[Disarmo] Fwd: [ReteDisarmo] Commissione Difesa Camera impegna governo ad aumentare al 2 per cento del PIL le spese militari



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Da: <alfio.nicotra at unponteper.it>
Data: 27 set 2017 15:22
Oggetto: [ReteDisarmo] Commissione Difesa Camera impegna governo ad aumentare al 2 per cento del PIL le spese militari
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Carissimi/e,
dal mio osservatorio dei lavori parlamentari devo segnalarvi- non senza un certo allarme - la discussione e le deliberazioni della IV Commissione permanente della Camera dei Deputati (Difesa) che al rendiconto 2016 e assestamento 2017 su proposta del relatore D'Arienzo (Pd) si impegna il Governo ad aumentare le spese militari dall'attuale 1 per cento al 2 per cento del PIL:  Come vedete dal resoconto il dibattito ha fatto parzialmente modificare la risoluzione approvata ma resta il fatto che la maggioranza intende perseguire un obiettivo - il raddoppio delle spese militari in sette anni, che non sta nè in cielo nè in terra (per le pessime condizioni della spesa pubblica in Italia . 

Segue il dibattito in commissione e poi in ordine la proposta di parere originale e dopo la proposta di parere approvata (varia nell'impegno finale).

Alfio Nicotra


2016.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2016. 
C. 4638 Governo, approvato dal Senato.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2017. 
C. 4639 Governo, approvato dal Senato.

Tabella 11. 
(Relazioni alla V Commissione). 
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione – Relazione favorevole con osservazioni su C. 4638 – Relazione favorevole su C. 4639).

  La Commissione prosegue l'esame, rinviato nella seduta del 20 settembre 2017.

  Francesco Saverio GAROFANIpresidente, avverte che non sono state presentate proposte emendative riferite ai disegni di legge in esame.

  Vincenzo D'ARIENZO (PD)relatore, presenta una proposta di relazione favorevole con osservazioni sul disegno di legge di rendiconto (vedi allegato 3).

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO dichiara che il Governo valuta favorevolmente la proposta del relatore.

  Massimo ARTINI (Misto-AL-TIpI) manifesta perplessità sulla formulazione letterale dell'osservazione riferita all'incremento delle spese militari in vista del raggiungimento dell'obiettivo fissato in sede NATO del 2 per cento del PIL. 
  Rileva, infatti, che per raggiungere l'obiettivo del 2 per cento del PIL l'Italia dovrebbe incrementare la propria spesa militare di un valore molto elevato in termini assoluti, portandola a cifre che in Europa sono uguagliate soltanto dal Regno Unito e dalla Francia. Analogo discorso può farsi per la Germania, che dovrebbe aumentare la propria spesa, secondo stime approssimative, di 100 miliardi di euro. È, a suo giudizio, più corretto, invece, considerare anche altri parametri per valutare l'impegno di un Paese e il suo contributo al sistema di difesa internazionale: da una parte ponderando le spese militari in valore assoluto; dall'altra, considerando anche gli impegni dei vari Paesi nei teatri di crisi e la partecipazione a missioni internazionali. Serve, in altre parole, una valutazione non meramente quantitativa, ma anche qualitativa.

  Carlo GALLI (MDP) esprime un giudizio assai critico sulla proposta di relazione del relatore, sottolineando la genericità e la vaghezza dell'osservazione sull'incremento delle spese militari. Rileva, in particolare, che non viene detto nulla sulla maniera in cui dovrebbe essere impiegata la spesa militare aggiuntiva e sulle modalità con le quali articolare tale incremento. Pag. 80Ritiene inoltre che non sia consono al ruolo della Commissione esprimersi in termini così vaghi e semplicistici. Preannuncia pertanto il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta del relatore.

