legambiente l'aria malata di gela



dal manifesto

     
    
 
    
 

17 Marzo 2002 
  
 
  
L'aria malata di Gela 
ENZO BONTEMPO * 




Tutela dell'ambiente, lavoro per la gente! Era lo slogan scandito dai soci
di Legambiente che partecipavano, gioiosi e numerosi, alla manifestazione
nazionale del 1 maggio 1996 a Catania. Non solo uno slogan perché gli
ambientalisti, e non solo loro per fortuna, lavorano da tempo perché nel
nostro paese si concretizzi un progetto strategico basato sulla tutela
dell'ambiente, sullo sviluppo eco-compatibile, sulla riconversione
ecologica delle attività produttive.
Sei anni trascorsi inutilmente se dovessimo giudicare i risultati delle
nostre battaglie dalle dichiarazioni del segretario della Cgil siciliana
Aldo Amoretti che, all'indomani del decreto salva pet coke del governo
Berlusconi, definisce quelli di Legambiente degli integralisti che accusano
gli operai di Gela di avere scelto lavoro e malattia, integralisti a tal
punto di opporsi alle centrali eoliche dell'Enel. Da cosa abbia tratto
queste convinzioni non lo sappiamo ma certamente non dalle dichiarazioni
scritte o da documenti della nostra associazione. Forse è l'aria di Gela
che gli ha fatto male, aria insalubre come sostengono gli ambientalisti
integralisti. Amoretti ha anche qualche decennale lacuna informativa da
colmare, e qualche pregiudizio di troppo da curare, se non sa che in
Sicilia Legambiente rappresenta non solo le istanze dell'ambientalismo
scientifico ma anche quelle dei sostenitori della legalità innanzitutto (in
questo davvero integralisti). A sua scusante Amoretti può comunque portate
il fatto che sconosce la storia delle lotte per l'ambiente, per il lavoro e
contro la mafia che i siciliani fanno ed hanno fatto. Ecco perché farebbe
bene a rileggersi almeno le cronache delle battaglie contro gli scempi
edilizi, il rischio industriale, le morti bianche, gli inquinamenti e via
dicendo che questa associazione fa ed ha fatto. Farebbe anche bene a
leggersi il documento firmato alcune ore fra Ermete Realacci, presidente
nazionale di Legambiente e Sergio Cofferati, segretario generale della
Cgil, dove vengono riaffermate le ragioni e la validità di un protocollo
d'intesa siglato nel 1996. Qui si dichiara di condividere idee ed
aspirazioni comuni, mondo ambientalista e sindacale alleati nella
convinzione "che non vi sia vero progresso senza un miglioramento della
qualità sociale e della qualità ambientale" e si impegnano le due
associazioni alla manifestazione del 23 marzo. Quel protocollo del 1996 era
figlio dell'iniziativa di Legambiente Sicilia che lo aveva proposto e
sottoscritto con i segretari della Cgil, Cisl e Uil. Lo stesso protocollo
che Amoretti ha stracciato non appena Legambiente ha denunciato lo scandalo
dei forestali.
Alcuni giorni fa la Cgil Sicilia, settori produttivi, ci ha chiesto un
incontro sul caso Gela "per trovare punti di convergenza per una politica
comune". Evidentemente Amoretti ritiene scomoda questa compagnia,
preferisce accodarsi a quanti invocano il ponte sullo stretto di Messina, a
tutti quelli che a parole predicano "ambiente ed industria possono
convivere" e poi nei fatti operano in modo opposto. Vedi per esempio, la
vicenda del decreto salva-pet coke, dove le norme vengono stravolte per
consentire all'Eni di mantenere un inaccettabile privilegio, sul piano
economico e sul piano sociale, a scapito dell'ambiente e della salute delle
persone.
Noi abbiamo detto che "siamo per un superamento dell'uso delle fonti
fossili (carbone, petrolio, metano) per produrre energia e critichiamo
fortemente gli effetti ambientali e sociali che derivano dal loro
sfruttamento. Ciò non vuol dire che affrontiamo la questione del pet coke
in modo massimalista; il prodotto deve rimanere classificato come rifiuto
(non alla deregulation o ad una legge truffa) e se utilizzato quale
combustibile devono adottarsi sul piano tecnico tutti gli accorgimenti
necessari per eliminare dalle emissioni zolfo e soprattutto metalli pesanti".
La scorciatoia della legge truffa non garantisce né l'ambiente né la
sopravvivenza di un patrimonio industriale che è costato lacrime e sangue
ai siciliani. Se Amoretti, insieme ai governi Cuffaro e Berlusconi, si
sentono di cantare vittoria vuol dire che l'aria di Gela gli ha fatto
davvero male.
* Presidente regionale Legambiente Sicilia