inquinamento ILVA: la Uil Puglia sta con la magistratura di Taranto



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Data  22 luglio 2002



C O M U N I C A T O     S T A M P A

La Uil condivide la decisione
della Procura di Taranto
che ha detto no all’Ilva


La Uil di Puglia condivide la decisione della Procura di Taranto, che ha respinto la proposta dell’Ilva di portare ad una soglia inferiore la percentuale di produzione delle batterie 3 e 6 della cokeria. “Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire commenta il segretario generale, Aldo Pugliese anche se sono sette anni che si parla di vetustà e quindi di pericolosità degli impianti. Non a caso proprio i vertici Ilva, al momento della privatizzazione, avevano denunciato lo stato d’invecchiamento degli impianti. E’ passato tanto tempo, ma nulla è stato fatto. Avrebbero dovuto essere costruite quelle nuove, non sono state neanche riammodernate le vecchie. Non solo: la prima ordinanza con la quale si imponeva la chiusura delle batterie 3 e 6 ormai risale ad un anno e mezzo fa. Ma nel frattempo nulla è stato fatto”. Secondo Pugliese è tempo che l’Ilva ponga rimedio sia alla delicata situazione creatasi sotto il profilo eco-ambientale sia per quello che riguarda la sicurezza sul lavoro: “Non ci sembra di chiedere un grande sacrificio dice il segretario Uil soprattutto perché parliamo di una azienda che mediamente finora ha realizzato utili per circa mille miliardi di lire l’anno. Si tratta allora di un’azienda che è nella condizione di fare gli investimenti dovuti, senza aspettare che ancora una volta intervenga pantalone, ed abbandonando la logica di tirare il collo agli impianti ed ai lavoratori sino all’esasperazione. Non può reggere neanche il ricatto occupazionale perché, qualora la produzione del carbone coke dovesse essere insufficiente al fabbisogno per la produzione di ghisa, l’Ilva può tranquillamente approvvigionarsi dal mercato, cosa che tra l’altro, ha già fatto in passato. Le colpe delle inadempienze aziendali non possono ricadere sui lavoratori”.



Il Segretario generale
(Aldo Pugliese)