l'esercizio abusivo della professione
farmaceutica e la ricettazione.Un lavoraccio per i Nas locali, ai quali si
sono aggiunti colleghi provenienti dai nuclei di Ancona, Latina, e Trento,
sotto il coordinamento di quelli di Bologna. Gli accusati sono finiti nei
guai dopo un anno e mezzo di indagini e di intercettazioni da parte dei
carabinieri, intervallate da continui blitz per acquisire i necessari
riscontri.Nel Padovano, in particolare, gli ordini di custodia hanno
colpito un veterinario ed alcuni allevatori o mediatori di bestiame diDue
Carrare,Sant'Urbano,Pernumia e della stessaPadova.

L'organizzazione si dava da fare per reperire sul mercato (lecito o
clandestino) e commercializzare sostanze medicinali guaste o imperfette che
si presentavano pericolose per la salute pubblica. Le sostanze e i farmaci
venivano utilizzati dagli allevatori per promuovere la crescita e
l'ingrasso degli animali, per curare le eventuali malattie anche come
indiscriminata prevenzione dell'insorgenza di epidemie tra le bestie, con
un conseguente danno economico. Molto più semplice saltare tutti i
controlli e fare da soli, con l'aiuto di veterinari e fornitori compiacenti
e soprattutto, molto interessati ad un illecito guadagno.

I numeri dell'inchiesta che si snoda tra conigli potenzialmente cancerogeni
e tacchini dopati sono emblematici. I carabinieri hanno sequestrato
qualcosa come 64.000 conigli, 3.600 tacchini e 1.800 vitelloni. Oltre 10
mila chilogrammi di principi farmacologicamente attivi, per un valore di
220 mila euro. Dall'amoxicillina, un antibiotico delle penicilline per cui
sono stati fissati precisi limiti per l'impiego sugli animali, al
dimetridazolo, un antibatterico cancerogeno. Poi ossitetracilina, altro
antibiotico, sulfadimetossina, eritromicina, cloramfenicolo e molto altro
ancora. Provenienti da Spagna, Olanda, Svizzera, San Marino Germania e Cina.

 Le analisi, spiegano gli investigatori, hanno poi evidenziato la presenza
nelle carni di ormoni come l'estradiolo (con effetti sullo sviluppo,
immunologici, immunotossici e genotossici), che favorirebbe l'insorgenza di
tumori, soprattutto in bambini in età prepuberale. Le cui mamme, magari,
davano loro carne bianca "perchè più magra e digeribile". E non è finita.
C'è anche il 17Beta-Boldenone, che una direttiva dell'Unione Europea
definisce "totalmente cancerogeno". Questo steroide anabolizzante, già
sequestrato in Piemonte anni fa, rappresenta una novità in campo europeo
per la formulazione rinvenuta in questa indagine. Soprattutto perchè alcuni
allevatori, in particolare olandesi, ne sostenevano l'origine naturale,
mentre ne sono stati trovati tre litri allo stato puro, del valore di
70mila euro.

 Angelo Cimarosti

--------------------------

Tratto da il Giornale di Brescia - 18/02/04
Da Rimini l'operazione «Tapiro» dei Nas di Bologna: 54 provvedimenti di
arresto, sequestrate migliaia di chili di sostanze medicinali
Farmaci pericolosi per ingrassare animali
Sei arresti nel Bresciano. Ispezioni in allevamenti della Bassa,
sequestrati 4mila tacchini
Le ispezioni in alcuni allevamenti avicoli
BASSA

