No alla privatizzazione delle spiagge italiane



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Sent: Sunday, January 20, 2002 10:57 AM
Subject: No alla privatizzazione delle spiagge italiane

Alla Cortese Attenzione dell'On.le Silvio Berlusconi, Presidente del
Consiglio dei Ministri

OGGETTO: No alla privatizzazione delle spiagge italiane.

Caro Presidente,

Le scrivo per esprimere il mio disappunto sulla possibilità che le spiagge
italiane, fino ad oggi di proprietà del demanio dello Stato Italiano,
vengano privatizzate.
Così infatti prevede l'art. 71 della legge Finanziaria 2002, introdotto da
un estemporaneo emendamento della Camera:
"tutte le zone demaniali "non destinate all'esercizio della funzione
pubblica" sulle quali siano state eseguite "opere di urbanizzazione e di
costruzione in epoca anteriore al 31/12/1990" potrebbero essere trasferite
"in deroga ad ogni normativa vigente" al patrimonio disponibile dei Comuni,
con la chiarissima indicazione che tale trasferimento non è che un
passaggio
per la definitiva cessione ai privati".
I lottizzatori e i costruttori abusivi, i gestori di camping fuorilegge,
ecc. potrebbero acquistare la proprietà del demanio proprio in forza degli
abusi e dei reati commessi.
Sarebbe di fatto un nuovo Condono edilizio: tutte le opere abusive
costruite
su Demanio (proprietà dello Stato) potrebbero essere "sanate" con
l'acquisizione da parte dei privati.
Sarebbe un atto che premierebbe le persone disoneste ed in malafede a
scapito dei cittadini rispettosi delle leggi vigenti, che oltre a sentirsi
mortificati e beffati non potrebbero che ritenersi ingenui a non aver
saputo
approfittare anche loro a tempo debito dell'opportunità di cui disponevano
(con tutto ciò che ne consegue a livello etico, sociale, culturale, etc.).
Ritengo, signor Presidente, che questo provvedimento rischi di avere
effetti
disastrosi: oltre all'evidente danno ambientale, favorirebbe l'ingiustizia
sociale e la prevaricazione morale.
Inoltre, la corsa all'acquisto di spiagge e coste italiane da parte di
imprese e di privati rischia di complicare il diritto di accesso al mare da
parte dei cittadini italiani, come già avviene in molte coste italiane
(basti citare, una su tante, la vergognosa situazione in cui versa la
splendida zona costiera di Ansedonia -Orbetello- in cui non si riesce
neppure a vedere il mare a causa di km lineari di muri perimetrali eretti a
protezione delle costruzioni private).
Inoltre occorrerebbe prevedere il grave danno all'immagine internazionale
dell'Italia: la stampa straniera sicuramente ci "andrebbe a nozze" con
un'occasione così ghiotta, ed allontanerebbe i turisti stranieri dal nostro
Paese, con gravissimo nocumento per l'industria turistica.
Questa norma potrebbe inoltre vanificare tutti gli sforzi della
Magistratura
contro stabilimenti e campeggi abusivi e anche contro villaggi turistici
sorti in pieno Demanio marittimo.
Pertanto La invito, Signor Presidente, a predisporre nel più breve tempo
possibile un Decreto Legge sostitutivo dell'art. 71.
Ritengo che solo un provvedimento d'urgenza del Governo come il Decreto
Legge, che entri immediatamente in vigore, potrà rimediare ai danni sopra
evidenziati.
Confidando nel Suo intervento, Le porgo i migliori saluti.
Claudio Martinotti
Presidente Gruppo GEVAM Onlus
Guardie Ecologiche Volontarie Associazione del Mediterraneo
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