Cohn-Bendit: centrali a gas o gasolio, se sono necessarie



Cohn-Bendit: centrali a gas o gasolio, se sono necessarie

«Nucleare rischioso in Italia, fa troppo caldo e scarseggia l'acqua,
difficile raffreddare le centrali»
http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=POLITICA&doc=COHN

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
BERLINO - «Guardi, se tutto quello che fanno i Verdi nel campo energetico è
così terribile, perché in Germania, dopo sei anni al potere, la situazione
non è affatto catastrofica e i tedeschi non sono al lume di candela?» Il
blackout non spegne, in Daniel Cohn-Bendit, il lume delle ragioni
ecologiste. Il capogruppo dei Verdi al Parlamento europeo difende la causa
antinucleare e rilancia la battaglia delle energie rinnovabili. Di più,
indica una nuova politica energetica per l'Europa come il «tema determinante
della battaglia comune dei Verdi europei», alle elezioni per il Parlamento
dell'Unione, il prossimo anno.
Niente banco d'accusa, quindi?
«L'Italia dovrebbe essere campione del mondo dell'energia solare, ma non è
così. Perché i Verdi dovrebbero trovarsi sul banco degli accusati?».
Beh, perché vi siete opposti alla costruzione...
«...delle centrali nucleari? Ma con il clima caldo e la cronica scarsezza d'
acqua dell'Italia, come si farebbe a raffreddarle in permanenza? I problemi
attuali di Francia e Germania sono riconducibili al fatto che, con il
surriscaldamento del clima, è sempre più difficile raffreddare i reattori.
In Italia, dove fa ancora più caldo, come si farebbe? Proporre le centrali
atomiche per l'Italia significa proporre interruzioni di corrente in
permanenza, per tutta l'estate, perché non si potrebbe raffreddarle. La
politica energetica dell'Italia è catastrofica perché non usa nessuna delle
energie rinnovabili, legate al clima e alle sue caratteristiche naturali».
Quali sono allora le lezioni da trarre dal blackout?
«Ce ne sono tre. La prima è che la più grande produzione di energia viene
dal risparmio. Per esempio, l'uso sconsiderato dei condizionatori sarebbe
inutile, se si fossero costruite case in grado di tener fuori il calore o il
gelo. Penso a un'architettura legata al clima, un'idea semplice, come si
faceva una volta. Guardi al consumo energetico dell'Alto Adige, piuttosto
basso nonostante faccia molto freddo. Questo avviene perché hanno un sistema
di costruzione che economizza l'energia. Inoltre, il risparmio energetico è
un affare economico, che dà lavoro a migliaia di aziende. La seconda lezione
è l'uso dell'energia solare: utilizzando un sistema di incentivi statali,
bisognerebbe inondare il Paese di pannelli solari, in grado di soddisfare i
fabbisogni elementari delle famiglie, senza appesantire la rete. Infine,
occorrerebbe studiare la collocazione di torri eoliche in particolari
regioni d'Italia, come avviene in Germania nello Schleswig-Hollstein. La
grande sfida del futuro a livello europeo è, in ogni caso, l'ossigeno: in
che modo, cioè, grazie alla fonte solare, sarà possibile trasformare questa
energia in ossigeno e così alimentare il circuito elettrico».
Ma, nell'immediato, Lei è d'accordo che bisognerebbe dare il via alla
costruzione di nuove centrali tradizionali?
«Io non sono contro le centrali a gas o a gasolio, se servono e se non
danneggiano l'ambiente. Bisogna però avere un piano a medio termine, che,
stabiliti i fabbisogni prevedibili e puntando sul massimo del risparmio,
combini lo sviluppo delle energie rinnovabili con la costruzione di alcune
centrali classiche, il più possibile pulite».
Basterà il comune denominatore della politica energetica a tenere insieme e
rilanciare i Verdi in Europa?
«Non è il solo. Noi ci batteremo perché l'Europa sia in condizione di
intervenire come regolatore dell'economia, premessa di un mondo più
solidale. Inoltre, è compito dei Verdi fare dell'Ue una forza di intervento
civile nel mondo, nella prevenzione dei conflitti e nel cosiddetto nation
building . Il che non significa escludere del tutto l'opzione militare, come
ipotesi di ultima istanza».

Paolo Valentino