yellowstone batte La Roche



dal manifesto di sabato 23 giugno 2001

 Yellowstone batte La Roche TERRATERRA FRANCO CARLINI 

Sconfitta clamorosa ma giusta per il colosso farmaceutico Hoffmann-La
Roche. L'ufficio europeo dei Brevetti agli inizi di giugno le ha revocato
un brevetto cruciale nei test del Dna, sostenendo che non si trattava di
una invenzione nuova e che quella scoperta era già stata fatta in
precedenza. Il brevetto è quello per un particolare enzima, la Taq
polimerasi, il costituente fondamentale dei test Pcr (Polymerase chain
reaction), ormai usati di routine in tutti i laboratori.
Ma la storia comincia da lontano, precisamente nelle acque caldissime del
parco americano di Yellowstone; è lì infatti che venne "pescato" nel 1969
il batterio Thermus aquaticus, che l'evoluzione aveva adattato in modo tale
da poter sopravvivere anche in un ambiente così ostile. Per farlo quel
batterio si era dovuto dotare di un enzima, appunto, che fosse
particolarmente stabile anche ad alte temperature, mentre di solito queste
proteine se sottoposte al calore, si snaturano e perdono le proprie
proprietà. A un ricercatore americano, Kary B. Mullis, venne in seguito
l'idea di usare le strane proprietà dell'enzima per risolvere un problema
assai critico nei test genetici: quando il materiale di partenza sia poco
(per esempio un capello, una goccia di sangue, un frammento di pelle) come
ottenere abbastanza Dna su cui effettuare gli esami? La tecnica in seguito
chiamata Pcr è una sorta di moltiplicazione esponenziale del Dna: alcuni
enzimi lo tagliano e successivi cicli di riscaldamento e raffreddamento lo
duplicano, per 2,4,8,16, migliaia di volte. E' in questo ruolo che entra la
Taq polimerasi, proprio per le sue capacità di copiare il Dna reggendo agli
sbalzi di calore.
La Taq polimerasi venne solennemente nominata "molecola dell'anno" dalla
rivista Science nel 1989 e per questa geniale invenzione Mullis ha ricevuto
a suo tempo il premio Nobel nel 1993. Nel frattempo però quella ricerca e
quei risultati avevano già abbandonato il dominio pubblico ed erano stati
privatizzati.
La casa farmaceutica Cetus ricompensò Mullis con un bonus di 10 mila
dollari, brevettò l'enzima negli Stati uniti e in seguito ne cedette i
diritti a Roche per 300 milioni di dollari. A sua volta la Roche cominciò
immediatamente a mettere a frutto l'investimento, citando in tribunale
chiunque usasse quell'enzima, senza comprarlo da lei. In quel brevetto
americano c'erano tre assurdità: intanto non era attribuito a una tecnica
(quella con cui si fanno gli esami), il che sarebbe stato lecito,
trattandosi di una invenzione umana, ma a un suo componente chimico; in
secondo luogo veniva patentata un'invenzione della natura, il che è fuori
da ogni criterio; infine l'invenzione della Taq polimerasi era già stata
fatta in precedenza da altri ricercatori e dunque non aveva quei caratteri
di novità che la legge richiede per un brevetto. I precedenti scopritori
erano dei russi dell'Istituto di genetica generale di Mosca, che avevano
descritto le caratteristiche chimiche enzima sulla rivista Biohkhimya,
cinque anni prima del brevetto della Cetus.
Da allora è stata una lunga e ininterrotta battaglia legale che vedeva
contrapposta Hoffmann-La Roche a tutti i fornitori indipendenti di Taq
polimerasi, come la Promega, la Bioline e la New England Biolabs. Già nel
1999 il brevetto americano venne annullato da un tribunale di San Francisco
e la sentenza fu particolarmente umiliante; il giudice infatti scrisse che
esso era stato ottenuto con l'intento di trarre in inganno: in altre parole
gli uffici legali della Cetus erano già a conoscenza degli studi russi e
ciononostante avevano presentato le carte in modo da apparire come i primi
e veri scopritori. La storia per il momento finisce qui, in attesa delle
sentenze d'appello. Nel frattempo la Roche ha prodotto una versione
arricchita della Taq, chiamata Taq ricombinante, ottenuta trasportando
l'enzima in un altro batterio, con una manipolazione genetica. In questo
modo cerca di mantenere il predominio di mercato sui suoi reagenti, il cui
prezzo altrimenti cadrebbe per effetto della concorrenza. Il Taq nativo
viene venduto al 20-30 per cento in meno rispetto ai listini di Hoffmann-La
Roche.