Animali da reddito, come bovini e suini, ma soprattutto polli e tacchini,
allevati a dosi massicce di antibiotici, ormoni, e altri prodotti
chimico-farmaceutici somministrati completamente al di fuori di ogni
controllo veterinario. È il traffico illecito scoperto dai carabinieri del
Nas di Bologna, che in un'indagine coordinata dalla Procura di Rimini e
durata oltre un anno, hanno smascherato un vero e proprio sistema basato
sulla somministrazione di prodotti farmaceutici spesso per mantenere alta
la produzione delle carni. L'operazione «Tapiro» è scattata dalle
primissime ore del mattino, ha portato all'esecuzione di 25 ordini di
custodia cautelare in carcere, 29 ordinanze agli arresti domiciliari, 148
perquisizioni, per un totale di 98 indagati: i carabinieri, su delega del
Pm di Rimini Marino Cerioni (ordinanze di custodia cautelare firmate dal
Gip Lorena Mussoni) sono entrati in azione nelle province di Vercelli,
Alessandria, Terni, Reggio Emilia, Rimini, Cremona, Perugia, Modena, Pavia,
Livorno, Udine, Padova, Macerata, Asti, Vicenza, Venezia, Varese, Mantova,
Piacenza, Bologna, Parma, Cuneo, Novara, Lodi, Treviso, Brescia, Bergamo,
Verona, Como, Milano, Lecco. Sei i provvedimenti eseguiti nella nostra
provincia: tre arresti con detenzione a Collio e a Desenzano mentre un
bresciano residente in città è stato arrestato a Bologna; tre con la
concessione dei domiciliari, uno a Bagnolo e due a Pralboino. Sono state
eseguite ispezioni in allevamenti a Leno, Bagnolo, Pralboino, Orzinuovi e
Cazzago San Martino per prelevare campioni di sostanze che verranno
sottoposte ad analisi. Quattromila tacchini sono stati sequestrati in un
macello del Bresciano. I reati contestati vanno dall'associazione per
delinquere all'esercizio abusivo della professione, fino al commercio e
alla somministrazione di medicinali guasti, alla ricettazione e alla
adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari. Le indagini hanno
inizialmente portato alla scoperta di un'organizzazione che faceva capo
inizialmente a Rimini, poi sviluppatasi anche nella Repubblica di San
Marino e ramificatasi in tutto il Centro Nord-Italia: un'associazione che -
secondo gli investigatori - era dedita al reperimento e al commercio
sostanze medicinali guaste o imperfette, idonee tanto per l'uso umano che
veterinario, e che si presentavano pericolose per la salute pubblica. Sono
state sequestrate 1.100 confezioni di principi attivi e varietà medicinali,
per uso umano e veterinario, fatte entrare illegalmente in territorio
italiano; oltre 6.700 chilogrammi di principi farmacologicamente attivi
destinati ad uso veterinario. L'attività dei carabinieri del Nas ha portato
anche al sequestro, a scopo cautelativo sanitario, di 4 mila conigli perché
considerati pericolosi per la salute pubblica essendo stati sottoposti a
trattamenti con cloramfenicolo; e anche di 1.180 vitelloni maschi, sempre a
scopo cautelativo sanitario che sono risultati positivi alla sostanza 17
beta-boldenone. Per quest'ultima sostanza, e per un'altra chiamata
boldioni, si tratta del primo sequestro effettuato in un allevamento in
Europa: queste sostanze sono infatti steroidi anabolizzanti usati per
trattamenti illeciti soprattutto nei bovini, nei cavalli da corsa e
nell'uomo per migliorare le prestazioni sportive.    Al blitz hanno
partecipato oltre 300 carabinieri del Nas, aiutati da oltre 300 militari
dei diversi Comandi provinciali dell'Arma, compreso anche quello di
Brescia. Nell'ambito dell'operazione, i carabinieri hanno trovato e
sequestrato quintali di farmaci e sostanze commerciate illecitamente in
cinque siti, fra società di produzione e allevamenti nel Milanese e nel
Bresciano. Sotto sequestro sono finiti quattro quintali in un sito, fra i
tre e i cinquanta chili in un altro, altri sei quintali in un'altra
società. Secondo le indagini dei carabinieri del Nas di Bologna, ordinate
dalla Procura di Rimini, le sostanze e i farmaci venivano poi utilizzati
dagli allevatori per promuovere la crescita e l'ingrasso degli animali, per
curare le eventuali malattie o effettuare trattamenti preventivi
indiscriminati. Fra le sostanze sequestrate ci sono amoxicillina, un
antibiotico delle penicilline per cui sono stati fissati precisi limiti per
l'impiego n egli animali da reddito; il dimetridazolo, un antibatterico ad
ampio spettro appartenente alla famiglia dei nitrofuranici e cancerogeno;
ossitetracilina, un antibiotico ad ampio spettro di attività di
farmacoresistenza; e ancora sulfadimetossina, della famiglia dei
sulfamidici, cioè chemioterapici ad attività antibatterica e
antiprotozoarica.