[Disarmo] R: Re: lettera appello al segretario dell'ONU per una soluzione "intelligente" della crisi coreana



Le sanzioni sono criticate nell'appello, ma forse hai ragione - non in modo chiaro. Il cuore della nostra proposta è un nuovo protagonismo dell'ONU con l'intervento diretto di Guterres, perché questa istituzione il più delle volte ed in tutte le controversie importanti è solo chiamata a mettere il bollo DOPO gli accordi già presi dai "grandi".
Spero che tu abbia comunque apprezzato il nostro coraggioso tentativo (a quanto mi risulta, per adesso siamo gli unici pacifisti ad avere messo bocca nella crisi coreana con una loro proposta) di essere EFFICACI. Quando Gandhi "inventò" la nonviolenza POLITICA fu perché diede una risposta altra, molto concreta, che guidò la mobilitazione di milioni di persone,  ad un conflitto reale: liberare l'India dal colonialismo inglese.
Nei mari cinesi ci sono precisi INTERESSI geopolitici ed economici in conflitto: è quindi efficace NOMIMARLI e proporre di mediarli CON UN RUOLO DIRETTO DI GUTERRES SENZA RICORRERE ALLA GUERRA.
E difatti, per dirla molto in sintesi, e non ripetere tutta la pappardella, si parla di Nord Corea "che non deve essere attratta nell'orbita americana" e della possibilità di un obiettivo "trascendentale" nell'ecosviluppo comune dei Paesi che si affacciano su quei mari, dove passa il più grande traffico di merci del mondo e dove la Cina costruisce isole artificiali anche con l'obiettivo di estrazioni petrolifere.
Quello che voglio dire è che noi nonviolenti, specialmente gli italiani, appariamo al grande pubblico quelli del facile e non impegnativo "volemose tutti bene" (quando va bene, perché c'è anche chi tra noi precisa: eccetto l'Impero del Male...) e fanno i predicozzi tipo vecchio Papa dal balcone (Francesco in questo è una anomalia) che servono ad appagare solo la coscienza di "anima bella" di chi li pronuncia.
Il salto di qualità si fa quando, come Gandhi, si dimostra di voler dare, con INTELLIGENZA STRATEGICA, risposte concrete a conflitti concreti, con gli interessi individuati per nome e cognome. 
Risposte dal punto di vista, che deve risultare credibile, della COMUNE UMANITA' e non di schieramentismi geopolitici precostituiti. (E difatti Gandhi non era "gandhiano" e i suoi comportamenti politici e le sue scelte sarebbero state il più delle volte bocciati se esaminati da una commissione formata - che so - dai leader delle attuali formazioni nonviolente italiane).
O almeno, come noi, si comincia a tentare di farlo... o a tentare di dare l'impressione che si intende farlo...

Le sanzioni sui Paesi che detengono gli arsenali nucleari, USA in primis, come atto dal valore simbolico da non trascurare, spero che siano discusse concretamente quando si deciderà a livello internazionale di volere affermare, con un percorso preciso, il nuovo ordine del Trattato di proibizione sul vecchio ordine del Trattato di non proliferazione.
La questione non è del tutto chiara all'interno del movimento mondiale disarmista (e dei 122 Stati "battistrada").
Se ci diamo dentro con chiarezza e risolutezza è veramente possibile che la questione sarà posta all'ordine del giorno ... 

----Messaggio originale----
Da: "Elio Pagani" <disarmo at peacelink.it>
Data: 6-set-2017 4.40 PM
A: <disarmo at peacelink.it>
Ogg: Re: [Disarmo] lettera appello al segretario dell'ONU per una soluzione "intelligente" della crisi coreana

Grazie caro Alfonso,
perdona anzitutto il ritardo con cui ti scrivo, ma il lavoro mi inchioda per tempi molto lunghi.
Ho letto con attenzione l'appello proposto, sono d'accordo su quasi tutto ma non sullo strumento sanzioni nei confronti della Corea del Nord, non servirebbero e sarebbero controproducenti. Inoltre a quando le sanzioni nei confronti dell'ammodernamento e potenziamento dello strumento militare USA, altrettanto pericoloso?
A presto.
Elio Pagani


Il giorno 5 settembre 2017 16:02, alfonsonavarra at virgilio.it <alfonsonavarra at virgilio.it> ha scritto:


----Messaggio originale----
Da: "Alfonso Navarra" <alfiononuke at gmail.com>
Data: 5-set-2017 3.55 PM
A: "disarmisti esigenti"<disarmisti-esigenti@googlegroups.com>
Ogg: [disarmisti esigenti] lettera appello al segretario dell'ONU per una soluzione "intelligente" della crisi coreana

Care amiche ed amici della mailing list

con la presente vi chiediamo di sottoscrivere - facendo parte dei primi aderenti firmatari - un appello centrato sulla risoluzione "intelligente" della crisi coreana che sta drammaticamente montando: una soluzione, a nostro parere, che deve essere diplomatica, non militare, e con un ruolo più attivo della istituzione ONU nella persona del suo Segretario Generale.
Intendiamo, con la vostra meditata condivisione, separare i giochi geopolitici e di potenza in corso nei mari "cinesi" orientali e meridionali  dalla necessità "umana" del disarmo nucleare: l'imperativo prioritario è che ci si colleghi alla ampia mobilitazione necesaria per fare sì che la "storica" proibizione degli ordigni nucleari, or ora adottata dall'ONU, e vergognosamente ignorata dalla stampa italiana, si traduca in un percorso realistico di eliminazione degli stessi.
Sarebbe paradossale che proprio nel momento in cui si è aperta a livello internazionale  la speranza di chiudere con l'era atomica, in diritto e di fatto, si venisse trascinati nella prima, catastrofica, ed in parte già annunciata, guerra che impiega le armi nucleari!