  Vincenzo D'ARIENZO (PD)relatore, sottolinea come l'osservazione cui si è fatto riferimento evidenzi semplicemente la necessità che l'Italia rispetti l'impegno assunto a livello internazionale in sede NATO: vale a dire quello di raggiungere entro il 2024 l'obiettivo di destinare alla spesa militare un importo pari al 2 per cento del PIL nazionale. Si tratta di un impegno confermato negli ultimi anni dai diversi Governi che si sono succeduti. Se non si ritiene possibile o giusto raggiungere l'obiettivo, occorre che il Governo si attivi nelle sedi internazionali per svincolarsi dall'impegno già sottoscritto. In ogni caso, riformula la propria proposta di parere, per fare riferimento non più alla necessità di «incrementare» le spese militari, ma a quella di «affrontare il tema delle» spese militari (vedi allegato 4).

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione come riformulata dal relatore.

  Vincenzo D'ARIENZO (PD)relatore, presenta una proposta di relazione favorevole sul disegno di legge di assestamento (vedi allegato 5).

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione del relatore.



Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2016. C. 4638 Governo, approvato dal Senato.

PRIMA PROPOSTA DI RELAZIONE DEL RELATORE

  La IV Commissione (Difesa), 
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'anno finanziario 2016 (C. 4638 Governo, approvato dal Senato); 
   evidenziato che il conto consuntivo della spesa del Ministero della difesa per il 2016 reca quantificazioni definitive di competenza per complessivi 21.928,9 milioni di euro, con un incremento, rispetto alle previsioni iniziali, di circa 1.947,3 milioni di euro; 
   sottolineato che le più importanti variazioni di competenza interessano la missione «Difesa e sicurezza del territorio», che ha registrato un incremento di 2.439,9 milioni di euro, peraltro corretto da una diminuzione di 533,3 milioni a carico della missione «Fondi da ripartire»; 
   richiamate le valutazioni formulate dalla Corte dei conti nella sua Relazione sul rendiconto generale dello Stato per l'anno 2016, dalla quale emerge, in particolare, che nel corso del 2016, in attesa della definitiva approvazione del disegno di legge del Governo S. 2728, volto ad attuare le principali iniziative legislative contemplate nel Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa, la Difesa ha continuato il processo di transizione per il rinnovamento dello strumento militare, sulla scia di quanto previsto nella legge n. 244 del 2012 sulla revisione dello strumento militare e in conformità con gli obiettivi strategici definiti nel richiamato libro bianco; e che è proseguita la tendenza verso la riduzione del personale militare, il cui completamento dovrà terminare nel 2024 con una forza militare pari a 150.000 unità: obiettivo, ad avviso della Corte, «ampiamente raggiungibile con gli strumenti in atto», mentre, secondo la Corte, restano, allo stato, ancora problematici il rafforzamento della categoria dei volontari di truppa e l'obiettivo della metà del personale a tempo determinato e per due terzi di giovane età, e richiedendosi «ulteriori sforzi ordinamentali per incentivare la fuoriuscita dai ruoli del personale a tempo indeterminato (con il passaggio ad altre Amministrazioni o con il collocamento in ARQ o ausiliaria) e per agevolare il reinserimento nel mondo del lavoro di quello a tempo determinato»; 
   considerato che la maggior parte degli stanziamenti continua ad essere incentrata sulle spese relative al personale (79,34 per cento della spesa di parte corrente), in deciso e costante incremento in termini percentuali negli ultimi quattro anni (rispetto al 2013 si regista un aumento del 4,95 per cento); 
   rilevate le palesi carenze di organico nell'Arma dei carabinieri (a fronte delle 114.778 unità in organico, la forza effettiva è pari a 102.014 unità),

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  con le seguenti osservazioni: 
   considerato che anche nel 2015 sono stati registrati aumenti sui Programmi «Approntamento e impiego delle forze Pag. 84navali», «Approntamento e impiego delle forze aeree» e «Approntamento e impiego Carabinieri per la difesa e la sicurezza», appare opportuno, pur nella condivisione dell'obiettivo generale, ridurre il più possibile ogni forma di discrasia tra dati previsionali e rendiconto, lavorando ad una sempre maggiore corrispondenza tra esigenze, anche sopravvenute in corso dell'anno, e risorse in previsione; 
   è necessario incrementare le spese militari, che nel 2016 ammontano all'1 per cento del PIL, ma che, per rispettare gli impegni formali sottoscritti in sede NATO, dovrebbero attestarsi al 2 per cento del PIL entro il 2024; 
   è necessario affrontare la questione del rapporto tra le spese correnti, che pesano sugli stanziamenti complessivi per l'89 per cento, e quelle in conto capitale, che incidono soltanto per l'11 per cento e che sono in deciso calo, tanto da attestarsi al minimo storico mai raggiunto.

