Fwd: Discarica a Porto Torres: parla Gavino Sole




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Subject: Discarica a Porto Torres: parla Gavino Sole
Date: Thu, 21 Aug 2003 18:30:57 +0200
From: "Walter Falgio" <falgio at unionesarda.it>

Da Liberazione del 20 agosto 2003

Scorie tossiche a Porto Torres: "Dissotterrato l'uno per mille"

Il leader indipendentista Gavino Sale: "Subiamo forti pressioni, ma
 continueremo, i cittadini si fidano di noi".

«Questa discarica di rifiuti tossici non è l'unica in Sardegna ma certamente,
 con i suoi 70 ettari, è una delle più estese a livello europeo». Dopo il
 blitz di lunedì mattina durante il quale è stata portata alla luce una
 spaventosa quantità di sostanze definite cancerogene, interrate a pochi
 metri dal mare di Porto Torres, nel Sassarese, il leader indipendentista
 Gavino Sale non ha nessuna intenzione di abbassare la guardia. «Questo è
 solo l'inizio, l'uno per mille: abbiamo aperto la fogna dell'inferno e così
 continueremo anche perché i cittadini collaborano e si fidano di noi».
 Subito dopo l'incursione del movimento "Indipendentzia Repubrica de
 Sardigna", la procura della Repubblica di Sassari ha aperto un'inchiesta
 coordinata dal pubblico ministero Andrea Garau e ha affidato i controlli
 scientifici al Nucleo operativo ecologico dei carabinieri. Altra inchiesta
 avviata immediatamente è quella della Commissione bicamerale sulle ecomafie.
 L'annuncio è stato dato da due componenti dell'organismo parlamentare,
 Gabriella Pinto (Forza Italia) e Mauro Bulgarelli (Verdi), presenti lunedì a
 Porto Torres. Ad accendere la miccia un centinaio di attivisti che all'alba
 di avantieri, armati di pala meccanica e sotto la bandiera dei quattro mori,
 sono entrati in un terreno della Syndial, società che ha preso il posto
 dell'Enichem, e hanno cominciato a scavare. In una collinetta davanti al
 parco nazionale dell'Asinara, dove un tempo c'era uno stagno, sono emersi
 residui di fusti maleodoranti, sacchi aperti col marchio Sir (la Società
 italiana resine di Nino Rovelli, pioniere della chimica nell'isola),
 sostanze gommose e plastiche bianche di svariate dimensioni intorno a scure
 pozze gelatinose. Decine di migliaia di tonnellate, secondo gli
 indipendentisti, abbandonate nel terreno sino a una profondità di almeno 15
 metri. Residui di lavorazione dell'industria petrolchimica accumulati negli
 anni che in base ai primi esami sarebbero classificabili con la sigla "R45".
 Secondo la normativa europea con questa etichetta si indicano sostanze
 cancerogene altamente pericolose per la salute. A due passi dalla discarica
 di veleni ci sono le spiagge, la strada per Stintino e un impianto di
 acquicoltura ufficialmente chiuso a causa di un fallimento, ma tutti
 ricordano un'improvvisa e apparentemente immotivata moria di pesci. Gavino
 Sale è un fiume in piena e denuncia forti pressioni: «Ci stanno chiedendo
 con sempre maggiore insistenza di fermarci». Non nasconde una certa
 preoccupazione: «Non mi sento libero di parlare al telefono e cerchiamo di
 non circolare da soli. Stiamo rischiando perché dietro queste discariche c'è
 un gioco miliardario che vede la complicità del mondo politico». La scoperta
 di Porto Torres era stata in qualche modo annunciata. Il 5 luglio gli
 indipendentisti avevano scaricato una tonnellata e mezzo di bidoni
 contenenti sostanze tossiche davanti all'ingresso della villa del presidente
 del Consiglio Silvio Berlusconi a Porto Rotondo. Non è dato sapere da dove
 provenissero quei fusti, Sale non lo dice. Il 31 luglio una delegazione di
 Irs aveva incontrato a Roma i deputati Pinto e Bulgarelli ai quali erano
 stati consegnati campioni di scorie prelevati in Sardegna. Da qui l'invito a
 compiere una ricognizione sul territorio per verificare direttamente la
 presenza delle discariche tossiche. «Ci stanno avvelenando pian piano sotto
 il ricatto del lavoro», continua Sale. «Non possiamo accettare tutto questo
 in Sardegna. è 50 secoli che combattiamo e non firmeremo la resa proprio
 adesso. Noi avanziamo la legittima richiesta di continuare ad esistere
 mentre è inconcepibile ipotizzare un deposito unico di scorie radioattive
 nell'isola. Soltanto l'oltraggio di averlo pensato, per noi è sufficiente.
 Adesso il detonatore è innescato». Dalla Syndial cadono dalle nuvole.
 Giorgio Miotti e Antonio Russo, dirigenti della società intervistati
 dall'Unione Sarda, ammettono che la discarica rientra nei confini dello
 stabilimento di Porto Torres e che al momento non è stato previsto alcun
 progetto di bonifica. Si parla di un piano di «caratterizzazione», cioè di
 un monitoraggio del territorio che verrà effettuato prima di portare avanti
 eventuali interventi. Ma senza esitazione si fa avanti la Pinto promettendo
 che per trovare i fondi necessari alla bonifica verrà interessato anche il
 Governo.

Walter Falgio