Re: [Disarmo] R: Re: DONALD TRUMP SARA' IL PROSSIMO PRESIDENTE USA



Non prendiamoci in giro: io in Trump non vedo un lume, un miglioramento dei rapporti di forza, ma vedo l'evidenziarsi d un sintomo. Studiare il fenomeno Trump può aiutarci a contrastare il mondo di guerra. Piantarlo al muro con quattro chiodi perchè Nazista e piangere Hillary no di certo. Dove sta Aleppo Obama-Clinton lo sanno bene, e sta nel mirino dei loro droni. La guerra soft è quella con il pentagono sopra e isis, peshmerga, curdi siriani e bastardi ceceni e bosniaci e albanesi e quant'altro di utile dall'ukrajna alla libia sotto, a beccare e tirare bombe. Come si fa a mettere uno tra i buoni e l'altro tra i diavoli, giuro, non lo comprendo. Imbecillità, servilismo o connivenza, scegliete voi. Affermi qui di non aver mai detto 'Clinton è meglio', ma i tuoi post precedenti dicono il contrario. Nel post sui finanziamenti ai due candidati il titolo - soggetto era totalmente fuorviante. Nell'ultimo è Trump a spendere in armi, mentre i bunker ad Aviano per le nuove bombette nucleari son pronti da un po'. Se si afferma che l''efficacia può avere come obiettivo anche il controllo e la repressione della popolazione' vuol dire che si sa di cosa si sta parlando. Discutiamo pure ma, ripeto, non prendiamoci in giro.

Jure Ellero


Il 11/11/2016 08:02, rossana ha scritto:

Evidentemente c'è chi si sente più tranquillo con un nazista come presidente. Colui che ha risposto durante una intervista "Che cosa è Aleppo?" Oppure rispetto ai russi: "Hanno una capacità molto più moderna rispetto a noi, noi non ci siamo aggiornati, la flotta aeronautica, i bombardieri in particolare, ha bisogno di una modernizzazione". Trump è quello che vuole annullare l'accordo con l'Iran perchè ha Israele come migliore alleato.

Detto questo la Clinton è meglio? Nessuno ha detto questo. Ed è proprio per questo che trovo inquietante la tifoseria che vede in Trump il minor male possibile.

Tornando alla domanda di Caterina: Trump fa riferimento all'ammodernamento dei sistema d'arma cosiddetti "pesanti", l'hard(ware), la faccia "materiale" della guerra (bombardieri, carri armati, sottomarini, ecc.). Clinton aveva avvallato la trasformazione del mercato delle armi (che avviene dopo quello commerciale) e della sua produzione, privilegiando quanto l'avvento della rivoluzione elettronica e dell'informazione stava generando. La faccia soft(ware) è quella che vede il cuore del sistema d'arma e della guerra nella sua "immaterialità", ossia nella capacità di comunicare, diffondere e condividere informazioni in grado di ottenere un dominio dell'informazione. Che è poi la rete che permette il comando e controllo in modo rapido ed efficiente su una vasta area geografica. Reti di computer, radio, sensori, satelliti e una grande quantità di dati collegano qualsiasi attività creando un ambiente integrato. Questi includono la sorveglianza, guerra elettronica, gestione delle missioni e coordinamento delle armi, il controllo dell'aria, l'identificazione dell'obiettivo e la gestione della rete.  Una guerra siffatta ha i suoi punti deboli: violenta nell'attacco, debole nella difesa. Bush junior quando ha attaccato l'Iraq ha sperimentare questa nuova modalità accanto a quella tradizionale (truppe di terra).

Se ti interessa capire l'intreccio reso possibile dalle nuove tecnologie fra sistema d'arma, modo di produzione e mercato, puoi andare all'articolo che riprende un mio intervento ad un convegno circa il ruolo dell’industria della difesa e sicurezza nella politica estera e di difesa italiana ed europea, in particolare dove scrivo "In generale in tutte queste aziende la trasformazione, ottenuta con l’introduzione di nuove tecnologie (IT), non ha riguardato solo l’innovazione del prodotto e del processo produttivo, ma anche l’organizzazione del lavoro e delle strutture produttive (decentramento produttivo). Questa rivoluzione portata dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione ha prodotto una globalizzazione del mercato e delle filiere produttive e quindi un aumento della concorrenza sia per i lavoratori sia per le aziende. Quella che viene chiamata “rivoluzione negli affari militari” riguarda l’applicazione delle nuove tecnologie (che sono duali, cioè possono servire sia nel campo civile sia nel campo militare) nei sistemi di comando e controllo militare alle armi di precisione, nei velivoli di combattimento (ruolo sempre più importante dell’avionica), ha creato una nuova generazione di motori, di veivoli e veicoli a pilotaggio remoto e la gestione digitale del campo si battaglia e allo spazio. La nuova dottrina militare statunitense ha indirizzato le aziende verso soluzioni incentrate sull’integrazione rete centrica dei sistemi d’arma. In questo tipo di guerra i sistemi d’arma dovrebbero raggiungere la loro massima efficacia perché inseriti in un network informatico capace di avvolgere l’intero sistema operativo. Questa efficacia può avere come obiettivo anche il controllo e la repressione della popolazione".  http://www.peacelink.it/disarmo/a/42906.html


 




