rassegna stampa: Il mais geneticamente modificato per ora non entra in Europa



a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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TRATTO DA "LIBERAZIONE" - 8/12/03
Il mais geneticamente modificato per ora non entra in Europa I Paesi
dell'Unione europea non sono riusciti a trovare un accordo sull'apertura
alle importazioni di mais geneticamente modificato, una prova importante
per il bando sugli Ogm di cinque anni deciso dal blocco dei Quindici per i
nuovi prodotti biotecnologici. La mancata approvazione della vendita di
mais Bt-11 del gigante agrochimico svizzero Syngenta significa che la
questione sarà passata ai ministri Ue. Questi avranno tre mesi per
dibattere la proposta, avanzata dalla Commissione europea. Se anche i
ministri non troveranno un accordo, la Commissione potrà approvare la sua
stessa proposta. Gli Stati Uniti, appoggiati da Canada e Argentina, hanno
sfidato il bando Ue sugli Ogm in seno all'Organizzazione mondiale del
Commercio (Wto), dicendo che è illegale. Gli agricoltori negli Usa dicono
che il bando è costato loro milioni di dollari all'anno in vendite mancate.
Un'ottima notizia per tutti gli ambientalisti. «E' una vittoria dei
consumatori italiani ed europei», ha commentato Roberto Della Seta,
presidente di Legambiente: «Ammettere sul mercato europeo il granoturco
dolce BT11 sarebbe stato un gravissimo passo falso, vogliamo ricordarlo»,
ha proseguito Della Seta, «al ministro Girolamo Sirchia il cui
rappresentante nel comitato regolamentare si è astenuto dal voto». Ora che
la palla passa al Consiglio Agricoltura, Legambiente «chiede con forza al
ministro Giovanni Alemanno di non recedere dalle posizioni tenute sinora e
di continuare a esercitare il proprio ruolo di leadership a tutela dei
consumatori e in difesa della qualità e tipicità delle produzioni italiane
ed europe». Secondo la Coldiretti occorre rispettare il deciso orientamento
dei cittadini verso alimenti fortemente radicati con il territorio, senza
ogm, garantiti «dal campo alla tavola», al quale la grande agricoltura
italiana vuole rispondere positivamente grazie ai valori ambientali,
territoriali e culturali che esprime e che non hanno bisogno del biotech.
Soddisfazione è stata espressa anche dal responsabile ambiente di
rifondazione comunista, Roberto Musacchio, che ha colto l'occasione per
ribadire che «la questione di fondo per l'Italia e l'Europa è la moratoria
totale rispetto agli ogm».
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