[Disarmo] Fwd: Trump costringe l’Iran a seguire l’esempio pericoloso della Nord-Corea





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Da: Elio Pagani <eliopaxnowar at gmail.com>
Date: ven 26 lug 2019 alle ore 16:38
Subject: Trump costringe l’Iran a seguire l’esempio pericoloso della Nord-Corea
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Trump costringe l’Iran a seguire l’esempio pericoloso della Nord-Corea | Amy Goodman & Denis Moynihan

mercoledì 17 Luglio 2019 – Centro Stufdi Sereno Regis

Amy Goodman & Denis Moynihan

Asse del Male” è espressione che apparve la prima volta nel discorso dell’ex-presidente George W. Bush sullo Stato dell’Unione nel gennaio 2002, descrivendo l’Iraq, l’Iran e la Nord-Corea pochi mesi dopo gli attacchi dell’11 settembre. Quattordici mesi dopo quel discorso, gli Stati Uniti invasero l’Iraq, rimanendoci tuttora in guerra 16 anni dopo.

Ora, il presidente Donald Trump sta minacciando l’Iran di “obliterazione” mentre visita e ostenta lode al leader della Nord-Corea, Kim Jong Un. Perché questo trattamento diverso fra i due paesi superstiti dell’“Asse del male”? E’ semplice: la Nord-Corea ha fra 20 e 60 testate nucleari stimate e i missili per inviarle a destinazione, mentre all’Iran mancano armi nucleari. La lezione è dolorosamente chiara: per evitare una guerra devastante con gli Stati Uniti, si sviluppino armi nucleari come deterrente.

Nonostante quel che dicono molti critici di Trump, ivi compresi molti aspiranti candidati presidenziali Democratici, il breve incontro di Trump con il dittatore nordcoreano la settimana scorsa è stato qualcosa di buono. La diplomazia è meglio della guerra. Una guerra con la Nord-Corea sarebbe catastrofica. Joe Cirincione, presidente del Ploughshares Fund, che opera a livello globale per ridurre i pericoli posti dagli armamenti nucleari, disse alla CNN nel 2017: “Tu colpisci la Nord-Corea, loro risponderanno, e con un formidabile arsenale convenzionale schierato al confine che potrebbe devastare [il Sud] fino a Seoul. …Stime per cui morirebbero centinaia di migliaia di sudcoreani nelle prime ore di combattimento — causa artiglieria, razzi, missile a corto raggio — e se questa guerra dovesse intensificarsi fino al livello nucleare, si avrebbero decine di milioni di vittime.” Quelle sono le vittime previste solo per la Sud-Corea. Ci si aggiungano attacchi nucleari potenziali al Giappone, alle Hawaii e magari perfino agli US continentali, e le cifre sulle vittime diventano inimmaginabili.

Dovremmo essere grati che Trump persegua negoziati con la Nord-Corea; e congratularci con lui per essere il primo presidente US in carica ad aver posto piede in Nord-Corea la settimana scorsa.

Un avversario di tale dialogo è il consigliere alla sicurezza nazionale di Trump, John Bolton. Mentre Trump era nelle Coree la settimana scorsa, Bolton era inviato lontano, in Mongolia. Dopo che il New York Times riferì che Trump stava considerando di accettare un congelamento nucleare nordcoreano, anziché una completa denuclearizzazione, Bolton twittò “Né il Comitato di Sicurezza nazionale né io abbiamo trattato o sentito di alcun desiderio di ‘accomodarci per un congelamento nucleare da parte nordcoreana.’” Si ritiene ampiamente che Bolton e il Segretario di Stato Mike Pompeo siano a favore ad un conflitto militare con l’Iran. L’Iran ha recentemente abbattuto un drone spia US, lamentando che avrebbe penetrato lo spazio aereo iraniano. Trump ordinò un attacco aereo per rappresaglia, revocandolo all’ultimo minuto. Lo si dovrebbe condannare per l’attacco, ma applaudire per averlo revocato. La guerra con l’Iran sarebbe incredibilmente distruttiva su tutti i versanti e si diffonderebbe verosimilmente a tutto il Medio Oriente. Se dovesse accadere, ammonisce il Bulletin of the Atomic Scientists, Trump molto probabilmente potrebbe ordinare l’uso delle cosiddette armi nucleari tattiche contro l’Iran.

