Re: [Disarmo] R: USA Afghanistan. Il terrore del signore della guerra. La GBU 43



Un paio di errori di virgole nella trasformazione di unità di misura. Per la daisycutter si tratta di 15.000 libbre e non di 15 come scritto, e corrispondono a quasi 8 tonnellate, ovvero 8.000 Kg. Per la MOAB si parla di circa 11.000 Kg scarsi, ovvero 11 tonnellate scarse, e quindi 20.000 libbre. Un dato qui non citato da Manlio è il suo costo: se non falto in memoria siamo attorno ai venti milioni di dollari cad., correggetemi se sbaglio: magari anch'io ho dimenticato qualche zerovirgola. Per qualcuno, buttarla è stato in ogni caso un affare. E chi produce quella robaccia non è di certo estraneo all'Amministarzione USA, attuale e precedente, Raydeon Lokeed, Martin Marietta o chicchessia pestelocolga, Rossana di certo ha la lista corretta. La stessa Ammiistrazione che ci obbliga, fino a che l'Italia non saprà riprendersi una sua sovranità politica, a spendere oltre 80 milioni indiscutibili di euro AL GIORNO in spese militari e collegati.

Jure


Il 15/04/2017 17:23, Elio Pagani (via disarmo Mailing List) ha scritto:
Si, mi sono accorto anche io dell'errore, voleva forse dire 11000 kg.
Elio

Il 15 apr 2017 17:03, vortice.ric at libero.it <disarmo at peacelink.it> ha scritto:
A  mio parere  11  mila ton di esplosivo è  veramente esagerato. Più pesante dell'areo  che  dovrebbe trasportarlo  !.Ad ogni modo,  è comunque   fuori  da ogni controllo . Il  Problema  è sapere  quale sarà il prossimo obiettivo di  Trump  !
Magari  la Sicilia che sta  protestando per  Mous . Ovviamente sto  scherzando -Ma il pensiero  va  ai  nostri politici  che a tutti  i costi montano sul cavallo  del  più  forte ... 
Remo   Bellesia

----Messaggio originale----
Da: "Elio Pagani" <disarmo at peacelink.it>
Data: 14/04/2017 7.54
A: <disarmo at peacelink.it>
Ogg: [Disarmo] USA Afghanistan. Il terrore del signore della guerra. La GBU 43

Il terrore del signore della guerra

Tommaso Di FrancescoIl Manifesto

Si chiama Gbu-43, nota anche come «Moab» quella usata ieri dallo stato maggiore Usa su indicazione di Trump sull’Afghanistan. È la bomba convenzionale non nucleare più potente che, nella suo primo impiego – fu usata la prima volta nella guerra del Golfo del 1991 – era soprannominata «daisy cutter», tagliamargherite. Aveva «solo» 15 libbre di esplosivo, 7-8 tonnellate. Quella di ieri è una elaborazione che ci avvicina sempre di più al terrore atomico: ha infatti 11 mila tonnellate di esplosivo. Dicono che i militari americani e la presidenza Usa «hanno preso tutte le precauzioni per non colpire i civili». Viene da piangere, ma di rabbia. Perché questa bomba ha un impatto analogo a quello di una piccola bomba atomica però senza radiazioni, ma lo spostamneto d’aria che provoca inghiotte tutto in un vortice di morte per chilometri, risucchiando l’aria e con essa ogni forma di vita.

Non sappiamo come il Signore della guerra Donald Trump motiverà stavolta questo terrore di Stato.

Solo una settimana fa aveva lanciato 59 missili Tomawak sulla Siria, con duro avvertimento a Mosca, rompendo un equilibrio immaginario che lo voleva profittatore del «Russiagate», «amico di Putin» e «nemico della Nato». Facendo così ritornare all’improvviso l’America «first». Per punire – passando oltre l’Onu e la richiesta di una inchiesta indipendente – i presunti raid di Damasco al gas nervino presso Idlib, Motivando il bombardamento «umanitario» americano «in difesa dei bambini», ma provocando presso la base militare colpita altre morti civili. Poi non contento ha agitato le acque del Mar Giallo inviando la portaerei Vinson e una flotta, come esercitazione mirata alla deterrenza delle provocazioni missilistiche della Corea del Nord, come fosse una delle tante manovre che – prime responsabili della tensione – imperversano nella Corea del Sud, allo sbando, senza governo e presidenza e con la protesta pacifista in piazza nel timore di ritrovarsi in mezzo ad un conflitto nucleare, perché anche lì Trump annuncia che dislocherà il micidiale sistema antimissile Thaad.

In frantumi con il bombardamento americano in Siria sono andati il vertice negoziale di Ginevra e quello di Astana, attivati da Onu e Russia per una soluzione politica della crisi siriana. Stavolta la più grande bomba non atomica cade in Afghanistan il giorno stesso in cui si è aperto a Mosca il vertice di Russia, Cina e Iran per una soluzione politica della guerra afghana che dura – gli Usa l’hanno iniziata come vendetta per l’11 Settembre 2001 – da 16 anni. E dove i morti civili per gran parte dovuti ai raid della coalizione Nato della quale l’Italia fa parte, hanno provocato secondo l’Onu, solo nel 2016, più di 11mila vittime civili. Quale menzogna racconterà stavolta il Signore della guerra? E che altro dovrà succedere perché torni in piazza la potenza mondiale dei pacifisti?





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