Re: [Disarmo] Ricorso contro vendita armi all'Egitto - incontro con avvocati organizzato da XR PACE




Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei.
Rivediamo quindi cos'è questo XR, ovvero Extinction Rebellion fondata da Bill Gates, Ted Turner e Antony St.John della Camera dei Lords britannica, noti promotori di PACE, da un mio post recente (vedi sotto).
Un tanto per non perdere le coordinate.
E per tornare a rilevare:
Perchè tanto chiasso mediatico per le due Fremm all'Egitto, e nulla per le quattro all'Arabia Saudita e le 10 agli USA? Se l'Egitto è quel che è, cos'è al suo confronto la Saudi Arabia e, peggio ancora, cosa sono gli Usa in fatto di guerre e violazioni di diritti umani, con le loro migliaia di basi sparse per il mondo, il nucleare sotterrato in casa nostra e le innumerevoli guerre e interferenze in atto cui l'Italia va al seguito (nuove missioni in Niger appena approvate per decreto), per non citare la faccenda Floyd e annessi? Non è che semplicemente qui si sta dando una mano a qualcuno oltreoceano, alla Francia, all'Olanda, alla G.B. e perfino ad Erdogan nostro compagno NATO, a far fuori l'ENI dall'Africa? Libia ed Egitto ma non solo: c'è tutto il Mediterraneo nel gioco, come pure viene qui citato e riportato dalla "stampa araba" ( “In questo modo l’Egitto vuole rafforzarsi dal punto di vista militare per affrontare le mosse turche in Libia e nel Mediterraneo orientale”). Non ne ha forse diritto, Regeni o meno, in difesa della sovranità nazionale e del diritto internazionale? Oppure è bene vedere le navi militari turche cacciare le piattaforme ENI da Cipro manu militari in violazione ad esso? La Turchia cos'è, migliore dell'Egitto in diritti civili e sfrontatezza bellica e terrorista? Meglio Erdogan di Al Sisi, meglio Exxon e Total che ENI a scavare pozzi? A questo si lavora in Extinction Rebellion e nella Camera dei Lord britannica? E i Disarmisti Esigenti accorrono ad aiutare le nuove Sette Sorelle NATO in nome della "lotta alla CO2" e "contro il nucleare"? Aprire gli occhi e stendere le antenne, prego.
A proposito di stampa, segnalo a margine che alla campagna contro ENI, oltre alla compagnia qui sopra indicata, partecipa con la grancassa pure Il Fatto di Travaglio ed i suoi filo-atlantici. Un tanto per non scordare nessuno.
Massacrando Regeni per la seconda volta, e di nuovo come la prima con ENI sullo sfondo, chiunque sia Stato, e chiunque egli sia stato.

Jure Eler

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Che ci fanno Bill Gates, Ted Turner e Antony St.John, membro ereditario della Camera dei Lord, con Extinction Rebellion?
E un trivellatore PD a capobranco delle Sardine?

-- Il fondatore di Extinction Rebellion:
Quando Hallam, un agricoltore biologico e ricercatore presso il King’s College, fondò XR nel 2018, insieme a Gail Bradbrook, altra ricercatrice convinta alla causa, alla comitiva si aggiunse una vasta schiera di studiosi, soprattutto psicologi e psichiatri, quanto occorre per trasformare una preoccupazione in isteria collettiva. C’era anche Antony St.John, XXII barone St.John of Bletso, uno dei novantadue membri ereditari della Camera dei Lord, presidente del consiglio di amministrazione della banca commerciale Strand Hanson e direttore esecutivo di un lungo elenco di società minerarie, informatiche, telematiche, energetiche e finanziarie, sia in Sud Africa sia in Europa. Quelle che fanno tanto bene al clima. Nella Camera dei Lord è membro della Commissione Esecutiva del gruppo parlamentare sull’Africa.

