[Disarmo] R: Re: lettera appello al segretario dell'ONU per una soluzione "intelligente" della crisi coreana



proposte di Ellero sono  da considerare TOTALMENTE irrealistiche semplicemente perché la crisi coreana non è affare - purtroppo - dei coreani (magari) ma dietro ci sono innanzitutto gli interessi di USA e Cina ed è in ballo tutto l'assetto geopolitico ed economico dei mari cinesi

il taglio energetico non sarà mai  una proposta ufficiale di qualsiasi mediatore e meno che mai la nostra proposta di pacifisti:  è quanto logicamente prospetteranno i compagni cinesi per fare sloggiare Kim Jong-un che è a capo di un regime che  si regge  in piedi appunto solo grazie agli aiuti di Pechino

capisco che qualcuno consideri questo giovanotto di Piong Yang un nuovo campione dell'anti-imperialismo così come abbiamo rischiato di scambiare Trump come un campione di pacifismo (fortunatamente ho potuto costatare che negli stessi USA la buona maggioranza della popolazione ormai lo consideri "un prepotente ed un disturbato mentale")

e sono anche convinto che costoro - nel loro spirito pacifista - ritengono i missili nucleari di Kim legittimi in quanto "difensivi"

li informo però  che la nostra lotta ha reso ormai fuori legge tutte le armi nucleari (legalmente il percorso sarà completato 90 giorni dopo il prossimo 20 settembre) e che ora ci daremo da fare con più carte e più slancio per eliminarle OVUNQUE E DA PARTE DI CHIUNQUE (le americane, come le cinesi, come le russe, eccetera)

di conseguenza non è che consigliamo a chiunque sia o si ritenga minacciato da una potenza nucleare (che so Maduro in Venezuela) di lanciarsi in programmi atomici "difensivi"i!






----Messaggio originale----
Da: "jure LT" <disarmo at peacelink.it>
Data: 6-set-2017 10.00 PM
A: <disarmo at peacelink.it>
Ogg: Re: [Disarmo] lettera appello al segretario dell'ONU per una soluzione "intelligente" della crisi coreana


Oltre alla questione sanzioni richiamata da Elio (definite banali quando sono invece lo strumento di omicidio premeditato a medio termine di interi popoli, inutile ne faccia qui l'elenco: altrettanto cinicamente potrei affermare che almeno l'atomica ti ammazza all'istante e non patisci più e non vedi i tuoi nipoti pagare asserite presunte colpe dei nonni!), ci sono un altro paio di punti che non condivido per nulla e mi fa reputare questo documento irricevibile.
In primo luogo, e collegato a quanto sopra, la 'proposta' alla Cina di tagliare le forniture energetiche alla RDPK. Cos'è questo, se non una pesantissima sanzione che andrebbe a colpire essenzialmente la popolazione e le strutture sociali dello Stato??
Fuori luogo la definizione di 'burattino' per il presidente coreano (e più sotto addirittura 'disturbato mentale'!): offensivo verso un Capo di Stato riconosciuto, e quindi totalmente inaccoglibile da chi rappresenta la Società delle Nazioni, e pure verso il Governo cinese. Se questo vi sembra il metodo migliore per cercare di aprire un dialogo costruttivo e risolutivo della crisi, mi pare che siete fuori binario.
Infine, e questa è invece solo una opinione e non le evidenze specchiate di quanto esposto sopra, la RDPK viene definita come 'il provocatore', con la conseguenza che le minacce e le possibili azioni belliche future degli USA o, più probabilmente, di una qualche 'comunità dei volenterosi' già viste all'azione in Libia e altrove (Italia oggi in Afghanistan, tanto per dirne una) risulterebbero 'una risposta' ad esse, più o meno egittimata quindi, e più o meno nucleare, ma pur sempre una mera reazione ad atti inconsulti del 'pazzo di turno' su clichè Gheddafi o dell''Hitlerovic' di Jugoslava memoria. C'è chi reputa, al contrario, che siano gli Stati Uniti e i suoi interessati amici Atlantici e Pacifici ad essere gli storici provocatori e sabotatori della convivenza pacifica in Estremo oriente: chiedetene conto ai Coreani, ma anche ai Vietnamiti e a molti altri, a rileggetevi, promemoria, la Storia delle ingerenze statunitensi (e inglesi, e francesi...) in quell'emisfero che va dalla Somalia alla Nuova Zelanda.
La proposta ha da essere una soltanto: fine delle minacce occidentali alla RDPK e ritiro della miriade di navi militari che circondano la Penisola, strapiene di armi atomiche (puntate sulla Cina), che al confronto quel che ha testato la Corea è un mortaretto. E demilitarizzazione di TUTTA la penisola, e chiusura di ogni base e strumento militare extranazionale presente in Corea del Sud. Fatto questo, inizio di una trattativa tra le due Coree in prospettiva di una riunificazione nazionale fuori da ogni ingerenza estera con la supervisione dell'ONU (magari riformata..).
Altro che sanzioni umanitarie e taglio delle forniture energetiche!

