[Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Su Adista - F35 e spese militari: è tempo di «un cambio di rotta»




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Da: Segreteria - Rete Disarmo <segreteria at disarmo.org>
Date: mer 29 apr 2020, 14:27
Subject: [ReteDisarmo] Su Adista - F35 e spese militari: è tempo di «un cambio di rotta»
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F35 e spese militari: è tempo di «un cambio di rotta»

F35 e spese militari: è tempo di «un cambio di rotta»

Giampaolo Petrucci 29/04/2020, 11:09

Il dibattito sui cacciabombardieri F35 sembrerebbe ripartito, nel mondo politico e nell’opinione pubblica, e forse il merito è anche della mobilitazione dei pacifisti italiani contro l’assurdità delle spese militari, soprattutto in questi tempi di Covid-19 che richiederebbero maggiori investimenti nella sanità pubblica e nel sostegno agli impoveriti per causa del virus e delle misure di contenimento del contagio.

In un comunicato odierno, Sbilanciamoci!, Rete della Pace e Rete Italiana per il Disarmo ribadiscono il proprio convinto no all’acquisto dei cacciabombardieri della Lockheed Martin e spiegano: la «vera difesa» del popolo italiano non è si garantisce con armi e mezzi militari ma con «sanità, scuola, welfare». Le reti pacifiste apprezzano l’iniziativa di alcuni senatori del Movimento 5 Stelle, capeggiati da Gianluca Ferrara (senatore, fondatore della casa editrice Dissensi Edizioni, saggista e collaboratore di diverse testate tra cui Adista), che hanno sottoscritto un’interrogazione parlamentare al ministro della Difesa Lorenzo Guerini, per affrontare nuovamente e nelle opportune sedi la questione del taglio dei velivoli militari.

«Riteniamo invece molto negative le chiusure che ne sono conseguite da parte di altri esponenti della maggioranza di Governo», accusano poi i pacifisti, «così come ci è sempre sembrato negativo l’atteggiamento dello stesso Ministro Guerini su questo dossier. Fin dall’inizio del suo mandato l'On. Guerini si è schierato a favore di cacciabombardieri nonostante una buona parte anche dell’elettorato del suo partito sia contro tale scelta».

Nonostante l’opposizione dell’opinione pubblica, nonostante la pandemia e la strutturale necessità di risorse per la sanità pubblica, nonostante i documentati problemi tecnici e gli aumenti di costi di manutenzione dei caccia, i governi italiani hanno sempre sostenuto la linea del rispetto degli accordi. Adducendo peraltro motivazioni per lo più infondate: anche oggi rappresentanti della maggioranza (per lo più del PD) «richiamano la presenza di “fantomatiche” penali di uscita dal programma. Sono fantasticherie che abbiamo avuto modo di smentire già 10 anni fa» «che dimostrano una grave non conoscenza dei termini della questione da parte di chi invece ha un ruolo parlamentare importante».

Non si può più tornare indietro, chiarisce il comunicato, «solo al momento della sottoscrizione dei contratti di acquisto finali per ciascun velivolo, ed è forse per questo che il Ministro Guerini si è affrettato in pochi mesi ad apporre la sua firma al nuovo blocco pluriennale di produzione completamente ignorando il percorso di approfondimento sul dossier effettuato dal Governo Conte I (e mai messo a disposizione del Parlamento, che non ha potuto discutere alcun nuovo dato)».

Per nascondere una precisa linea di politica estera indigesta all’elettorato, la maggioranza il suo ministro parlano poi di «fantomatici “accordi internazionali” che sono stati evocati come vincolanti» o, peggio ancora, della minaccia di non essere ascoltati in sede internazionale venendo meno all’impegno di acquisto con il potente alleato d’oltreoceano. «Sono ovviamente collegamenti labili e non diretti, mentre ricordiamo a tutti che secondo l’accordo di base (MoU) del Joint Strike Fighter è consentito agli stessi Stati Uniti di uscire dal Programma».

Le reti pacifiste chiedono, ancora una volta, «un cambio di rotta» sugli F35 e su altri capitoli di spesa militare, chiedono inoltre che i decisori rompano la rigida chiusura in cui sono ricacciati e si aprano al confronto con il Parlamento e con la società civile, ascoltando anche le richieste del popolo italiano. «In questo senso rinnoviamo l’invito al Ministro della Difesa (ricordandogli i suoi appelli del passato a favore delle Marce della Pace e per una interlocuzione positiva con il movimento pacifista) e a tutto il Governo di rendere possibile un confronto con le nostre organizzazioni e con i cittadini che rappresentiamo, ascoltando quelle che da sempre sono non sono posizioni ideali ma anche riflessioni e analisi corroborate da dati ed elementi concreti».

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