Nel bel mezzo di questa santabarbara geopolitica, l’amministrazione Trump sta tentando di consegnare la tecnologia nucleare all’Arabia Saudita, un antagonista chiave dell’Iran. Il principe della corona saudita Mohammed Bin Salman non ha escluso l’uso degli impianti nucleari che spera d’acquistare per sviluppare armamenti nucleari.

Sta crescendo l’opposizione parlamentare [US] bipartitica all’accordo nucleare saudita, non solo per il pericolo di proliferazione di armi nucleari, ma anche per l’incessante bombardamento saudita dello Yemen, che causa la maggiore crisi umanitaria al mondo oggidì, e per il suo brutale assassinio del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi. Il parlamentare Democratico della California Brad Sherman ha detto ad Arms Control Today  “Se c’è un governo non affidabile con una fionda, non dovrebbe essere affidabile con armi nucleari.”

Un’altra preoccupazione al Parlamento è il potenziale conflitto d’interesse del consigliere e genero di Trump Jared Kushner, la cui azienda famigliare l’anno scorso ha ricevuto una massiccia cauzione di salvataggio da un fondo speculativo denominato Brookfield Asset Management (BAM), proprietario anche di Westinghouse Electric, che si avvantaggerebbe di vendite di impianti nucleari all’Arabia Saudita. Il robusto rapporto personale con il principe della corona saudita è ben noto.

Con gli Stati Uniti che stanno apertamente attrezzandosi per la guerra con l’Iran, cercando intanto di munire l’Arabia Saudita della tecnologia di cui necessita per sviluppare le proprie armi nucleari, stupisce forse che l’Iran abbia giusto annunciato che ricomincerà ad ammassare e arricchire l’uranio? L’Iran aveva finora rispettato i termini dell’accordo nucleare multilaterale, anche dopo che Trump aveva ritirato unilateralmente gli US dall’accordo.

Il presidente Trump sta costringendo l’Iran a seguire le orme della Nord-Corea: costruire un arsenale nucleare come deterrente o venir distrutto. Abbiamo bisogno di una risposta di base globale per fermare questa nuova gara agli armamenti nucleari prima che prosegua minimamente.


Amy Goodman è anfitriona dell’ora quotidiana di notizie internazionali TV/radio “Democracy Now!” trasmessa da oltre 900 stazioni in Nord-America. È autrice di Breaking the Sound Barrier, uscito recentemente in edizione economica e già diventato un best-seller del New York Times.

Denis Moynihan è co-fondatore di Democracy Now! Dal 2002 partecipa alla distribuzione mondiale, allo sviluppo infrastrutturale dell’organizzazione, e al coordinamento di complesse trasmissioni dal vivo da vari continenti. Vive a Denver dove sta sviluppando una nuova stazione radio comunitaria non-commerciale.


ANGLO AMERICA, 15 Jul 2019 | Amy Goodman & Denis Moynihan Democracy NOW!
Titolo originale: Trump Is Forcing Iran to Follow North Korea’s Dangerous Example
Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


http://serenoregis.org/2019/07/17/trump-costringe-liran-a-seguire-lesempio-pericoloso-della-nord-corea-amy-goodman-denis-moynihan/

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Diceva Gandhi:
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.
Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la nonviolenza sono antiche come le montagne. 
Non c'è strada che porti alla pace che non sia la pace, l'intelligenza e la verità.
Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi.
Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.
Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere.
Per praticare la nonviolenza, bisogna essere intrepidi e avere un coraggio a tutta prova.
Nessun uomo può essere attivamente non-violento e non ribellarsi contro l'ingiustizia dovunque essa si verifichi.


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Diceva Gandhi:
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.
Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la nonviolenza sono antiche come le montagne. 
Non c'è strada che porti alla pace che non sia la pace, l'intelligenza e la verità.
Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi.
Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.
Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere.
Per praticare la nonviolenza, bisogna essere intrepidi e avere un coraggio a tutta prova.
Nessun uomo può essere attivamente non-violento e non ribellarsi contro l'ingiustizia dovunque essa si verifichi.