[Disarmo] Fwd: Julian Assange spiato per anni dentro l'ambasciata dell'Ecuador




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Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: lun 18 nov 2019, 18:46
Subject: Julian Assange spiato per anni dentro l'ambasciata dell'Ecuador
To: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>


Julian Assange spiato per anni dentro l'ambasciata dell'Ecuador. I video dello scandalo

Con il fondatore di Wikileaks spiati anche avvocati, giornalisti e politici che gli hanno fatto visita. L'indagine contro la spagnola UC Global
di STEFANIA MAURIZI - La Repubblica18 Novembre 2019
Sembra un film di James Bond, ma è tutto vero. Julian Assange, tutti i giornalisti di WikiLeaks e ogni singolo avvocato, reporter, politico, artista, medico che ha fatto visita al fondatore di WikiLeaks nell'ambasciata dell'Ecuador negli ultimi sette anni è stato oggetto di uno spionaggio sistematico. Le conversazioni sono state registrate, filmate e tutte le informazioni sono state trasmesse all'intelligence americana.
Le operazioni di spionaggio si sono spinte a livelli folli: addirittura le spie hanno pianificato di rubare il pannolino di un neonato che veniva portato in visita all'interno dell'ambasciata per poter prelevare le feci del bambino e stabilire con l'esame del Dna se fosse un figlio segreto di Julian Assange.
 
Repubblica ha avuto accesso ad alcuni dei filmati, degli audio e delle foto. Incontri tra il fondatore di WikiLeaks e gli avvocati, visite mediche di Julian Assange, riunioni diplomatiche dell'ambasciatore ecuadoriano Carlos Abad Ortiz, incontri con giornalisti. Tutto è stato spiato. Chi scrive si è ritrovata non solo filmata, ma con i cellulari smontati, presumibilmente alla ricerca del codice IMEI che consente di identificare un telefono al fine di intercettarlo.

Le spie hanno anche prelevato le nostre chiavette Usb, anche se al momento non è chiaro se siano riuscite a forzare la cifratura con cui avevamo protetto le informazioni salvate nelle memorie Usb all'interno del nostro zaino.

Si tratta di una gravissima violazione della riservatezza delle fonti giornalistiche, visto che i nostri incontri con Julian Assange e con lo staff di WikiLeaks all'interno dell'ambasciata erano di natura professionale e nelle nostre visite ricorrenti venivamo registrati come giornalisti.

L'edificio più sorvegliato del pianeta

Tutti immaginavano che l'ambasciata dell'Ecuador a Londra, in cui si era rifugiato Assange, fosse oggetto di una straordinaria sorveglianza. Ora però i sospetti si sono trasformati in certezze, dopo che il giudice José de la Mata dell'Alta Corte spagnola (Audiencia Nacional) ha aperto un'indagine contro l'azienda UC Global con sede a Jerez de la Frontera, Cadice, nel sud della Spagna, e ha perquisito e arrestato il suo boss, David Morales.
 
Quando il 19 giugno del 2012 il fondatore di WikiLeaks si rifugiò nel minuscolo appartamento che è l'avamposto diplomatico di Quito nel Regno Unito, l'ambasciata mancava delle più basilari misure di protezione, tanto da non essere dotata neppure di telecamere. E' per questo che l'allora governo dell'Ecuador di Rafael Correa, che aveva dato asilo ad Assange, arruolò la UC Global, una piccola azienda di security fondata da un ex militare spagnolo di nome David Morales, che forniva servizi di scorta e protezione alla famiglia di Correa.
 
Nel periodo in cui Morales iniziò a lavorare per l'Ecuador era un pesce piccolo, ma con ambizioni grandi: entrare nel giro dei contractor che maneggiano affari lucrosissimi in posti pericolosi del mondo. E fu proprio la presenza di Julian Assange nell'ambasciata dell'Ecuador a offrirgli l'occasione di far prosperare il suo business, secondo quanto raccontano alcuni suoi ex dipendenti diventati testimoni nell'inchiesta in corso contro di lui in Spagna. Sono loro ad aver raccontato che Morales si mise al servizio dell'intelligence americana per spiare su Julian Assange, su tutti i giornalisti di WikiLeaks e su chiunque entrasse nell'ambasciata. L'inchiesta si avvale di una grandissima quantità di filmati video, audio, email interne della UC Global, chat dei dipendenti.

L'escalation sotto Donald Trump

È dopo l'elezione di Donald Trump che le operazioni di spionaggio subiscono una vera e propria escalation con l'installazione all'interno dell'ambasciata di telecamere in grado non solo di filmare, ma anche di registrare l'audio con microfoni “che non possano essere visti a occhio nudo”, come rivela la corrispondenza interna della UC Global. Le richieste di David Morales ai dipendenti danno una misura di quanto lontano il boss dell'azienda si sia spinto. Morales, infatti, chiedeva ai suoi informazioni come la composizione fisica delle pareti della stanza di Assange (che tipo di cemento, muratura, mattoni), i dati della connessione wifi e avanzava perfino l'idea di installare un microfono capace di sentire attraverso i muri.
 
