quote latte: la sovrabbondanza di latte nasconde morte e sofferenza



QUOTE LATTE: VINCONO GLI ALLEVATORI.

<<SCUSATE IL DISTURBO..MA NON LASCIATECI MORIRE>>



Gli allevatori hanno vinto: dovranno pagare soltanto il 25% delle multe
assegnategli per la sovrapproduzione di latte. I telegiornali, nel darne
notizia, hanno mostrato le grandi battaglie degli allevatori di qualche
hanno fa: latte buttato con le pompe, letame gettato contro la polizia, la
mucca Ercolina, un cartello con scritto "scusate il disturbo ma non
lasciateci morire".



"Nessuno però ricorda l'origine del male:" - dichiara Walter Caporale,
Presidente degli Animalisti Italiani-PeTA (People for the Ethical Treatment
of Animals, la più grande associazione animalista al mondo che ha tra i suoi
testimonial Paul McCartney e Pamela Anderson) - "la sovrabbondanza di latte
nasconde morte e sofferenza, le vacche sono rese continuamente gravide per
produrre sempre più latte, i vitelli a cui sarebbe destinato questo alimento
vengono svezzati con latte in polvere, vengono quindi strappati alle madri
ed infine destinati all'ingrasso per la produzione di carne. Le vacche,
costrette a produrre sempre di più (una superproduttrice arriva fino a 40
litri di latte al giorno), hanno la mammelle tese e dolenti perché il loro
apparato mammario ospita un quantità di liquido eccessivo. La mungitura
meccanica e la continua tensione a cui l'apparato mammario è sottoposto
producono mastiti con dolori lancinanti per gli animali.



Le vacche da latte negli allevamenti generalmente rimangono nel ciclo
produttivo di un'azienda per otto-dieci anni: vengono quindi vendute al
macello in quanto improduttive. Allo stato brado, al contrario, una vacca
vive fino a 40 anni.



La vittoria degli allevatori è una sconfitta per gli animali, e per i
cittadini: gli allevatori non dovranno pagare né per le sofferenza "extra"
inflitte agli animali né per le sofferenze quotidiane che ogni singolo
animale subisce negli allevamenti intensivi.



La mucca "Ercolina", simbolo di tante battaglie, è sicuramente ancora chiusa
in una stalla con il suolo in cemento, senza erba, sottoposta alla
somministrazione di mangime: non erba e fieno ma Unifeed, ovvero una sorta
"di piatto unico" composto da mais ed integratori vari".

"Fino a quando non avremo smantellato gli allevamenti intensivi" - conclude
Walter Caporale - "non potremo gioire della nostra vita e del rispetto dei
più deboli. Noi ci auguriamo, un giorno, di poter urlare tutti insieme:
"Scusate il disturbo. ma non lasciateci morire" anche per i nostri amici
animali".


Roma, 10 febbraio ' 03