sindacato infernale o eco-sindacato?



Articolo - "Sindacato infernale o eco-sindacato?"

E' il 7 febbraio e da pochi giorni sono "on line" su PeaceLink le foto infernali - scattate in segreto - che descrivono la cokeria di Taranto. Foto infernali, putiferio altrettanto infernale. Sono immagini terribili (ora sul sito tarantino di PeaceLink http://www.taras.it/ecologia/econews/fumi.html) che mostrano operai avvolti in densi fumi cancerogeni. Quelle foto arriveranno sui tavoli della magistratura e del Governo. Il sindaco di Taranto emetterà da lì a poco un'ordinanza prima per intimare la messa in regola della cokeria e poi - date le inadempienze dell'Ilva - per decretare la chiusura degli impianti dove più alto è l'impatto cancerogeno. Ma ritorniamo a quel 7 febbraio. Ho appena terminato a scuola un consiglio di classe. Torno casa e nella cassetta delle lettere trovo un plico "sospetto" con una lettera anonima. Vuoi vedere che contiene minacce? E invece no: è una lettera anonima di ringraziamento: "Mi congratulo con lei per aver dato modo a chiunque di poter conoscere veramente la realtà lavorativa nella cokeria di Taranto e per meglio capire la gravità del problema le consegno un raro documento: una relazione di indagine ambientale fatta nella cokeria di Taranto nel 1995, di cui si sono perse le tracce. N.B.: dica a ******* di state attento, lo cercano". Perché una lettera anonima di ringraziamento ad un'associazione di volontariato ecopacifista? Come mai il venir meno della fiducia nel sindacati come punto di riferimento? E perché l'anonimato? E perché ******* lo cercano? Chi è e cosa rischia? La risposta a queste domande sta nel plico recapitatomi, contenente un rapporto dell' Usl Taranto/4, datato 8 aprile 1995. Quindici pagine fitte di dati per spiegare come i fumi e i veleni dello stabilimento siderurgico di Taranto uccidevano i lavoratori. Quindici pagine di avvertimenti scientifici, corredati persino da una tabella sulle "morti attese", per far capire che, se non si correva subito ai ripari, i fumi cancerogeni avrebbero continuato a uccidere più di prima. Ma i sindacati - destinatari privilegiati del rapporto della Usl - misero quei dati nel cassetto e non avvisarono i giornali. Cgil, Cisl, Uil, Cisnal, Confsal e Cisal di quel rapporto non hanno mai fatto pubblicamente parola. Eppure la copia recapitata a me era stata protocollata, con relativo timbro, dalla Camera del Lavoro-Cgil, numero 0651 del 14 aprile ' 95. Di fronte a tanta omertà crolla il mito del sindacato di Giuseppe Di Vittorio e si comincia a vedere il mondo con occhi diversi. Nel rapporto "nascosto" nei cassetti sindacali il benzoapirene cancerogeno giungeva fino a picchi di 137 mila nanogrammi di benzoapirene (il valore soglia per persona è di 1 nanogrammo, cioè un miliardesimo di grammo). Ritorna nella mente la domanda insistente: ma allora chi sta cercando *******? Mi informo maggiormente e vengo a conoscere storie di minacce verso chi stava indagando sulla verità dei morti nella cokeria a Taranto. Tutto questo lo scrivo pensando al 26 giugno quando il Tar di Lecce deciderà se rendere operativa l'ordinanza del sindaco di Taranto che decreta la chiusura degli impianti cancerogeni. Avverrà anche a Taranto ciò che è successo a Genova? Riva concederà agli operai a lui fedelissimi il permesso di uscire con i mezzi pesanti e consentirà così l'invasione della città? E i sindacati si accoderanno servilmente al corteo aizzato da Riva o sapranno ritrovare la forza morale e civile di denunciare il rischio-cancro così come aveva tentato di fare *******? Già serpeggia la voce di un licenziamento di massa attuato per ricatto e non per necessità. Nella città dove vince l'anonimato e in cui domina la paura di parlare attendiamo il 26 giugno come un'incognita carica di inquietudine. Tutto e il contrario di tutto potrà accadere nella difficile scelta tra l'Inferno e il Nulla.

Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
a.marescotti at peacelink.it
www.peacelink.it

Questo articolo è stato scritto per il settimanale "Vita" www.vita.it
Non si può pertanto riprodurre o pubblicare senza il consenso del giornale (tel.02552298327).