-- I capoccia delle Sardine:
- Bernard Dika, attivista renziano fino all’altro ieri, oggi nominato da Mattarella “Alfiere della Repubblica”, ha lasciato il PD quando gli è convenuto darsi credibilità di “sardina” fuori dai giochi del partito conosciuto come scivolo dalla padella alla brace.
- Tre delle quattro sardine che hanno dato vita al fiancheggiamento del PD-Italia Viva nelle prossime elezioni, lavorano con, o hanno a che fare con le compagnie dell’energia.
- Mattia Santori, subcomandante bolognese, nel 2014 si entusiasmò per lo Sblocca Italia di Renzi, più trivelle in Basilicata e, dappertutto, inceneritori e impianti energetici militarizzati come strategici. Nel 2016 sostenne il sabotaggio del referendum contro le trivelle che squarciano Italia e Adriatico e a manetta per TAP e Grandi Opere. Un vero eroe della devastazione ambientale.

http://www.marx21.it/index.php/italia/quadro-politico/30159-dallodio-del-manifesto-al-manifesto-dellodio

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Il 28/06/20 15:38, Davide Bertok ha scritto:

-------- Messaggio Inoltrato --------
Oggetto: Ricorso contro vendita armi all'Egitto - incontro con avvocati organizzato da XR PACE
Data: Sun, 28 Jun 2020 03:16:11 -0400
Mittente: Disarmisti Esigenti <coordinamentodisarmisti at gmail.com>
A: Alfonso Navarra <alfiononuke at gmail.com>


care amiche ed amici, Carolina Pozzo di XR PACE ha consultato degli avvocati che ritengono vi sia la possibilità di promuovere una azione legale se sarà perfezionato l'accordo tra l'Italia e l'Egitto per una maxi-fornitura di armamenti con in ballo, secondo Al Jazeera, fregate, aerei da addestramento. missili, etc. per circa 10 miliardi di euro.

Questi avvocati sono disponibili ad un incontro di chiarimento sulla strategia legale adottabile (vedi mail sotto riportata).
 
lunedì 29 giugno, ore 17:30


Leggiamo sulla rivista "L'Internazionale" che “il Cairo starebbe cercando di placare Roma sulla questione Regeni con un accordo di alto livello”. Si ricorda che "dopo la morte del ricercatore le licenze per l’esportazione militare dall’Italia al regime di Abdel Fattah al Sisi sono (decollate): nel 2019 l’Egitto è diventato il destinatario del maggior numero di licenze, pari a 871,7 milioni di euro".

Dalla stampa araba provengono valutazioni del seguente tenore: "L’accordo con l’Italia è chiaramente legato alla situazione in Libia, perché dall’Egitto è molto facile contrabbandare le armi via terra, lontano dal controllo internazionale. Visto che “la questione libica è una priorità per Roma, che vuole proteggere i suoi interessi nel paese arabo ricco di petrolio” (...) "L’intesa tra Roma e Il Cairo deriverebbe anche dalla necessità di proteggere i giacimenti di gas nell’est del Mediterraneo sfruttati dall’Eni: “In questo modo l’Egitto vuole rafforzarsi dal punto di vista militare per affrontare le mosse turche in Libia e nel Mediterraneo orientale”.

Abbiamo quindi la conclusione del pezzo:  "Al di là dei commenti e delle congetture, è certo che l’atteggiamento ambiguo del governo italiano, che da un lato chiede chiarimenti sull’uccisione di Regeni e dall’altro cerca accordi milionari sulle armi, ha fortemente colpito l’opinione pubblica del Medio Oriente. Un fatto da ricordare se l’Italia vuole continuare a ricoprire un ruolo importante nella regione".

