[Disarmo] Fwd: Chi vende e chi spara. È in pieno boom il business delle armi nel mondo




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Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: mar 10 mar 2020, 08:30
Subject: Chi vende e chi spara. È in pieno boom il business delle armi nel mondo
To: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>


Chi vende e chi spara. È in pieno boom il business delle armi nel mondo

Dati Sipri. + 5,5% negli ultimi cinque anni. Primi esportatori sono gli Usa, poi vengono Russia e Francia. E tra chi importa l'India lascia la prima posizione ai sauditi

Rajnath Singh, ministro della Difesa indiano, «benedice» un jet appena acquistato dalla Francia 

Rajnath Singh, ministro della Difesa indiano, «benedice» un jet appena acquistato dalla Francia

 © Ap

Anna Maria MerloIl Manifesto

10.03.2020

9.3.2020, 23:57

Le vendite di armi sono in aumento nel mondo: nel periodo 2015-2019 sono cresciute del 5,5% rispetto agli anni 2010-2014, dato che conferma una costante progressione dal 2003 (in cifre assolute, nel 2017 le spese militari mondiali sono state di 1739 miliardi di dollari, il «fardello militare mondiale» è pari al 2,2% del pil mondiale, cioè 230 dollari per abitante della terra).

SONO I DATI DEL SIPRI, lo Stockholm International Peace Research Insitute, istituto indipendente nato nel 1966 su iniziativa del Parlamento svedese per commemorare i 150 anni di pace del paese e che si è specializzato nelle ricerche sui conflitti, le armi e il loro controllo, il disarmo, segnato all’inizio dall’attività di Alva Myrdal, scrittrice e diplomatica, Premio Nobel della Pace nel 1982 e del marito, Gunnar Myrdal, economista Premio della Banca di Svezia nel 1974.
Il primo paese esportatore sono gli Stati uniti, che assicurano il 36% del mercato, seguiti dalla Russia (21%, ma con vendite in calo del 18%) e dalla Francia, che passa al terzo posto, ma distanziata dai primi due, con il 7,9% (nel periodo 2010-2014 era al quinto posto, con una parte del 4,8%). Seguono la Germania (5,8%) e la Cina (5,5%).

GLI USA SONO ANCHE il primo paese per spese militari, 610 miliardi di dollari nel 2017, pari a un terzo del totale mondiale. I principali acquirenti di armi per il periodo 2015-2019 si trovano in Medioriente, che assorbe ormai il 35% degli acquisti mondiali, con un aumento spettacolare negli ultimi 5 anni del 61%. In questa regione c’è il primo importatore al mondo: l’Arabia saudita, che ha aumentato gli acquisti in 5 anni del 130% e ha rubato il primato dell’import all’India. È il prezzo della guerra in Yemen, che ha portato l’Arabia saudita ad assorbire il 12% dell’import mondiale di armi, sorpassando l’India (9,2%).
Solo la Germania nel 2019 ha messo un embargo nella vendita di armi ai sauditi, dopo l’uccisione del giornalista Jamal Khassogi il 2 ottobre 2018: la conseguenza è stato un calo delle vendite del gruppo franco-tedesco Airbus nel settore Difesa e Spazio, che sono state pagate con 2362 posti di lavoro in meno in Francia e in Germania.

LA GRAN BRETAGNA, malgrado alcune dichiarazioni – il governo ha espresso «ampia preoccupazione» per la guerra in Yemen – ha poi aumentato l’export di armi verso l’Arabia saudita, missili e blindati, e ora fornisce a questo paese del Golfo il 13% delle sue importazioni. La Francia copre il 4,3% dell’import dell’Arabia saudita, soprattutto con blindati, mentre Riyad si fornisce principalmente negli Usa (73%).
Il terzo importatore di armi al mondo è l’Egitto (5,8% del mercato). Il 35% di questi armamenti sono esportati dalla Francia (che aspetta conferma dell’ordinazione di 12 Rafale), una percentuale un po’ in calo perché Il Cairo vuole diversificare i suoi fornitori, il generale al Sisi si rivolge anche ad altri europei per le fregate, l’Italia con Fincantieri e la Germania con ThyssenKrupp Marine System. L’Australia è il quarto importatore di armi e la Cina il quinto. Ma Pechino è anche un importante esportatore, il quinto al mondo.

IL LEGAME TRA EXPORT e «indipendenza militare» è del resto uno degli argomenti con i quali in Francia viene giustificata la vendita di armi: secondo Hervé Guillou, ceo di Naval Group (che vende sottomarini a Brasile e India, e fregate a Egitto, Malesia ed Emirati), «nessun paese europeo è in grado di mantenere la competitività industriale nel campo della difesa basandosi soltanto sul mercato interno». Quindi deve esportare, per assicurare la «difesa» del proprio paese (tra Naval Group, Airbus, Safran e Thales, in Francia sono 200mila posti di lavoro nell’industria delle armi). La Francia ha trovato un buon cliente nel Qatar, che compra a Parigi il 14% delle importazioni di armi. IL Qatar ha ordinato 36 Rafale, caccia prodotti da Dassault Aviation, che ha come principali mercati esteri l’Egitto e l’India (New Dehli importa dalla Francia il 14% dei suoi armamenti).

I DATI DELL’IMPORT di India e Pakistan sono in calo (rispettivamente -32% e -39%), non per una svolta pacifista nei due paesi nucleari, ma perché intendono produrre armi a casa propria. Le prime dieci industrie che esportano armi sono statunitensi (52% del totale).