Re: [Disarmo] Sulla guerra, il Rojava, per trasformare la solidarietà in lotta internazionalista!



Tutto questo (si veda stralcio documento) è possibile solo se la “guerra” in senso assoluto diviene un tabù di invalicabile accettazione.
Siamo un paese dove i sindacati, non i padroni, chiedono che la Sardegna diventi la regione dell’industria militare italiana.
Ove il sindacato e i lavoratori dell’ilva gridano “siamo stanchi, non si gioca sulla pelle dei lavoratori” non rivolti a chi li vuole far lavorare in un inferno che ammorba ed uccide, ma contro chi vuole mettere degli ovvi paletti a questa situazione.
… invece di invocare la nazionalizzazione a costo zero …. e la sua riconversione con i soldi che si spendono per il militare.
Siamo di fronte a una classe “operaia” che si è fatta portatrice, in quasi tutti i contesti, degli interessi aziendali … perché sono quelli che garantiscono il lavoro a loro stessi … fin che va bene ... alla faccia dell’internazionalismo.
Gli “ultimi” sono i primi a far la guerra agli altri “umili” visti come concorrenti e non come fratelli

Bisogna uscire dalle retoriche anni ’60 e tradurre gli stessi contenuti (che ritengo validi) nel contesto attuale: solo tornando al cuore dei singoli problemi, recuperando parole di principio inequivocabili e che mettano di fronte le genti alle proprie responsabilità personali e di “classe” allora forse i nostri messaggi con il tempo fanno centro.

La guerra che spinge gli esseri umani ad uccidersi e a devastare patrimoni ed ambienti che ci danno la vita, è sempre voluta dagli apparati militari, industriali e politici tra essi collegati: questa rete va smantellata. Iniziamo da noi.
Cittadini, compagni, per un mondo in cui ogni oppresso e ogni persona che non opprime o sfrutta sono nostri fratelli, invochiamo un disarmo unilaterale.
Solo questo può rompere una catena, in nome di una forte solidarietà internazionalista tra i popoli.
Se saremo uniti questo passaggio non sarà impossibile da realizzare e da compensare con le giuste politiche di riconversione.
Chiediamolo in modo chiaro e lavoriamoci sopra in modo continuativo.
Il nazionalismo (inteso come difesa di presunti interessi istituzionalizzati a nome della collettività) e il militarismo sono le radici dello sfruttamento e dei privilegi.

Antonio

On 05 Nov 2019, at 17:40, rossana (via disarmo Mailing List) <disarmo at peacelink.it> wrote:

Crediamo che riconoscere la guerra, i suoi interessi, i suoi affari come il principale nemico dei popoli e come strumento di controllo, repressione e sfruttamento delle classi subalterne sia il primo passo per una concreta lotta internazionalista. Dobbiamo affinare le capacità di denunciare, attaccare, e colpire chi nei nostri territori fa accordi e affari con il “sistema guerra”, chi fa accordi e affari con i nemici della resistenza kurda. Attaccare le collusioni del padronato italiano, dei nostri governanti, dei banchieri e delle istituzioni, che nella guerra si arricchiscono, che con affari e accordi con dittatori, sceicchi e guerrafondai svolgono il loro compito di sanguinosi affaristi.