Il caso TARANTO: una frontiera della salute



Al T.A.R. per la Puglia
Sezione Staccata di
L E C C E

Il caso TARANTO: una frontiera della salute.



         Come già a conoscenza di codesto spett.le Ufficio, dinanzi al
quale è stata impugnata dall'avente diritto, una recente ordinanza del
Sindaco di Taranto ha disposto il blocco delle attività di cokeria tenute
dal locale stabilimento siderurgico ILVA, in quanto riscontrate non
rispondenti ai previsti limiti di legge in materia ambientale e di salute
pubblica. E' altresì noto che codesto Ufficio, ai fini di una valutazione
esauriente della controversia, ha richiesto al Comune di Taranto copia
della documentazione tecnica a supporto dell'ordinanza; documentazione che
sarà esaminata quale necessario elemento valutativo della richiesta di
"sospensiva" del provvedimento avanzata dall'ILVA.

Questo gruppo, denominato "DELFINI ERRANTI" e composto in massima parte da
tarantini lontani dalla propria città (sparsi sì in tutto il mondo ma
fortemente legati dall'amore per la propria origine), pur nella
consapevolezza che codesto organo amministrativo è dalla legge chiamato a
pronunciarsi, in questa prima fase, non nel merito dell'atto impugnato ma
in relazione alla mera legittimità, tiene a sottolineare con forza quanto,
nel caso de quo, gli aspetti formali siano di arduo distinguo dagli aspetti
sostanziali della vertenza.

Qualche dato: nel 1971, 655 casi di neoplasia polmonare accertati su
Taranto; i casi diventano 812 nel 1981, 1092 nel 1991, 1196 nel 1996, e
1219 nel 1998; statisticamente, siamo al 25% oltre la media nazionale: una
progressione inesausta, sconvolgente; un prezzo indefinibile che Taranto
paga in contrappeso ad una pluriennale illusione di progresso (?!)
lumeggiata nel tempo dalle varie componenti socio-politiche nazionali e
locali; una qualità della vita che si commenta da sé. L'endemica fame di
posti di lavoro, è fuori discussione, ha avuto il suo ruolo
nell'accettazione sostanzialmente passiva (salvo qualche sussulto
propagandistico) di questa realtà; ma, chi legge le cifre si sarà reso
conto, oggi è veramente prossimo il limite oltre il quale c'è solo la
rassegnazione definitiva.

Siamo quindi qui a spingere, con convinzione e tenacia pari al nostro amore
per Taranto, affinchè ci sia una svolta autentica nella considerazione
ambientale di questa città e dei suoi abitanti, da sempre ricattati nelle
promesse (politiche ed istituzionali) e nei fatti. Siamo peraltro
consapevoli portatori di una forza diversa rispetto a chi vive in loco ed è
costretto a subire il ricatto "lavoro in cambio della vita"; noi siamo
lontani, dolorosamente lontani dalla città che amiamo, ma proprio per
questo non siamo acquisibili alla logica del ricatto. Rispettiamo le
competenze e le iniziative delle parti in causa, ma siamo fermamente e
civilmente determinati oltre ogni supponenza; ci fermeremo soltanto davanti
ai risultati concreti e duraturi.



3 giugno 2001
Luigi Ciullo per i DELFINI  ERRANTI