Chi si batte per superare l'emergenza climatica ed ecologica (non ricorrendo alla falsa soluzione del nucleare, come sta facendo la Polonia e rischia di fare l'Europa) dovrebbe essere interessato al fatto che il nostro Paese eviti di invischiarsi in trame sporche e sanguinose (qui si vorrebbero tenere i piedi in due scarpe rotte e corrotte: quella di Serraji a Tripoli e quella di Haftar a Bengasi) per difendere scelte dell'ENI legate al mantenimento di un ruolo "fossile", nel momento in cui, anche secondo gli accordi sul clima globale di Parigi, dovremmo uscire al più presto da fonti energetiche che emettono CO2.
Fomentare da dietro le quinte guerre per il petrolio e per il gas - per giunta violando la Costituzione ma anche specifiche leggi - è , francamente, l'ultimo degli interessi del popolo italiano ed anche della comunità pacifica dei popoli di cui aspira a fare parte: un ordine internazionale che assicuri la pace e la giustizia tra le nazioni, come recita l'art. 11 della nostra Costituzione...

Grazie per l'attenzione e a vederci lunedi

Alfonso Navarra - portavoce dei Disarmisti esigenti

Cogliamo l'occasione per segnalare, sul SOLE DI PARIGI N.4 (in formato sito web), l'articolo del vicepresidente del MIR Francesco Lo Cascio, tra i primi firmatari dell'iniziativa NO ARSENALI SI OSPEDALI (https://www.petizioni.com/no_arsenali_si_ospedali ) L'articolo riflette sulla possibilita di rilanciare l'obiezione di coscienza alle spese militari in modalita simboliche che prepararino la strada alla ripresa della disobbedienza civile per ottenere la cd "opzione fiscale".

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Da: carolina pozzo <pozzo.c03 at gmail.com>
Date: gio 25 giu 2020 alle ore 05:17
Subject: Proposta di ricorso contro vendita armi all'Egitto
To: Giovanni Ciavarella <giovicvr at gmail.com>, Alfonso Navarra <alfiononuke at gmail.com>


Buongiorno, 
la recente questione relativa alla vendita di armi all'Egitto, nonostante sia un atto politico, e dunque non sindacabile in sede giudiziaria, potrebbe comunque essere considerata in violazione della legge 185/90 art.1. da parte del soggetto che emette l'autorizzazione.
Questa legge infatti vieta l’esportazione e il transito di armamenti quando questi siano contrari alla nostra Costituzione (comma 5) e quando si realizzino verso i Paesi in stato di conflitto armato (comma 6, lett. a). Queste condizioni parrebbero ricorrere entrambe: l’Egitto è alleato con i sauditi in guerra con lo Yemen, ed è alleato di Haftar in una guerra civile in Libia, ed è dunque sicuramente coinvolto in scenari militari bellici; inoltre, si è reso in passato responsabile di numerose violazioni di diritti umani, condotta in contrasto con i valori sanciti dalla Costituzione italiana. Non occorrono tante parole per ricordare che siamo tutti solidali con la famiglia Regeni per l'assassinio del figlio Giulio, continuando ad esigere  verità e giustizia al regime di Al Sisi; e che inoltre temiamo per Patrick Zaki (e per le migliaia di Zaki attualmente detenuti) di cui chiediamo l'immediata scarcerazione per evitare torture o peggio (la triste fine di Regeni sta li' ad ammonirci ...).

Agendo in via giudiziaria in questo senso, secondo il parere degli avvocati che ho sentito e che incontreremo, possono emergere responsabilità penali o amministrative, che saranno l'oggetto della riunione telematica di 

lunedì 29 giugno, ore 17:30


Invitate i gruppi che possono essere interessati all'iniziativa.
Per quanto mi riguarda mi daró da fare per contattare tutte le realtà di cui sono a conoscenza mettendo le mani avanti su possibili omissioni che dipendono da miei limiti di frequentazione dell'area pacifista, non certamente da volontà di escludere qualcuno.
Penso infatti che quanto più siamo uniti su una cosa concreta, tanto più siamo in grado di conseguire un risultato pratico positivo.

A presto
Carolina Pozzo
(XR Pace)

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