Niente e nessuno si è salvato. Anche gli incontri più inviolabili sono stati violati: le riprese video e audio a cui ha avuto accesso Repubblica mostrano un Julian Assange seminudo durante una visita medica, l'ambasciatore dell'Ecuador Carlos Abad Ortiz e il suo staff durante una delle loro riunioni diplomatiche, due degli avvocati di Assange, Gareth Peirce e Aitor Martinez, che si rinchiudono nel bagno delle donne, sperando di avere una conversazione riservata con il loro cliente.
 
L'idea di usare la toilette femminile era stata proprio di Assange, convinto di essere spiato anche quando incontrava i suoi legali, ma quest'ultimi l'avevano considerata una paranoia, anche perché UC Global li aveva rassicurati che i colloqui non erano registrati, ma in realtà anche c'erano microfoni nascosti anche nella toilette delle donne.
 
A finire nel mirino in modo particolare tutto lo staff presente e passato di WikiLeaks, Stella Morris in testa, e anche la giornalista che nel 2013 volò a Hong Kong per aiutare Snowden, Sarah Harrison. Il boss della UC Global aveva richiesto “profili aggiornati” anche sull'avvocata esperta di diritti digitali, Renata Avila; sul filosofo croato Srecko Horvat, co-fondatore del movimento DIEM; su uno degli avvocati che rappresenta Julian Assange fin dal 2010, Jennifer Robinson; sui film-maker Juan and José Passarelli, e su Baltasar Garzon, che coordina la strategia legale del fondatore di WikiLeaks. Una serie di fotografie rivelano come Garzon sia stato seguito nei suoi spostamenti. E come i telefoni del giornalista ed esperto tecnico tedesco, Andy Müller-Maguhn, siano stati presi di mira. I filmati dentro l'ambasciata lasciano emergere gli incontri di Glenn Greenwald e del marito David Miranda con Julian Assange, quello della rapper inglese M.I.A. che pranza con il fondatore di WikiLeaks, mentre il gatto di Assange li osserva seduto sul loro tavolo.

Julian Assange indifeso

Sembrano esserci pochi dubbi sul fatto che questa massiccia operazione di spionaggio sia stata condotta a favore degli Stati Uniti. Ad affermarlo sono alcuni dei dipendenti che hanno accettato di testimoniare, a rivelarlo sono alcune corrispondenze interne della società UC Global e anche la tipologia delle informazioni raccolte.
 
Nei sette anni in cui è rimasto confinato nell'ambasciata prima dell'arresto nell'aprile scorso, Julian Assange ha cercato di difendersi come poteva dalla sorveglianza pervasiva a cui era sottoposto, per esempio utilizzando un apparecchio che produceva un rumore di fondo capace di disturbare l'ascolto e la registrazione delle conversazioni (tecnicamente si chiama white noise). E questo apparecchio qualche problema l'ha creato.

Tanto che UC Global è arrivata a installare un microfono nascosto nell'estintore presente nella sala in cui Julian Assange riceveva tutte le visite: l'estintore era collocato vicinissimo alla posizione che il fondatore di WikiLeaks abitualmente occupava nella stanza ed era impossibile notarlo, sistemato com'era nella base di plastica nera dell'estintore, fissato con un magnete. Non solo: secondo quanto riferito dai lavoratori, gli americani avevano sistemato dei microfoni laser fuori dalle finestre dell'ambasciata, ma le piccole vibrazioni prodotte dall'apparecchio usato da Assange interferivano con la captazione delle conversazioni da parte dei microfoni laser e quindi il boss della UC Global intervenne per risolvere il problema con una soluzione tecnica fornita dagli stessi americani.

I video, gli audio, le fotografie a cui Repubblica ha avuto accesso rivelano le profondissime violazioni della privacy che ha subito Julian Assange, i giornalisti di WikiLeaks, gli avvocati, i medici, i reporter che gli hanno fatto visita e rivelano l'impossibilità di proteggere le fonti e i materiali giornalistici in un ambiente così ostile. Le azioni di spionaggio colpiscono ancora di più se si considera che Assange si trovava nell'ambasciata protetto dal diritto di asilo e che queste informazioni verranno usate dagli Stati Uniti per estradarlo e chiuderlo per sempre in prigione per l'unico crimine di cui oggi è accusato e per cui rischia una pena di 175 anni: la pubblicazione dei documenti segreti del governo americano, che hanno rivelato crimini di guerra e torture, dall'Afghanistan all'Iraq a Guantanamo.
 
L'avvocato spagnolo Aitor Martinez, che è uno degli avvocati del team legale di Julian Assange ripreso nei filmati, dichiara a Repubblica: “Nel corso di questi anni, abbiamo tenuto i nostri incontri con Mr. Assange all'interno dell'ambasciata ed erano protetti dalla relazione cliente-avvocato alla base della tutela del diritto alla difesa. Ma ora vediamo che quegli incontri erano spiati, secondo i video pubblicati da vari media. Visto quanto accaduto, è chiaro che l'estradizione negli Usa di Assange deve essere negata. Speriamo che la Giustizia inglese capisca presto la gravità di questi fatti e neghi l'estradizione al più presto”.