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Le mini-atomiche, ultima tentazione di Donald Trump

27 Maggio 2018
Il Congresso potrebbe varare un nuovo progetto di armamento che prevede testate nucleari a bassa potenza, in grado di aggirare gli accordi internazionali
di GIAMPAOLO CADALANU


La nuova Guerra fredda ha una caratteristica fondamentale: se nel secolo scorso le armi nucleari erano considerate più una garanzia che una risorsa militare utilizzabile, in una logica chiamata MAD, cioè distruzione reciproca assicurata, nel Terzo Millennio si fa largo l'ipotesi di usare davvero piccole bombe nucleari, cosiddette da teatro. Il Congresso americano ne sta discutendo animatamente e potrebbe presto decidere sul progetto, a cui il presidente Trump tiene parecchio: sono le mini-nukes, testate atomiche a bassa potenza, che costeranno 65 milioni di dollari e non rientreranno negli accordi internazionali.

Il Pentagono le vuole "per dissuadere Mosca dall'usare armi simili senza paura di ritorsione". Ma Adam Smith, capogruppo democratico alla Commissione Difesa della Camera, le considera un errore molto pericoloso: "Fanno sì che la gente pensi: sono piccolo ordigni nucleari, possiamo avere un piccolo scambio nucleare, e tutto andrà a posto. Ma la nostra politica dev'essere: non le useremo mai, in nessun caso".

I tentativi di convincere il Congresso vanno avanti dal 2005, con scarso successo: "Ciò che mi preoccupa con questo tipo di armi è che qualche idiota potrebbe essere tentato a usarle", dice il deputato repubblicano David Hobson. Ma la Casa Bianca sembra decisa ad andare avanti nel programma di ammodernamento dell'arsenale nucleare, nonostante i costi mostruosi: si parla di 1700 miliardi di dollari in trent'anni. Il che significa che nuove bombe per aereo, le B61-12, saranno schierate anche nelle basi europee, comprese Aviano e Ghedi, per sostituire le B61 nelle versioni più obsolete. Questo, spiega a Repubblica Hans Kristensen, decano di temi nucleari per la Federazione scienziati americani, non significa che cambino le regole sul controllo delle nuove bombe: "Restano sotto custodia e controllo Usa, tranne in caso di guerra in cui alcune di esse vengono caricate su aerei europei".

Le B61-12 saranno montate su ogni caccia, dagli F-16 ai B-2, compresi i vecchi Tornado. Ma la concezione di "arma da teatro" le rende perfette per il cacciabombardiere "Stealth" F-35, la cui bassa visibilità sugli schermi radar permetterebbe bombardamenti in profondità nel territorio nemico. "La presenza di queste bombe e degli F-35 pone l'Italia al centro delle rinnovate tensioni con la Russia, contraddicendo ogni impegno dei governi verso l'eliminazione delle armi nucleari", dice Francesco Vignarca, coordinatore della rete Disarmo.

In realtà molti tecnici nutrono dubbi sull'effettiva capacità di questo jet di evitare l'individuazione: i moderni sistemi contraerei, a partire dalle batterie russe S-400, che Mosca vuole vendere a Damasco e potrebbe fornire anche a Teheran, dovrebbero essere in grado di "vedere" e quindi colpire anche gli aerei presunti invisibili.

Ma l'aspetto più inquietante è la svolta nella dottrina nucleare Usa: "Vediamo un cambiamento nell'idea di usare l'arma atomica non solo in risposta ad attacchi nucleari, ma anche in risposta a quelli che il Pentagono chiama "attacchi strategici non nucleari": attacchi chimici, biologici, convenzionali e potenzialmente anche informatici", dice Hans Kristensen.

Secondo l'analista, la Nato sta cambiando prospettiva, con nuove strategie che comprendono un aumento del grado di prontezza dell'armamento nucleare, ma anche l'ipotesi di costruire armi espressamente concepite per colpire la Russia in uno scenario europeo. "Negli ultimi anni le relazioni Usa-Russia sono peggiorate", dice Kristensen, "la tensione è aumentata, ci sono incidenti, le esercitazioni diventano più grandi e offensive, con un ruolo crescente delle armi nucleari. Questi fattori sommati fanno aumentare la probabilità che una crisi degeneri in una guerra convenzionale, che a sua volta potrebbe facilmente degenerare fino all'uso delle armi nucleari".

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