Il 10/11/2016 22:15, Luigi Guasco (via disarmo Mailing List) ha scritto:
Quanto dovrebbe essere contenta l'umanità  che una fanatica guerrafondaia imperialista,non sia diventata presidente continuando l'opera di Obama?,secondo me tanto da  quantificarlo in megatoni:se diamo credito alle dichiarazioni di Trump lo scontro diretto,che c'è già stato"in Siria"non si ripeterà.
Una volta che si è davvero scongiurato il confronto diretto e l'avvento ineluttabile e auspicabile del mondo multipolare,Soros e compagni non avranno più ragioni per finanziare i pacifinti e tagliagole che rimarranno disoccupati.
pace e bene a tutti

Il giorno 10 novembre 2016 19:53, caterina.regazzi at alice.it <caterina.regazzi at alice.it> ha scritto:
Cosa vuol dire "reteocentrica"?
Caterina

----Messaggio originale----
Da: disarmo at peacelink.it
Data: 10-nov-2016 19.46
A: <disarmo at peacelink.it>
Ogg: Re: [Disarmo] DONALD TRUMP SARA' IL PROSSIMO PRESIDENTE USA


Ma se per caso SOFT lo dice Vespa il popolino ci crede.


Il 10/11/2016 19:28, rossana ha scritto:

Forse non hai capito il significato di soft rispetto alla forma hard. Per soft si intende la guerra reteocentrica.


Il 10/11/2016 19:25, Jure Ellero LT (via disarmo Mailing List) ha scritto:

Soft?? Soft chi? Ha lanciato chi isis e sottostrati vari a ridurre come abbiamo visto aleppo, palmira, iraq e tre quarti di medioriente? A spalmare di nucleare pronto all'uso il confine orientale della NATO allargata con i colpi di stato, vedi ucraina? Chi se non i bush clinton obama? Per non citare tutte le loro altre stragi. I droni sono sterili, ma in terra ci sono i cadaveri, a milioni. E la chiami soft. Fermare quella andava fatto, qualcuno c'è riuscito: bene. ora trattiamo.

jure.


Il 10/11/2016 18:45, rossana ha scritto:

non è esattamente così. Trump è per la forma hard della guerra, Clinton ha lanciato quella legata alla rivoluzione elettronica, soft. Trump e per ricentralizzare la produzione, Clinton era per il decentramento. Clinton per i mercati aperti, Trump per i dazi. Questi sono solo esempi.


Il 10/11/2016 18:40, Jure Ellero LT (via disarmo Mailing List) ha scritto:

Nemmeno qui Donald c'entra: il programma è di antica data. Made in Clinton, tra i tanti. Il problema sono USA e NATO, non il presidente galattico.

Jure


Il 10/11/2016 07:17, rossana ha scritto:

Una delle priorità militari di Trump è la modernizzazione dell'arsenale militare USA.

Ottima giornata per Leonardo Finmeccanica (+7,6%) ...
Spicca il forte rialzo messo a segno da Leonardo Finmeccanica (+7,61% a 11,59 euro). Secondo gli operatori il gruppo aerospaziale potrebbe beneficiare della politica di Donald Trump, che punta a incrementare le spese militari. ...


Il 09/11/2016 10:43, alfonsonavarra at virgilio.it ha scritto:
DONALD TRUMP SARA' IL PROSSIMO PRESIDENTE USA
Mi spiace per gli operai "bianchi" che si stanno affidando ad un fan di Mussolini. Il protezionismo come ricetta, quando non si mette in discussione la struttura ingiusta dell'economia, senza la priorità di una redistribuzione del reddito che aumenti la domanda interna, porterà ad una crisi economica mondiale. L'accordo sul clima di Parigi diventerà PURTROPPO carta straccia. La NATO avrà problemi ma perché si vuole "garantire sicurezza" esclusivamente a chi paga di più in bilanci militari. Nell'immediato Putin potrà essere contento, ma la logica delle cose, alla lunga, porta allo scontro di chi si vanta di essere gallo nel pollaio ed è prigioniero di retoriche militariste e nazionaliste ... 
Quanto a Hillary Clinton, chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Dicono che il suo errore sia stato essere contro e non per, "sparare su Trump per gli scandali sessuali" invece di sottolineare sue proposte positive in favore dei settori popolari. Ma non aveva scelta: non aveva in sostanza nulla da dire in cui credesse sul serio tranne che puntare sulla difesa di uno status quo indifendibile. La Clinton, possiamo dirlo con il senno del poi?, era la peggior candidata che i democratici USA avrebbero potuto sciegliere: complice di Wall Street, incapace di parlare all'America ferita da speculazione, deindustrializzazione e delocalizzazione, quella che nonostante i "buoni risultati" dell'economia americana si trova sempre più impoverita (ormai è chiaro che sarebbe stato meglio Sanders al suo posto). Le élites anche in Europa dovranno pur fare una riflessione su queste economie che vedono il PIL crescere, i bilanci pubblici andare in pareggio, ma in cui la gente si trova sempre più indebitata quando non precarizzata e disoccupata.
Questo non giustifica però la protesta di pancia che si lascia attrarre dal primo demagogo televisivo che promette miracoli economici sulla base di sue presunte abilità "genetiche" nel condurre il business e rimesta nel torbido della guerra tra poveri individuando gli immigrati come capro espiatorio.
Personalmente sono molto preoccupato per la pace nel mondo. Comunque bisogna lavorare sulla novità geopolitica positiva: la rivolta degli Stati non nucleari, con il varo del Trattato di interdizione delle armi atomiche, è erede del "movimento dei non allineati". E' la tendenza verso una democrazia internazionale, cioè un mondo in cui la forza del diritto prevale sul diritto della forza: l'obiettivo della nonviolenza pragmatica ed efficace. 
Alfonso Navarra





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