I saluti nonviolenti più sinceri da parte dei promotori

Alfonso Navarra - Lega per il Disarmo Unilaterale
email alfiononuke at gmail.com  - cell. 340-0736871
Adriano Ciccioni - Cittadini del Mondo - adrianociccioni at hotmail.com - cell. 335-8423588
Alex Zanotelli - Mario Agostinelli - Luigi Mosca - Loredana Depetris - Francesco Lo Cascio - Aurelio Juri - Virginio Bettini - Laura Tussi - Fabrizio Cracolici - Enrico Peyretti (e siamo in attesa di altre risposte da parte di personalità politiche e pacifiste)

Luigi Mosca propone di spedire una versione in inglese più concisa che si impegna a redigere (anche tenendo conto dei consigli di una forma più diplomatica)



Gentile Segretario Generale dell’ONU

António Guterres

la guerra nucleare e’ un pericolo molto concreto, per nulla relegato alla fantapolitica: questo è purtroppo testimoniato dalla crisi coreana di questi giorni: in una retorica senza freni si evoca addirittura esplicitamente il lancio di missili atomici quando una parte, che dovrebbe essere quella “responsabile”, minaccia il “fuoco” e il “furore” che condusse ad Hiroshima e l’altra, sotto un regime il cui leader ha tratti palesemente inaffidabili, straparla di “incenerire l’America”. Ed insiste nel portare avanti progetti di armamento nucleare, con relativi test provocatori, che mai saranno all’altezza dei (cattivi) modelli di riferimento.
Presumiamo che Ella, signor Segretario, sia preoccupato al pari di noi che la avventura umana possa essere precipitata in un nulla senza senso, per un cataclisma radioattivo che può essere scatenato persino per incidente o per errore di calcolo, su giochi aggressivi mal gestiti da chi scherza con il fuoco atomico.
Tutto questo avviene proprio mentre a livello mondiale dovremmo renderci conto della speranza aperta dal Trattato di proibizione delle armi nucleari adottato il 7 luglio 2017 alla Conferenza ONU di New York: se ci diamo da fare, non solo nel mondo ma anche, per quanto più direttamente riguarda chi scrive, in Italia, con una ampia e convinta mobilitazione di base, possiamo passare dalla interdizione giuridica degli ordigni nucleari alla loro eliminazione. Fino a pochi giorni fa sarebbe sembrato un sogno azzardato, ma oggi, dopo questo voto coraggioso di 122 Paesi (non nucleari e per lo più non allineati) la fine dell’era atomica può diventare realtà!
Ma, tornando alla crisi coreana, che e’ stata definita da analisti geopolitici, per indicarne l’estrema gravita’, “una Cuba ’62 alla moviola”, questa volta con protagonisti veri, al posto di USA e URSS di allora, USA e Cina, ed il Giappone sullo sfondo, dovrebbe valere per essa quanto sarebbe raccomandabile per tutte le altre che affliggono il Pianeta: dovrebbero essere risolte mediante dialoghi diplomatici con pontieri volenterosi ed in buona fede, aiutati da chi lavora per avvicinare e riconciliare le società civili, nel rispetto del ruolo attivo di mediatore, di garante e di arbitro dell’ONU.
La nostra richiesta e’ che, stavolta, oltre la banalità e la scontatezza delle sanzioni, un ruolo più’ attivo sia giocato propio dall’istituzione che Ella presiede nel mettere d’accordo (almeno quanto basta per evitare il peggio) gli interessi in conflitto facendo prevalere l’intelligenza e la flessibilità del compromesso, sulla ostinazione delle potenze e sulla stupidità degli orgogli nazionalistici. Proprio come avvenne a conclusione dei 13 giorni della crisi dei missili di Cuba che tenne col fiato sospeso il mondo.
E’ proprio compito di chi e’ ufficialmente preposto a “mantenere la pace e la sicurezza nel mondo”- ci permettiamo di ricordarLe - spingere, con una mediazione diretta, i governi che contano ad una soluzione  da ottenere con il dialogo. Una soluzione che invogli la Cina a staccare la spina petrolifera al suo ex burattino scappato di mano garantendo che la Corea non finisca tutta e subito nell’orbita USA e che nei mari “cinesi” dell’Est e del Sud la comune necessità  dell’ecosviluppo cementi la composizione dei legittimi interessi di tutti gli Stati che si affacciano su di essi.
Fermare la spirale della guerra e’ difficile ma non impossibile se si ha il coraggio di investire in pieno la propria responsabilità e ci si impegna ad aprire i canali di comunicazione giusti per i tavoli di negoziato opportuni.
Nel mondo di oggi spesso criticare l’ONU e’ uno sport diffuso e di moda: facciamo in modo di smentire gli scettici e di dimostrare che la forza del diritto internazionale può prevalere sul diritto della forza armata dei prepotenti e dei disturbati mentali. Solo questo mondo in cui una ONU potenziata e democratizzata conti davvero e’ un mondo che può ragionevolmente sperare in un futuro, nel futuro. 




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Diceva Gandhi:
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre.
Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la nonviolenza sono antiche come le montagne. 
Non c'è strada che porti alla pace che non sia la pace, l'intelligenza e la verità.
Io e te siamo una sola cosa: non posso farti male senza ferirmi.
Occhio per occhio... e il mondo diventa cieco.
Ci sono cose per cui sono disposto a morire, ma non ce ne è nessuna per cui sarei disposto ad uccidere.
Per praticare la nonviolenza, bisogna essere intrepidi e avere un coraggio a tutta prova.
Nessun uomo può essere attivamente non-violento e non ribellarsi contro l'ingiustizia dovunque essa si verifichi.