Giorgio Ellero

...........
 
Il 06/09/2017 16:40, Elio Pagani (via disarmo Mailing List) ha scritto:
Grazie caro Alfonso,
perdona anzitutto il ritardo con cui ti scrivo, ma il lavoro mi inchioda per tempi molto lunghi.
Ho letto con attenzione l'appello proposto, sono d'accordo su quasi tutto ma non sullo strumento sanzioni nei confronti della Corea del Nord, non servirebbero e sarebbero controproducenti. Inoltre a quando le sanzioni nei confronti dell'ammodernamento e potenziamento dello strumento militare USA, altrettanto pericoloso?
A presto.
Elio Pagani


Il giorno 5 settembre 2017 16:02, alfonsonavarra at virgilio.it <alfonsonavarra at virgilio.it> ha scritto:


----Messaggio originale----
Da: "Alfonso Navarra" <alfiononuke at gmail.com>
Data: 5-set-2017 3.55 PM
A: "disarmisti esigenti"<disarmisti-esigenti@googlegroups.com>
Ogg: [disarmisti esigenti] lettera appello al segretario dell'ONU per una soluzione "intelligente" della crisi coreana

Care amiche ed amici della mailing list

con la presente vi chiediamo di sottoscrivere - facendo parte dei primi aderenti firmatari - un appello centrato sulla risoluzione "intelligente" della crisi coreana che sta drammaticamente montando: una soluzione, a nostro parere, che deve essere diplomatica, non militare, e con un ruolo più attivo della istituzione ONU nella persona del suo Segretario Generale.
Intendiamo, con la vostra meditata condivisione, separare i giochi geopolitici e di potenza in corso nei mari "cinesi" orientali e meridionali  dalla necessità "umana" del disarmo nucleare: l'imperativo prioritario è che ci si colleghi alla ampia mobilitazione necesaria per fare sì che la "storica" proibizione degli ordigni nucleari, or ora adottata dall'ONU, e vergognosamente ignorata dalla stampa italiana, si traduca in un percorso realistico di eliminazione degli stessi.
Sarebbe paradossale che proprio nel momento in cui si è aperta a livello internazionale  la speranza di chiudere con l'era atomica, in diritto e di fatto, si venisse trascinati nella prima, catastrofica, ed in parte già annunciata, guerra che impiega le armi nucleari!

I saluti nonviolenti più sinceri da parte dei promotori

Alfonso Navarra - Lega per il Disarmo Unilaterale
email alfiononuke at gmail.com  - cell. 340-0736871
Adriano Ciccioni - Cittadini del Mondo - adrianociccioni at hotmail.com - cell. 335-8423588
Alex Zanotelli - Mario Agostinelli - Luigi Mosca - Loredana Depetris - Francesco Lo Cascio - Aurelio Juri - Virginio Bettini - Laura Tussi - Fabrizio Cracolici - Enrico Peyretti (e siamo in attesa di altre risposte da parte di personalità politiche e pacifiste)

Luigi Mosca propone di spedire una versione in inglese più concisa che si impegna a redigere (anche tenendo conto dei consigli di una forma più diplomatica)