Pag. 85

ALLEGATO 4

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2016. C. 4638 Governo, approvato dal Senato.

RELAZIONE APPROVATA

  La IV Commissione (Difesa), 
   esaminato, per le parti di propria competenza, il disegno di legge recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'anno finanziario 2016 (C. 4638 Governo, approvato dal Senato); 
   evidenziato che il conto consuntivo della spesa del Ministero della difesa per il 2016 reca quantificazioni definitive di competenza per complessivi 21.928,9 milioni di euro, con un incremento, rispetto alle previsioni iniziali, di circa 1.947,3 milioni di euro; 
   sottolineato che le più importanti variazioni di competenza interessano la missione «Difesa e sicurezza del territorio», che ha registrato un incremento di 2.439,9 milioni di euro, peraltro corretto da una diminuzione di 533,3 milioni a carico della missione «Fondi da ripartire»; 
   richiamate le valutazioni formulate dalla Corte dei conti nella sua Relazione sul rendiconto generale dello Stato per l'anno 2016, dalla quale emerge, in particolare, che nel corso del 2016, in attesa della definitiva approvazione del disegno di legge del Governo S. 2728, volto ad attuare le principali iniziative legislative contemplate nel Libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa, la Difesa ha continuato il processo di transizione per il rinnovamento dello strumento militare, sulla scia di quanto previsto nella legge n. 244 del 2012 e in conformità con gli obiettivi strategici definiti nel richiamato Libro bianco; e che è proseguita la tendenza verso la riduzione del personale militare, il cui completamento dovrà terminare nel 2024 con una forza militare pari a 150.000 unità: obiettivo, ad avviso della Corte, «ampiamente raggiungibile con gli strumenti in atto», mentre, secondo la Corte, restano allo stato ancora problematici il rafforzamento della categoria dei volontari di truppa e l'obiettivo della metà del personale a tempo determinato e per due terzi di giovane età, richiedendosi «ulteriori sforzi ordinamentali per incentivare la fuoriuscita dai ruoli del personale a tempo indeterminato (con il passaggio ad altre Amministrazioni o con il collocamento in ARQ o ausiliaria) e per agevolare il reinserimento nel mondo del lavoro di quello a tempo determinato»; 
   considerato che la maggior parte degli stanziamenti continua ad essere incentrata sulle spese relative al personale (79,34 per cento della spesa di parte corrente), in deciso e costante incremento in termini percentuali negli ultimi quattro anni (rispetto al 2013 si regista un aumento del 4,95 per cento); 
   rilevate le palesi carenze di organico nell'Arma dei carabinieri (a fronte delle 114.778 unità in organico la forza effettiva è pari a 102.014 unità),

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

  con le seguenti osservazioni: 
   considerato che anche nel 2015 sono stati registrati aumenti sui Programmi «Approntamento e impiego delle forze navali», «Approntamento e impiego delle Pag. 86forze aeree» e «Approntamento e impiego Carabinieri per la difesa e la sicurezza», appare opportuno, pur nella condivisione dell'obiettivo generale, ridurre il più possibile ogni forma di discrasia tra dati previsionali e rendiconto, lavorando ad una sempre maggiore corrispondenza tra esigenze, anche sopravvenute in corso dell'anno, e risorse in previsione; 
   è necessario affrontare il tema delle spese militari, che nel 2016 ammontano all'1 per cento del PIL, ma che, per rispettare gli impegni formali sottoscritti in sede NATO, dovrebbero attestarsi al 2 per cento del PIL entro il 2024
   è necessario affrontare la questione del rapporto tra le spese correnti, che pesano sugli stanziamenti complessivi per l'89 per cento, e quelle in conto capitale, che incidono soltanto per l'11 per cento e che sono in deciso calo, tanto da attestarsi al minimo storico mai raggiunto.

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