Gentile Segretario Generale dell’ONU

António Guterres

la guerra nucleare e’ un pericolo molto concreto, per nulla relegato alla fantapolitica: questo è purtroppo testimoniato dalla crisi coreana di questi giorni: in una retorica senza freni si evoca addirittura esplicitamente il lancio di missili atomici quando una parte, che dovrebbe essere quella “responsabile”, minaccia il “fuoco” e il “furore” che condusse ad Hiroshima e l’altra, sotto un regime il cui leader ha tratti palesemente inaffidabili, straparla di “incenerire l’America”. Ed insiste nel portare avanti progetti di armamento nucleare, con relativi test provocatori, che mai saranno all’altezza dei (cattivi) modelli di riferimento.
Presumiamo che Ella, signor Segretario, sia preoccupato al pari di noi che la avventura umana possa essere precipitata in un nulla senza senso, per un cataclisma radioattivo che può essere scatenato persino per incidente o per errore di calcolo, su giochi aggressivi mal gestiti da chi scherza con il fuoco atomico.
Tutto questo avviene proprio mentre a livello mondiale dovremmo renderci conto della speranza aperta dal Trattato di proibizione delle armi nucleari adottato il 7 luglio 2017 alla Conferenza ONU di New York: se ci diamo da fare, non solo nel mondo ma anche, per quanto più direttamente riguarda chi scrive, in Italia, con una ampia e convinta mobilitazione di base, possiamo passare dalla interdizione giuridica degli ordigni nucleari alla loro eliminazione. Fino a pochi giorni fa sarebbe sembrato un sogno azzardato, ma oggi, dopo questo voto coraggioso di 122 Paesi (non nucleari e per lo più non allineati) la fine dell’era atomica può diventare realtà!
Ma, tornando alla crisi coreana, che e’ stata definita da analisti geopolitici, per indicarne l’estrema gravita’, “una Cuba ’62 alla moviola”, questa volta con protagonisti veri, al posto di USA e URSS di allora, USA e Cina, ed il Giappone sullo sfondo, dovrebbe valere per essa quanto sarebbe raccomandabile per tutte le altre che affliggono il Pianeta: dovrebbero essere risolte mediante dialoghi diplomatici con pontieri volenterosi ed in buona fede, aiutati da chi lavora per avvicinare e riconciliare le società civili, nel rispetto del ruolo attivo di mediatore, di garante e di arbitro dell’ONU.
La nostra richiesta e’ che, stavolta, oltre la banalità e la scontatezza delle sanzioni, un ruolo più’ attivo sia giocato propio dall’istituzione che Ella presiede nel mettere d’accordo (almeno quanto basta per evitare il peggio) gli interessi in conflitto facendo prevalere l’intelligenza e la flessibilità del compromesso, sulla ostinazione delle potenze e sulla stupidità degli orgogli nazionalistici. Proprio come avvenne a conclusione dei 13 giorni della crisi dei missili di Cuba che tenne col fiato sospeso il mondo.
E’ proprio compito di chi e’ ufficialmente preposto a “mantenere la pace e la sicurezza nel mondo”- ci permettiamo di ricordarLe - spingere, con una mediazione diretta, i governi che contano ad una soluzione  da ottenere con il dialogo. Una soluzione che invogli la Cina a staccare la spina petrolifera al suo ex burattino scappato di mano garantendo che la Corea non finisca tutta e subito nell’orbita USA e che nei mari “cinesi” dell’Est e del Sud la comune necessità  dell’ecosviluppo cementi la composizione dei legittimi interessi di tutti gli Stati che si affacciano su di essi.
Fermare la spirale della guerra e’ difficile ma non impossibile se si ha il coraggio di investire in pieno la propria responsabilità e ci si impegna ad aprire i canali di comunicazione giusti per i tavoli di negoziato opportuni.
Nel mondo di oggi spesso criticare l’ONU e’ uno sport diffuso e di moda: facciamo in modo di smentire gli scettici e di dimostrare che la forza del diritto internazionale può prevalere sul diritto della forza armata dei prepotenti e dei disturbati mentali. Solo questo mondo in cui una ONU potenziata e democratizzata conti davvero e’ un mondo che può ragionevolmente sperare in un futuro, nel futuro. 



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Diceva Gandhi:
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.
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Non c'è strada che porti alla pace che non sia la pace, l'intelligenza e la verità.
Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi.
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Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere.
Per praticare la nonviolenza, bisogna essere intrepidi e avere un coraggio a tutta prova.
Nessun uomo può essere attivamente non-violento e non ribellarsi contro l'ingiustizia dovunque essa si verifichi.


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